Secondo le teorie dell’accesso diretto, le competenze di comprensione sociale rispetto al concetto di agentività sono mediate primariamente da meccanismi percettivi preriflessivi in grado di estrarre le informazioni rilevanti dall’ambiente. È stato suggerito che tale forma automatica e innata di percezione sociale sia alla base della capacità di segmentare l’ambiente in potenziali agenti ed entità non agenti (passive). Lo studio si propone di investigare i correlati elettrofisiologici delle fasi iniziali dell’elaborazione d’informazioni per la detezione dell’agentività in interazione. 20 volontari hanno preso parte allo studio. Ai partecipanti è stato chiesto di osservare degli stimoli dinamici in cui un agente primario (umano vs. artificiale) eseguiva dei gesti diretti a un interagente. A partire dalla concomitante registrazione EEG, abbiamo estratto i potenziali evento-relati (ERP) per le condizioni sperimentali e stimato le sorgenti di segnale (eLORETA). Le analisi morfologiche e statistiche hanno evidenziato diverse deflessioni ERP d’interesse. Una prima componente negativa (N2: latenza media 150 ms; sorgente BA19) e una successiva componente positiva (P2: latenza media 210 ms; sorgente BA30) hanno marcato la presenza di un agente umano nella scena, mentre le scene che includevano l’agente artificiale hanno elicitato una risposta maggiore in una finestra temporale successiva (componente N3: latenza media 260 ms; sorgente BA22/39). I correlati funzionali e anatomici delle deflessioni precoci suggeri scono che siano associate a sottoprocessi attentivi-mnestici e percettivi di alto ordine, probabilmente coinvolti nell’identificazione di elementi corporei umani. La modulazione della deflessione tardiva è stata, invece, ricondotta all’aumento delle risorse richieste per la detezione di agentività in situazioni ambigue. Le evidenze sono compatibili con un modello bipartito della percezione di agentività.
Crivelli, D., Balconi, M., Correlati precoci della detezione di agentività in interazione: evidenze ERP ed eLORETA, Relazione, in Atti del XIX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sperimentale AIP, (Roma, 16-18 September 2013), Associazione Italiana di Psicologia - Sezione di Psicologia Sperimentale, Roma 2013: 55-55 [http://hdl.handle.net/10807/51401]
Correlati precoci della detezione di agentività in interazione: evidenze ERP ed eLORETA
Crivelli, Davide;Balconi, Michela
2013
Abstract
Secondo le teorie dell’accesso diretto, le competenze di comprensione sociale rispetto al concetto di agentività sono mediate primariamente da meccanismi percettivi preriflessivi in grado di estrarre le informazioni rilevanti dall’ambiente. È stato suggerito che tale forma automatica e innata di percezione sociale sia alla base della capacità di segmentare l’ambiente in potenziali agenti ed entità non agenti (passive). Lo studio si propone di investigare i correlati elettrofisiologici delle fasi iniziali dell’elaborazione d’informazioni per la detezione dell’agentività in interazione. 20 volontari hanno preso parte allo studio. Ai partecipanti è stato chiesto di osservare degli stimoli dinamici in cui un agente primario (umano vs. artificiale) eseguiva dei gesti diretti a un interagente. A partire dalla concomitante registrazione EEG, abbiamo estratto i potenziali evento-relati (ERP) per le condizioni sperimentali e stimato le sorgenti di segnale (eLORETA). Le analisi morfologiche e statistiche hanno evidenziato diverse deflessioni ERP d’interesse. Una prima componente negativa (N2: latenza media 150 ms; sorgente BA19) e una successiva componente positiva (P2: latenza media 210 ms; sorgente BA30) hanno marcato la presenza di un agente umano nella scena, mentre le scene che includevano l’agente artificiale hanno elicitato una risposta maggiore in una finestra temporale successiva (componente N3: latenza media 260 ms; sorgente BA22/39). I correlati funzionali e anatomici delle deflessioni precoci suggeri scono che siano associate a sottoprocessi attentivi-mnestici e percettivi di alto ordine, probabilmente coinvolti nell’identificazione di elementi corporei umani. La modulazione della deflessione tardiva è stata, invece, ricondotta all’aumento delle risorse richieste per la detezione di agentività in situazioni ambigue. Le evidenze sono compatibili con un modello bipartito della percezione di agentività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.