I disturbi del sonno, e la sonnolenza che ne consegue, sono all’origine di una rilevante quota degli infortuni lavorativi, di una minore capacità produttiva e di un aumento degli errori, dell’aumentata frequenza di malattie dell’apparato digerente, metaboliche, psichiche e neoplastiche. Metodi. La gestione del rischio connesso con i disturbi del sonno si basa sul metodo A.S.I.A. [1-2], una coordinata sequenza di azioni elementari: valutazione del rischio e adozione di misure preventive (Assessment); reporting e sorveglianza (Surveillance); informazione e formazione di lavoratori, dirigenti e preposti (Information); verifica dei punti critici (Audit). Risultati. Il Sistema di gestione dei problemi del sonno (SGPS) in ambito lavorativo, diretto a gestire i rischi associati con la sonnolenza eccessiva, è analogo (o è una parte di) un Sistema di Gestione dei Rischi per la salute e sicurezza lavorativa (SGSL). Esso è un sistema proattivo, non reattivo, basato sull’evidenza; è controllato dai dati raccolti ed è soggetto ad un continuo miglioramento. È condiviso e partecipativo, e la responsabilità della sua applicazione poggia in egual misura sul management e sui lavoratori. Discussione. Il SGPS prevede una serie di misure tendenti a contrastare i disturbi del sonno, ed altre miranti a migliorare lo stato di allerta sul lavoro. Tra le prime sono comprese: una corretta gestione del personale e dei turni di lavoro; un approfondito e continuo processo di educazione dei lavoratori, dirigenti e preposti; la messa in atto di un sistema di reporting. Il Sistema dovrà prevedere le misure ambientali che possono ridurre il rischio che la sonnolenza si trasformi in un 2 danno. Il SGPS deve inoltre potenziare le difese individuali. I lavoratori, i loro colleghi e supervisori devono fare attenzione ai segni prodromici di eccessiva sonnolenza e adottare tempestive contromisure. Il sistema, infine, deve essere costantemente monitorato e periodicamente rivisto. Lo screening dei disturbi del sonno può essere utilmente inserito nelle attività del medico competente, senza un significativo impegno di tempo e con soddisfazione dei lavoratori. Il medico competente deve indirizzare il lavoratore allo specialista per il trattamento e seguire nel tempo l’adesione al programma terapeutico e l’evoluzione della patologia. Nella formulazione del giudizio di idoneità il medico competente è chiamato ad affrontare un conflitto etico, nel difficile bilanciamento tra il diritto alla salute (preminente) ed il diritto al lavoro (fondamentale). In accordo con quanto stabilito nei Documenti di Consenso del gruppo La.R.A. [3, 4], la soluzione non è nell’allontanamento del lavoratore, ma nel miglioramento del lavoro.

Magnavita, N., La gestione del rischio dei disturbi del sonno mediante il metodo A.S.I.A., <<GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA>>, 2013; 35 (4 Suppl) (Aprile): 20-21 [http://hdl.handle.net/10807/51829]

La gestione del rischio dei disturbi del sonno mediante il metodo A.S.I.A.

Magnavita, Nicola
2013

Abstract

I disturbi del sonno, e la sonnolenza che ne consegue, sono all’origine di una rilevante quota degli infortuni lavorativi, di una minore capacità produttiva e di un aumento degli errori, dell’aumentata frequenza di malattie dell’apparato digerente, metaboliche, psichiche e neoplastiche. Metodi. La gestione del rischio connesso con i disturbi del sonno si basa sul metodo A.S.I.A. [1-2], una coordinata sequenza di azioni elementari: valutazione del rischio e adozione di misure preventive (Assessment); reporting e sorveglianza (Surveillance); informazione e formazione di lavoratori, dirigenti e preposti (Information); verifica dei punti critici (Audit). Risultati. Il Sistema di gestione dei problemi del sonno (SGPS) in ambito lavorativo, diretto a gestire i rischi associati con la sonnolenza eccessiva, è analogo (o è una parte di) un Sistema di Gestione dei Rischi per la salute e sicurezza lavorativa (SGSL). Esso è un sistema proattivo, non reattivo, basato sull’evidenza; è controllato dai dati raccolti ed è soggetto ad un continuo miglioramento. È condiviso e partecipativo, e la responsabilità della sua applicazione poggia in egual misura sul management e sui lavoratori. Discussione. Il SGPS prevede una serie di misure tendenti a contrastare i disturbi del sonno, ed altre miranti a migliorare lo stato di allerta sul lavoro. Tra le prime sono comprese: una corretta gestione del personale e dei turni di lavoro; un approfondito e continuo processo di educazione dei lavoratori, dirigenti e preposti; la messa in atto di un sistema di reporting. Il Sistema dovrà prevedere le misure ambientali che possono ridurre il rischio che la sonnolenza si trasformi in un 2 danno. Il SGPS deve inoltre potenziare le difese individuali. I lavoratori, i loro colleghi e supervisori devono fare attenzione ai segni prodromici di eccessiva sonnolenza e adottare tempestive contromisure. Il sistema, infine, deve essere costantemente monitorato e periodicamente rivisto. Lo screening dei disturbi del sonno può essere utilmente inserito nelle attività del medico competente, senza un significativo impegno di tempo e con soddisfazione dei lavoratori. Il medico competente deve indirizzare il lavoratore allo specialista per il trattamento e seguire nel tempo l’adesione al programma terapeutico e l’evoluzione della patologia. Nella formulazione del giudizio di idoneità il medico competente è chiamato ad affrontare un conflitto etico, nel difficile bilanciamento tra il diritto alla salute (preminente) ed il diritto al lavoro (fondamentale). In accordo con quanto stabilito nei Documenti di Consenso del gruppo La.R.A. [3, 4], la soluzione non è nell’allontanamento del lavoratore, ma nel miglioramento del lavoro.
2013
Italiano
Magnavita, N., La gestione del rischio dei disturbi del sonno mediante il metodo A.S.I.A., <<GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA>>, 2013; 35 (4 Suppl) (Aprile): 20-21 [http://hdl.handle.net/10807/51829]
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