Football Medicine Strategies for Muscle and Tendon Injuries: ecco il titolo dell’annuale Congresso Isokinetic tenutosi al Queen Elizabeth II Conference Centre di Londra nei giorni 20 e 21 aprile con più di 1.200 partecipanti. A completamento delle giornate di formazione e di aggiornamento i lavori congressuali sono proseguiti nella giornata di lunedì 22 allo stadio di Wembley con un workshop intitolato The Science of Football Summit, al quale hanno contribuito soprattutto allenatori e preparatori sportivi per traslare il dibattito medico-scientifico alle esperienze sul campo. L’evento, realizzato per la seconda volta nella capitale inglese in collaborazione con la FIFA e con la Football Association inglese, è stato un importante momento di confronto tra esperti della grande famiglia della Football Medicine e occasione per celebrare l’apertura del Nuovo Centro Isokinetic nell’esclusiva zona di Londra in Harley Street. (Foto nr.2) È il presidente Isokinetic, Stefano Della Villa, a delineare le motivazioni che hanno spinto a esportare un prodotto italiano di successo: “L’idea che sosteniamo è quella di sviluppare in Inghilterra quello che abbiamo creato in Italia 25 anni fa e sperimentato su migliaia di pazienti nelle nostre diverse sedi. Vorremmo che un atleta venisse curato non tenendo in considerazione solo la diagnosi della lesione, ma puntando soprattutto al recupero funzionale completo. Quindi, la nostra visione è quella di cambiare il paradigma spostando il focus dall’injury al recovery. L’obiettivo principale? Mettere in relazione tutte le figure professionali che intervengono nel processo di cura dell’atleta infortunato. Nostro desiderio è di portare a Londra un modello che, invece di ‘sezionare’ verticalmente l’atleta con l’intervento di tanti specialisti uno di fianco all’altro, lo tagli orizzontalmente portandolo dall’inizio alla fine del processo di guarigione.” Un confronto a 360 gradi Il metodo Isokinetic viene gestito e organizzato dall’Education & Research Department diretto da Giulio Sergio Roi, che dalla sede di Bologna coordina tutte le attività di formazione e di aggiornamento scientifico. Proprio il Centro Studi, cuore culturale del gruppo, è stato l’ente organizzatore del Congresso 2013 di Londra, che ha avuto come focus le lesioni muscolari e tendinee e che si è svolto con sessioni plenarie, parallele, contributi poster, comunicazioni orali, workshops e simposi. Il programma presentava un approccio multidisciplinare per mettere a disposizione della platea una versione ampia della tematica. Spesso, questo tipo di lesioni vengono trattate in maniera specialistica, ma con un’insufficiente comunicazione tra i diversi operatori coinvolti nel processo di recupero. Così medici dello sport, chirurghi ortopedici, specialisti della riabilitazione, preparatori e allenatori si sono confrontati sulla delicata questione del ritorno in campo dell’atleta infortunato. Sono state presentate le problematiche più comuni riguardanti gli infortuni muscolari e tendinei del calciatore: da quelli più frequenti a carico degli arti inferiori (come le lesioni muscolari agli ischiocrurali e al quadricipite, le tendinopatie achillee e rotulee), alle patologie tipiche del calciatore come la pubalgia e il conflitto femoro-acetabolare fino a quelle meno comuni a livello degli arti superiori e del rachide. L’incontro londinese ha consentito anche di sottolineare l’importanza di programmi preventivi a fronte dei cambiamenti avvenuti nel calcio professionistico degli ultimi anni in termini di numero di partite giocate e ricorso a terreni in erba sintetica e analizzare le più recenti frontiere terapeutiche per le lesioni tendinee e muscolari. (FOTO nr.3) L’importanza del riscaldamento La sessione dei lavori è stata aperta da Jiri Dvorak, direttore del Medical Assessment Research Centre (F-MARC) della FIFA, che ha analizzato i dati epidemiologici della FIFA stessa, evidenziando un’incidenza di 2,5 infortuni per match disputato, ovvero 76 infortuni per 1.000 ore di gioco. Il trend è negli ultimi anni in riduzione nella popolazione di calciatori maschile, mentre è in aumento in