Il saggio esamina due tesi: secondo la prima l’uomo moralmente buono generalmente soffre, talvolta fino a subire persecuzioni, quello malvagio invece prospera e consegue il successo nel mondo; per la seconda, amplificatasi soprattutto a partire da Nietzsche, la virtù non solo non rende felici, ma è essa stessa la causa dell’infelicità. L’antinomia tra virtù e felicità deflagra poi oggigiorno in una temperie emozionalista, nella quale il fine è essere sempre intensamente emozionati e l’imperativo morale è: «libera le tue emozioni». Si tratta allora di rilevare il nesso amore-felicità/contentezza, quello tra virtù e amore, quindi quello tra virtù e felicità/contentezza: l’uomo pienamente virtuoso vive per amore e perciò può sperimentare momenti di felicità e vivere con uno stato d’animo durevole di fondo di contentezza. Per contro, chi si fa invadere dalle emozioni intense e le cerca continuamente, finisce, non subito bensì a lungo andare, per diventarne sottomesso, finisce per mutilare la propria libertà e per impoverire gravemente la sua capacità di esperire sentimenti.
Samek Lodovici, G., Virtù, emozioni e felicità: contrapposizione o relazione?, <<EGERIA>>, 2012; (Gennaio): 27-42 [http://hdl.handle.net/10807/49302]
Virtù, emozioni e felicità: contrapposizione o relazione?
Samek Lodovici, Giacomo
2013
Abstract
Il saggio esamina due tesi: secondo la prima l’uomo moralmente buono generalmente soffre, talvolta fino a subire persecuzioni, quello malvagio invece prospera e consegue il successo nel mondo; per la seconda, amplificatasi soprattutto a partire da Nietzsche, la virtù non solo non rende felici, ma è essa stessa la causa dell’infelicità. L’antinomia tra virtù e felicità deflagra poi oggigiorno in una temperie emozionalista, nella quale il fine è essere sempre intensamente emozionati e l’imperativo morale è: «libera le tue emozioni». Si tratta allora di rilevare il nesso amore-felicità/contentezza, quello tra virtù e amore, quindi quello tra virtù e felicità/contentezza: l’uomo pienamente virtuoso vive per amore e perciò può sperimentare momenti di felicità e vivere con uno stato d’animo durevole di fondo di contentezza. Per contro, chi si fa invadere dalle emozioni intense e le cerca continuamente, finisce, non subito bensì a lungo andare, per diventarne sottomesso, finisce per mutilare la propria libertà e per impoverire gravemente la sua capacità di esperire sentimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.