La volontà del ministro Bovara di conciliare sovranità statale e rispetto delle tradizioni ecclesiastiche fu evidente nel campo del catechismo. Egli si mostrò subito favorevole al testo d’oltralpe del 1806 imposto nel Regno Italico l’anno successivo: con la sua forte valenza ideologico-politica tale testo confermava la concezione della fede quale in¬stru¬men¬tum regni ma soprattutto il Bovara lo riteneva completo, ben ordinato e capace di garantire quell’uniformità di sistema, che egli desiderava. Propose però di inserire nella versione italiana di esso alcune modifiche ritenute opportune: si trattava in primo luogo di varie pratiche in uso nella diocesi milanese, quali il digiuno previsto nel periodo dell’avvento ambrosiano. Ma soprattutto si trattava di alcuni precetti generali della chiesa cattolica, consacrati dal concilio di Trento, che mancavano nel catechismo francese poiché essi erano stati recepiti oltralpe solo da alcuni sinodi locali e pertanto non erano comuni a tutte le diocesi di Francia. Il ministro non riuscì invece con altrettanto successo a convincere il viceré Eugenio della necessità di un’approvazione preliminare dello scritto da parte degli alti prelati del Regno che avrebbero dovuto diffonderlo nelle loro diocesi; ma in ogni caso la richiesta fu assai indicativa della sua volontà di mediazione nei confronti dell’episcopato del tempo.

Pederzani, I., Il catechismo imperiale del 1806 "non della chiesa ma del governo francese": la traduzione italiana, in La formazione del primo Stato italiano e Milano capitale. 1802-1814, (Milano, 13-16 November 2002), LED, Milano 2006: 631-668 [http://hdl.handle.net/10807/49792]

Il catechismo imperiale del 1806 "non della chiesa ma del governo francese": la traduzione italiana

Pederzani, Ivana
2006

Abstract

La volontà del ministro Bovara di conciliare sovranità statale e rispetto delle tradizioni ecclesiastiche fu evidente nel campo del catechismo. Egli si mostrò subito favorevole al testo d’oltralpe del 1806 imposto nel Regno Italico l’anno successivo: con la sua forte valenza ideologico-politica tale testo confermava la concezione della fede quale in¬stru¬men¬tum regni ma soprattutto il Bovara lo riteneva completo, ben ordinato e capace di garantire quell’uniformità di sistema, che egli desiderava. Propose però di inserire nella versione italiana di esso alcune modifiche ritenute opportune: si trattava in primo luogo di varie pratiche in uso nella diocesi milanese, quali il digiuno previsto nel periodo dell’avvento ambrosiano. Ma soprattutto si trattava di alcuni precetti generali della chiesa cattolica, consacrati dal concilio di Trento, che mancavano nel catechismo francese poiché essi erano stati recepiti oltralpe solo da alcuni sinodi locali e pertanto non erano comuni a tutte le diocesi di Francia. Il ministro non riuscì invece con altrettanto successo a convincere il viceré Eugenio della necessità di un’approvazione preliminare dello scritto da parte degli alti prelati del Regno che avrebbero dovuto diffonderlo nelle loro diocesi; ma in ogni caso la richiesta fu assai indicativa della sua volontà di mediazione nei confronti dell’episcopato del tempo.
2006
Italiano
La formazione del primo Stato italiano e Milano capitale. 1802-1814
Convegno internazionale su "La formazione del primo Stato italiano e Milano capitale. 1802-1814"
Milano
13-nov-2002
16-nov-2002
8879163552
Pederzani, I., Il catechismo imperiale del 1806 "non della chiesa ma del governo francese": la traduzione italiana, in La formazione del primo Stato italiano e Milano capitale. 1802-1814, (Milano, 13-16 November 2002), LED, Milano 2006: 631-668 [http://hdl.handle.net/10807/49792]
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