quella femminile. Per entrare nei dettagli, sono proprio le lesioni da contatto diretto a essere più alte in ambito femminile, mentre quelle di altra natura, sempre a carico delle strutture muscolari e tendinee, sono ancora il doppio nel campione maschile. Il rappresentante del Medical Board della FIFA ha proposto un’azione preventiva a due vie che agisca sia coinvolgendo l’International Football Association Board (IFAB) nella modifica dei regolamenti di gioco e richiedendo una precisa applicazione delle sanzioni da parte degli arbitri anche in squadre di livello inferiore, sia proponendo l’inserimento sistematico di un programma di warm-up, su modello FIFA 11+ (http://f-marc.com/11plus), che si è ormai rivelato efficace nel ridurre gli infortuni da non-contatto soprattutto a livello degli arti inferiori. Jan Ekstrand, esponente del Football Research Group svedese e vicepresidente del comitato medico dell’UEFA, ha riportato casistiche che evidenziano l’elevata frequenza delle lesioni muscolari; rappresentano ben il 36% di tutti gli infortuni nel calcio. Addirittura il 92% di tutti gli infortuni muscolari agli arti inferiori riguardano i seguenti quattro gruppi muscolari: ischiocrurali (37%), adduttori (23%), quadricipite (19%) e tricipite surale (13%). Anche Fabrizio Tencone, membro di Isokinetic e medico sociale della Juventus, ha approfondito l’argomento soffermandosi in particolare sulle lesioni muscolari agli hamstrings (flessori della gamba o ischiocrurali). Il gruppo muscolare della parte posteriore della coscia rappresenta la zona con più alta incidenza di infortuni nei calciatori di serie A degli ultimi venti anni con una prevalenza di lesioni (più dell’80%) a carico del capo lungo del bicipite femorale. Tencone ha evidenziato che l’approccio terapeutico ha subito sostanziali variazioni negli ultimi anni. Si è passati dal massaggio, consigliato negli anni novanta, all’attuale intervento attraverso l’esercizio in regime eccentrico. A questo proposito si è confermato che con l’applicazione continua di proposte specifiche come il Nordic Hamstring Exercise, presente nel programma preventivo 11+, si possono ridurre sensibilmente gli infortuni muscolari agli hamstrings, prevenendo possibili recidive e garantendo così una miglior continuità di gioco. Anche Nicolas Mathieu, docente universitario e fisioterapista della nazionale svizzera U21, ha posto l’accento sulla bontà del programma preventivo 11+, in particolar modo a livello degli arti inferiori e nella riduzione dei fattori di rischio intrinseci. Se il programma viene seguito per almeno 20 minuti due volte la settimana può garantire una riduzione degli infortuni pari al 30%. Il calcio si caratterizza come un gioco ad alta intensità con repentini cambi di direzione, decelerazioni, sprint e azioni di tipo esplosivo e dunque necessita di un’adeguata pre-attivazione muscolare a partire già dal riscaldamento. Tutta la comunità medico-scientifica che si muove attorno al calcio è consapevole del fatto che si debba andare in una direzione di prevenzione. Un’efficace strategia preventiva diventa la sfida più grande per ottenere un rapido e sicuro ritorno all’attività sportiva senza il rischio di ricadute. Le linee guida Come hanno sottolineato i Gianni Nanni e Giulio Sergio Roi di Isokinetic Bologna, gli infortuni da trauma indiretto hanno un’eziologia multifattoriale e dunque un’efficace azione preventiva dovrebbe tenere conto delle caratteristiche biologiche, anatomiche, biomeccaniche nonché dei fattori psicosociali come lo stile di vita dell’atleta e la sua capacità di gestire l’ansia. I numerosi casi di recidive, per le lesioni muscolari, suggeriscono che spesso il processo di guarigione non è completo e si ritorna a giocare prima del tempo occorrente per un corretto ripristino della funzionalità. Diventa, quindi, fondamentale utilizzare specifici protocolli di ricondizionamento per ridurre il rischio di nuovi infortuni. Le linee guida di Isokinetic richiedono di rispettare le 5 fasi di riabilitazione e progressione del carico e precisamente: • controllo del dolore e dell’infiammazione; • ripristino della mobilità