Nel corso del deciso processo di rinnovamento della riflessioni sulle arti liberali destinato a preparare il terreno per la fondazione dell'estetica vengono messi a tema alcuni tipi antropologici, assolutamente paculiari, nella cui analisi si agitano centrali questioni di natura filosofica e morale: si tratta del "virtuoso" definito dal Conte di Shaftesbury e dell'attore, inquadrato dalla sacrastica penna di Denis Diderot. Si vede attraverso tali autori come l'estetica nasca attraverso un deciso e multilaterale ripensamento del rapporto tra natura e cultura e come la problematica del gusto assurga a cartina al tornasole per mostrare la presenza di una nuova idea di umanità e di relazioni sociali
De Caro, E., Diffrazioni antropologiche dell'estetico. L'autopoiesi del soggetto in Anthony of Shaftesbury e Denis Diderot, in La polifonia estetica. Specificità e raccordi, (Salerno, 01-02 June 1995), Guerini e Associati, Milano 1996: 109-128 [http://hdl.handle.net/10807/47484]
Diffrazioni antropologiche dell'estetico. L'autopoiesi del soggetto in Anthony of Shaftesbury e Denis Diderot
De Caro, Eugenio
1996
Abstract
Nel corso del deciso processo di rinnovamento della riflessioni sulle arti liberali destinato a preparare il terreno per la fondazione dell'estetica vengono messi a tema alcuni tipi antropologici, assolutamente paculiari, nella cui analisi si agitano centrali questioni di natura filosofica e morale: si tratta del "virtuoso" definito dal Conte di Shaftesbury e dell'attore, inquadrato dalla sacrastica penna di Denis Diderot. Si vede attraverso tali autori come l'estetica nasca attraverso un deciso e multilaterale ripensamento del rapporto tra natura e cultura e come la problematica del gusto assurga a cartina al tornasole per mostrare la presenza di una nuova idea di umanità e di relazioni socialiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.