Nel 1802 al momento della costituzione della I Repubblica Italiana erano presenti nell’ingegneria istituzionale due modelli di amministrazione locale, quello pubblicistico di matrice francese e quello tardo asburgico-lombardo, insieme ai principi fondamentali che li ispiravano: l’uno del cittadino uguale di fronte alla legge di matrice rivoluzionaria, l’altro del proprietario contribuente di matrice fisiocratica. Il Melzi, vicepresidente della I Repubblica Italiana, cercò di conciliarli entrambi: il modello lombardo, in particolare, fondato sull’interesse economico dei possessori estimati poteva a suo avviso garantire nei consiglieri comunali tutto l’ attaccamento agli interessi pubblici ai quali si legava anche il loro interesse di estimati contribuenti. Circa un anno più tardi, a commento della legge del 24 luglio 1802 sulle amministrazioni locali, anche il capo della Commissione incaricata dal ministro dell’Interno Villa sentiva l’esigenza di chiarire il nuovo significato di comune che vi era sotteso, che era in buona parte ancora quello del comune teresiano. .
Pederzani, I., Nuovo comune e nuovo stato dalla Milano di Maria Teresa alla Milano napoleonica, in Bollettino informazione Arge Alp, n. 10, Atti del Convegno su “Le regioni alpine all’epoca napoleonica”, (Hall in Tirol, 03-05 October 1984), Land Tirol von Innsbruck,, Innsbruck 1985: 157-166 [http://hdl.handle.net/10807/49665]
Nuovo comune e nuovo stato dalla Milano di Maria Teresa alla Milano napoleonica
Pederzani, Ivana
1985
Abstract
Nel 1802 al momento della costituzione della I Repubblica Italiana erano presenti nell’ingegneria istituzionale due modelli di amministrazione locale, quello pubblicistico di matrice francese e quello tardo asburgico-lombardo, insieme ai principi fondamentali che li ispiravano: l’uno del cittadino uguale di fronte alla legge di matrice rivoluzionaria, l’altro del proprietario contribuente di matrice fisiocratica. Il Melzi, vicepresidente della I Repubblica Italiana, cercò di conciliarli entrambi: il modello lombardo, in particolare, fondato sull’interesse economico dei possessori estimati poteva a suo avviso garantire nei consiglieri comunali tutto l’ attaccamento agli interessi pubblici ai quali si legava anche il loro interesse di estimati contribuenti. Circa un anno più tardi, a commento della legge del 24 luglio 1802 sulle amministrazioni locali, anche il capo della Commissione incaricata dal ministro dell’Interno Villa sentiva l’esigenza di chiarire il nuovo significato di comune che vi era sotteso, che era in buona parte ancora quello del comune teresiano. .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.