e della flessibilità; • ripristino di forza e resistenza; • ripristino della coordinazione e della propriocezione; • ripristino dei gesti tecnici specifici. Proporre un approccio riabilitativo multidisciplinare usando diversi ambienti come piscina, palestra e campo e rispettando sempre i risultati di ogni fase. Tutto ciò ricordando sempre il giuramento d’Ippocrate e la definizione di salute data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia che la salute non è la semplice assenza di malattia, ma è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Esercizi per la forza in regime eccentrico e di pliometria risultano efficaci nella prevenzione di nuovi infortuni così come la correzione di squilibri muscolari e l’effettuazione di test da campo per valutare il completo recupero. Il giusto approccio All’interno di un contesto di medicina preventiva si inseriscono i contributi di numerose interessanti sessioni di lavoro presentate sul corretto approccio diagnostico alle lesioni di muscoli e tendini. L’obiettivo comune è preservare il processo di guarigione nel tempo, rinforzando la “catena terapeutica” per ottenere la prevenzione delle recidive e il mantenimento dello stato di salute dell’atleta. Hans Muller-Wohlfahrt, responsabile medico dei calciatori professionisti della Bundesliga tedesca sin dalla metà degli anni settanta, ha portato i contributi della sua esperienza nella gestione delle lesioni muscolari. Il medico tedesco ha, inoltre, presentato la recente proposta di un nuovo sistema di classificazione per gli infortuni muscolari grazie alla dichiarazione di consenso di un gruppo internazionale di esperti (lavoro recentemente pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, http://bjsm.bmj.com). La divisione tra infortuni muscolari classificati come “strutturali” con danno alle fibre e ai tessuti e presenza di ematoma e “funzionali” con dolore simile a quello di un crampo e una contrattura muscolare circondata da edema, permette di classificare in maniera precisa i traumi muscolari di tipo indiretto e le loro caratteristiche. I due tipi di lesioni richiedono per la risoluzione rispettivamente da 12 a 14 giorni i primi e circa 5 i secondi. Il gruppo di Nicola Maffulli, chirurgo ortopedico della Queen Mary University di Londra, indica, tuttavia, una diversa classificazione basata prevalentemente sulla localizzazione (differenziando tra lesioni alla giunzione miotendinea o in sede prossimale-media-distale del ventre muscolare interessato) e sul coinvolgimento strutturale della lesione (intramuscolare, miofasciale, perifasciale, muscolotendineo, combinato). Anche Francesco Oliva, chirurgo ortopedico di Roma e socio fondatore di ISMu.LT (Italian Society of Muscles, Ligaments and Tendons) sostiene che vi sarà ancora da discutere per trovare un definitivo accordo, ma un grosso contributo è stato dato per apportare un linguaggio condiviso e una classificazione comprensiva che permetteranno di aiutare la fase diagnostica e il clinico nella pratica medica quotidiana. Nikos Malliaropulos, medico dello sport e segretario generale di ECOSEP (European College of Sports and Exercise Physicians) ha parlato di valutazione prognostica e si è espresso sulle lesioni muscolari degli hamstrings. La valutazione, a circa 48 ore dal trauma, del ROM attivo di ginocchio nell’arto infortunato rispetto al controlaterale può diventare un utile indice di valutazione del danno. Secondo Malliaropulos la differenza in gradi tra i due arti correla con i tempi di recupero dall’infortunio permettendo di indirizzare il clinico nel percorso di cura. Le lesioni tendinee Le problematiche legate alle lesioni tendinee sono state affrontate soprattutto durante il Simposio dell’UCL (University College London). Diversi esperti, tra cui Steve Harridge e Marco Cardinale hanno evidenziato le attuali possibilità terapeutiche attraverso cellule staminali e vibrazioni. Anche Lorenzo Boldrini (Isokinetic Milano) e Lluis Til i Perez, medico consulente del Barcellona, hanno messo in luce aspetti legati alle problematiche tendinee. Boldrini ricorda che sono ben noti gli effetti benefici dell’esercizio