L’introduzione dell’“automaticità”, per legge, della maturazione degli interessi di mora e l’impossibilità di derogarvi se non qualora non si ravvisi un ingiusto danno in capo al creditore, ha delle implicazioni computistiche e contabili non certo indifferenti. Si dovrà cioè monitorare che tutti gli incassi ed i pagamenti avvengano alle scadenze stabilite ed in caso contrario provvedere all’imputazione all’esercizio degli interessi di mora, rispettivamente, attivi e passivi. Conseguentemente, nel bilancio di esercizio gli stessi dovranno risultare correttamente classificati e valutati, nonché chiaramente rappresentati. Ancora, particolare attenzione dovrà essere posta al momento del pagamento del credito/debito principale dato che questo, nel silenzio delle parti, deve essere prima imputato agli interessi e poi al capitale e pertanto, qualora non fosse sufficiente a estinguere entrambi, condurrà alla maturazione di ulteriori interessi di mora sul credito/debito principale residuo. Nel momento in cui tutto ciò non avvenisse il bilancio di esercizio sarebbe inequivocabilmente contrario al disposto normativo di cui agli artt. 2423 e segg. del c.c. (sugli amministratori e sui sindaci graverebbero quindi le conseguenti responsabilità) e rilevanti conseguenze fiscali insorgerebbero in sede di accertamento (rettifiche in aumento del reddito imponibile per mancata imputazione all’esercizio degli interessi di mora maturati nello stesso, ecc.).

Sesana, T. L., Gli interessi di mora "automatici": ratio legis ed implicazioni di bilancio e fiscali, <<RIVISTA DEI DOTTORI COMMERCIALISTI>>, 2003; (2): 293-327 [http://hdl.handle.net/10807/49895]

Gli interessi di mora "automatici": ratio legis ed implicazioni di bilancio e fiscali

Sesana, Tiziano Luigi
2003

Abstract

L’introduzione dell’“automaticità”, per legge, della maturazione degli interessi di mora e l’impossibilità di derogarvi se non qualora non si ravvisi un ingiusto danno in capo al creditore, ha delle implicazioni computistiche e contabili non certo indifferenti. Si dovrà cioè monitorare che tutti gli incassi ed i pagamenti avvengano alle scadenze stabilite ed in caso contrario provvedere all’imputazione all’esercizio degli interessi di mora, rispettivamente, attivi e passivi. Conseguentemente, nel bilancio di esercizio gli stessi dovranno risultare correttamente classificati e valutati, nonché chiaramente rappresentati. Ancora, particolare attenzione dovrà essere posta al momento del pagamento del credito/debito principale dato che questo, nel silenzio delle parti, deve essere prima imputato agli interessi e poi al capitale e pertanto, qualora non fosse sufficiente a estinguere entrambi, condurrà alla maturazione di ulteriori interessi di mora sul credito/debito principale residuo. Nel momento in cui tutto ciò non avvenisse il bilancio di esercizio sarebbe inequivocabilmente contrario al disposto normativo di cui agli artt. 2423 e segg. del c.c. (sugli amministratori e sui sindaci graverebbero quindi le conseguenti responsabilità) e rilevanti conseguenze fiscali insorgerebbero in sede di accertamento (rettifiche in aumento del reddito imponibile per mancata imputazione all’esercizio degli interessi di mora maturati nello stesso, ecc.).
2003
Italiano
Sesana, T. L., Gli interessi di mora "automatici": ratio legis ed implicazioni di bilancio e fiscali, <<RIVISTA DEI DOTTORI COMMERCIALISTI>>, 2003; (2): 293-327 [http://hdl.handle.net/10807/49895]
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