Nel presente lavoro sono state poste a confronto due differenti rappresentazioni, la rappresentazione di un’azione incongruente (uso scorretto degli oggetti) con frasi semanticamente incongruenti, prendendo in considerazione il ruolo della corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) come mediatore del processo di riconoscimento dell’incogreunza semantica indipendentemente dal tipo di compito. Nello specifico abbiamo indotto una modulazione dell’attività corticale prefrontale mediante tDCS. Al campione è stata sottoposta una tDCS con effetto inibitorio sull'attività della DLPFC. I compiti sperimentali consistevano nella visione di video (esperimento 1) o frasi (Esperimento 2) rappresentanti azioni congruenti o incongruenti rispetto all’uso di oggetti. L’effetto della stimolazione (un catodo applicato sulla DLPFC e un anodo sulla regione sopraorbitale destra) è stato analizzato comparando l’indice di scorrettezza (IS) i TRs (Tempi di Risposta) e il profilo ERP (N400) prima e dopo la stimolazione. Per quanto riguarda l’esperimento 1 è stata riscontrata una riduzione significativa della N400 per gli stimoli incongruenti in caso di stimolazione catodica (inibitoria) sulla DLPFC rispetto alla condizione “pre-stimolazione”. Inoltre sempre nell’esperimento 1 abbiamo riscontrato un aumento degli ERs e una riduzione dei RTs in risposta alla condizione incongruente dopo la stimolazione con tDCS ma non dopo la condizione sham. Al contrario tale effetto “inibitorio” sul potenziale N400 non è stato rilevato per l’Esperimento 2. Dai risultati ottenuti è possibile suppore che la modulazione dell’attività dell’area DLPFC possa limitare la capacità dei soggetti di analizzare le anomalie semantiche indotte dalla rappresentazione di un'azione. Il contributo dell’area frontale per il processamento semantico delle informazioni linguistiche appare al contrario più ridotto rispetto alla rappresentazione dell’azione.
Finocchiaro, R., Balconi, M., La rappresentazione dell’uso scorretto di un oggetto è supportata dalla DLPFC. L’effetto della tDCS sull’ERP N400, Relazione, in Atti del XIX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sperimentale AIP, (Roma, 16-18 September 2013), Associazione Italiana di Psicologia - Sezione di Psicologia Sperimentale, Roma 2013: 74-74 [http://hdl.handle.net/10807/51398]
La rappresentazione dell’uso scorretto di un oggetto è supportata dalla DLPFC. L’effetto della tDCS sull’ERP N400
Finocchiaro, Roberta;Balconi, Michela
2013
Abstract
Nel presente lavoro sono state poste a confronto due differenti rappresentazioni, la rappresentazione di un’azione incongruente (uso scorretto degli oggetti) con frasi semanticamente incongruenti, prendendo in considerazione il ruolo della corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) come mediatore del processo di riconoscimento dell’incogreunza semantica indipendentemente dal tipo di compito. Nello specifico abbiamo indotto una modulazione dell’attività corticale prefrontale mediante tDCS. Al campione è stata sottoposta una tDCS con effetto inibitorio sull'attività della DLPFC. I compiti sperimentali consistevano nella visione di video (esperimento 1) o frasi (Esperimento 2) rappresentanti azioni congruenti o incongruenti rispetto all’uso di oggetti. L’effetto della stimolazione (un catodo applicato sulla DLPFC e un anodo sulla regione sopraorbitale destra) è stato analizzato comparando l’indice di scorrettezza (IS) i TRs (Tempi di Risposta) e il profilo ERP (N400) prima e dopo la stimolazione. Per quanto riguarda l’esperimento 1 è stata riscontrata una riduzione significativa della N400 per gli stimoli incongruenti in caso di stimolazione catodica (inibitoria) sulla DLPFC rispetto alla condizione “pre-stimolazione”. Inoltre sempre nell’esperimento 1 abbiamo riscontrato un aumento degli ERs e una riduzione dei RTs in risposta alla condizione incongruente dopo la stimolazione con tDCS ma non dopo la condizione sham. Al contrario tale effetto “inibitorio” sul potenziale N400 non è stato rilevato per l’Esperimento 2. Dai risultati ottenuti è possibile suppore che la modulazione dell’attività dell’area DLPFC possa limitare la capacità dei soggetti di analizzare le anomalie semantiche indotte dalla rappresentazione di un'azione. Il contributo dell’area frontale per il processamento semantico delle informazioni linguistiche appare al contrario più ridotto rispetto alla rappresentazione dell’azione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.