eccentrico, già proposto da Stanish negli anni ‘80 e poi ripreso da Alfredson nel 1998-2002. Essendo la percentuale di successo con il solo esercizio quasi esclusivamente limitata alle tendinopatie cronicizzate, in particolare negli sportivi di resistenza, Hakan Alfredson, dell’Università di Umea in Svezia, ha presentato anche i dati della sua prolungata esperienza con trattamento infiltrativo sclerosante e chirurgia minivasiva con “scraping tendineo” (raschiatura). Una volta di più è stato rimarcato il concetto del trattamento della parte che circonda il tendine, cioè quella dove si verifica il processo di neovascolarizzazione e dove è la maggior innervazione. Altri trattamenti promettenti, ma sui quali devono essere ancora acquisiti dati univoci di validità, sono le applicazioni dei preparati di plasma piastrinici concentrati (PRP) e di cellule staminali nella direzione di una medicina sempre più rigenerativa. Furio Danelon, medico del gruppo milanese di Isokinetic, ha portato la propria esperienza di anni di positivo utilizzo delle onde d’urto extracorporee nel trattamento di tendiniti rotulee, quadricipitali e achillee, nonché nelle fasciti plantari. Casi clinici e altri contributi innovativi sono stati aggiunti da diversi partecipanti ai lavori congressuali, alimentando la discussione e la crescita della comunità scientifica per la medicina applicata al calcio. Contorno del congresso sono state una serie di selezionate aziende del settore. Tra queste l’italiana Technogym, che ha presentato la nuova Leg Press MED. È stato Fabrizio Cecchinelli, a spiegare l’utilizzo di questa macchina a combinazione di resistenza gravitazionale ed elastica che, riproducendo il movimento base dello squat, offre diverse possibilità di intervento preventivo o di recupero funzionale a carico degli arti inferiori. (Foto nr.4) Verso il campo A completamento dell’interessante programma congressuale si è poi svolto il giorno seguente – a Wembley – una terza giornata di lavori sulle “esperienze dal campo” nella gestione dell’infortunio del calciatore: numerosi i contributi di importanti esponenti del mondo della medicina del calcio. Hanno aperto i lavori Ian Beasley, Football Association Inglese e Roy Hodgson, che hanno moderato un’interessante sessione sulla distribuzione dei carichi d’allenamento. Sessione in cui Giuseppe Banfi (Università di Milano) ha parlato di overtraining e overreaching accompagnato dagli interventi di Roberto Sassi e Brian English, rispettivamente responsabile del Training Check della Juventus il primo e direttore medico responsabile del centro Isokinetic di Londra il secondo. A seguire il focus sulla fatica come fattore di rischio negli infortuni con interventi di Jens Bangsbo, Ermanno Rampinini moderati dai Marco Narici e Barry Drust delle Università inglesi di Nottingham e Liverpool. Interessanti anche le relazioni sulle modalità di esercizio terapeutico, sui criteri di ritorno allo sport e sulle valutazioni delle caratteristiche funzionali e prestative dopo l’infortunio. Si è ribadito che il perfezionamento della fase di ritorno al gioco potrà essere raggiunto solo con la stretta collaborazione di più figure professionali nel processo di cura (dall’ortopedico, al fisiatra, medico dello sport, fisioterapista, preparatore atletico, chiropratico…) In chiusura di mattinata, una tavola rotonda ha visto ancora la partecipazione di Roy Hodgson e altri personaggi del calcio intervenuti al simposio per portare la propria esperienza. Nel pomeriggio, diverse sessioni video, introdotte da Stefano Della Villa, hanno completato il programma del summit, aggiungendo suggerimenti pratici e modelli di esercitazioni per un efficace recupero funzionale. In definitiva, una tre giorni di lavori intensa e di qualità in ambito ortopedico, riabilitativo e sportivo applicato al calcio, arricchita da uno spettacolare Gala Dinner svoltosi il venerdì sera al Victoria & Albert Museum. Questo importante appuntamento annuale troverà la sua continuità nell’evento del prossimo anno previsto a Milano (22-24 marzo 2014) dal tema Football Medicine Strategies for Joint and Ligament Injuries.

