L’obbligo per l’Italia di adeguarsi ai precetti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in conformità all’interpretazione della Corte di Strasburgo non è l’effetto di una costruzione teorica, ma la previsione di un apparato normativo. Anche il margine di apprezzamento riconosciuto agli Stati aderenti alla medesima Convenzione per l’attuazione del dettato pattizio è subordinato al controllo della Corte europea, la quale può verificare che non vengano superati i limiti esegetici individuati come legittimi.
Ubertis, G., Ancora sull’efficacia della giurisprudenza di Strasburgo, <<DIRITTO PENALE E PROCESSO>>, 2013; (7): 863-866 [http://hdl.handle.net/10807/46318]
Ancora sull’efficacia della giurisprudenza di Strasburgo
Ubertis, Giulio
2013
Abstract
L’obbligo per l’Italia di adeguarsi ai precetti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in conformità all’interpretazione della Corte di Strasburgo non è l’effetto di una costruzione teorica, ma la previsione di un apparato normativo. Anche il margine di apprezzamento riconosciuto agli Stati aderenti alla medesima Convenzione per l’attuazione del dettato pattizio è subordinato al controllo della Corte europea, la quale può verificare che non vengano superati i limiti esegetici individuati come legittimi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.