Vago, P., LA MEDICINA DELLO SPORT ITALIANA SBARCA A LONDRA, <<SCIENZA & SPORT>>, 2013; (Luglio - SETTEMBRE): 13-20 [http://hdl.handle.net/10807/45471]

LA MEDICINA DELLO SPORT ITALIANA SBARCA A LONDRA

Vago, Paola
2013

Abstract

Football Medicine Strategies for Muscle and Tendon Injuries: ecco il titolo dell’annuale Congresso Isokinetic tenutosi al Queen Elizabeth II Conference Centre di Londra nei giorni 20 e 21 aprile con più di 1.200 partecipanti. A completamento delle giornate di formazione e di aggiornamento i lavori congressuali sono proseguiti nella giornata di lunedì 22 allo stadio di Wembley con un workshop intitolato The Science of Football Summit, al quale hanno contribuito soprattutto allenatori e preparatori sportivi per traslare il dibattito medico-scientifico alle esperienze sul campo. L’evento, realizzato per la seconda volta nella capitale inglese in collaborazione con la FIFA e con la Football Association inglese, è stato un importante momento di confronto tra esperti della grande famiglia della Football Medicine e occasione per celebrare l’apertura del Nuovo Centro Isokinetic nell’esclusiva zona di Londra in Harley Street. (Foto nr.2) È il presidente Isokinetic, Stefano Della Villa, a delineare le motivazioni che hanno spinto a esportare un prodotto italiano di successo: “L’idea che sosteniamo è quella di sviluppare in Inghilterra quello che abbiamo creato in Italia 25 anni fa e sperimentato su migliaia di pazienti nelle nostre diverse sedi. Vorremmo che un atleta venisse curato non tenendo in considerazione solo la diagnosi della lesione, ma puntando soprattutto al recupero funzionale completo. Quindi, la nostra visione è quella di cambiare il paradigma spostando il focus dall’injury al recovery. L’obiettivo principale? Mettere in relazione tutte le figure professionali che intervengono nel processo di cura dell’atleta infortunato. Nostro desiderio è di portare a Londra un modello che, invece di ‘sezionare’ verticalmente l’atleta con l’intervento di tanti specialisti uno di fianco all’altro, lo tagli orizzontalmente portandolo dall’inizio alla fine del processo di guarigione.” Un confronto a 360 gradi Il metodo Isokinetic viene gestito e organizzato dall’Education & Research Department diretto da Giulio Sergio Roi, che dalla sede di Bologna coordina tutte le attività di formazione e di aggiornamento scientifico. Proprio il Centro Studi, cuore culturale del gruppo, è stato l’ente organizzatore del Congresso 2013 di Londra, che ha avuto come focus le lesioni muscolari e tendinee e che si è svolto con sessioni plenarie, parallele, contributi poster, comunicazioni orali, workshops e simposi. Il programma presentava un approccio multidisciplinare per mettere a disposizione della platea una versione ampia della tematica. Spesso, questo tipo di lesioni vengono trattate in maniera specialistica, ma con un’insufficiente comunicazione tra i diversi operatori coinvolti nel processo di recupero. Così medici dello sport, chirurghi ortopedici, specialisti della riabilitazione, preparatori e allenatori si sono confrontati sulla delicata questione del ritorno in campo dell’atleta infortunato. Sono state presentate le problematiche più comuni riguardanti gli infortuni muscolari e tendinei del calciatore: da quelli più frequenti a carico degli arti inferiori (come le lesioni muscolari agli ischiocrurali e al quadricipite, le tendinopatie achillee e rotulee), alle patologie tipiche del calciatore come la pubalgia e il conflitto femoro-acetabolare fino a quelle meno comuni a livello degli arti superiori e del rachide. L’incontro londinese ha consentito anche di sottolineare l’importanza di programmi preventivi a fronte dei cambiamenti avvenuti nel calcio professionistico degli ultimi anni in termini di numero di partite giocate e ricorso a terreni in erba sintetica e analizzare le più recenti frontiere terapeutiche per le lesioni tendinee e muscolari. (FOTO nr.3) L’importanza del riscaldamento La sessione dei lavori è stata aperta da Jiri Dvorak, direttore del Medical Assessment Research Centre (F-MARC) della FIFA, che ha analizzato i dati epidemiologici della FIFA stessa, evidenziando un’incidenza di 2,5 infortuni per match disputato, ovvero 76 infortuni per 1.000 ore di gioco. Il trend è negli ultimi anni in riduzione nella popolazione di calciatori maschile, mentre è in aumento in quella femminile. Per entrare nei dettagli, sono proprio le lesioni da contatto diretto a essere più alte in ambito femminile, mentre quelle di altra natura, sempre a carico delle strutture muscolari e tendinee, sono ancora il doppio nel campione maschile. Il rappresentante del Medical Board della FIFA ha proposto un’azione preventiva a due vie che agisca sia coinvolgendo l’International Football Association Board (IFAB) nella modifica dei regolamenti di gioco e richiedendo una precisa applicazione delle sanzioni da parte degli arbitri anche in squadre di livello inferiore, sia proponendo l’inserimento sistematico di un programma di warm-up, su modello FIFA 11+ (http://f-marc.com/11plus), che si è ormai rivelato efficace nel ridurre gli infortuni da non-contatto soprattutto a livello degli arti inferiori. Jan Ekstrand, esponente del Football Research Group svedese e vicepresidente del comitato medico dell’UEFA, ha riportato casistiche che evidenziano l’elevata frequenza delle lesioni muscolari; rappresentano ben il 36% di tutti gli infortuni nel calcio. Addirittura il 92% di tutti gli infortuni muscolari agli arti inferiori riguardano i seguenti quattro gruppi muscolari: ischiocrurali (37%), adduttori (23%), quadricipite (19%) e tricipite surale (13%). Anche Fabrizio Tencone, membro di Isokinetic e medico sociale della Juventus, ha approfondito l’argomento soffermandosi in particolare sulle lesioni muscolari agli hamstrings (flessori della gamba o ischiocrurali). Il gruppo muscolare della parte posteriore della coscia rappresenta la zona con più alta incidenza di infortuni nei calciatori di serie A degli ultimi venti anni con una prevalenza di lesioni (più dell’80%) a carico del capo lungo del bicipite femorale. Tencone ha evidenziato che l’approccio terapeutico ha subito sostanziali variazioni negli ultimi anni. Si è passati dal massaggio, consigliato negli anni novanta, all’attuale intervento attraverso l’esercizio in regime eccentrico. A questo proposito si è confermato che con l’applicazione continua di proposte specifiche come il Nordic Hamstring Exercise, presente nel programma preventivo 11+, si possono ridurre sensibilmente gli infortuni muscolari agli hamstrings, prevenendo possibili recidive e garantendo così una miglior continuità di gioco. Anche Nicolas Mathieu, docente universitario e fisioterapista della nazionale svizzera U21, ha posto l’accento sulla bontà del programma preventivo 11+, in particolar modo a livello degli arti inferiori e nella riduzione dei fattori di rischio intrinseci. Se il programma viene seguito per almeno 20 minuti due volte la settimana può garantire una riduzione degli infortuni pari al 30%. Il calcio si caratterizza come un gioco ad alta intensità con repentini cambi di direzione, decelerazioni, sprint e azioni di tipo esplosivo e dunque necessita di un’adeguata pre-attivazione muscolare a partire già dal riscaldamento. Tutta la comunità medico-scientifica che si muove attorno al calcio è consapevole del fatto che si debba andare in una direzione di prevenzione. Un’efficace strategia preventiva diventa la sfida più grande per ottenere un rapido e sicuro ritorno all’attività sportiva senza il rischio di ricadute. Le linee guida Come hanno sottolineato i Gianni Nanni e Giulio Sergio Roi di Isokinetic Bologna, gli infortuni da trauma indiretto hanno un’eziologia multifattoriale e dunque un’efficace azione preventiva dovrebbe tenere conto delle caratteristiche biologiche, anatomiche, biomeccaniche nonché dei fattori psicosociali come lo stile di vita dell’atleta e la sua capacità di gestire l’ansia. I numerosi casi di recidive, per le lesioni muscolari, suggeriscono che spesso il processo di guarigione non è completo e si ritorna a giocare prima del tempo occorrente per un corretto ripristino della funzionalità. Diventa, quindi, fondamentale utilizzare specifici protocolli di ricondizionamento per ridurre il rischio di nuovi infortuni. Le linee guida di Isokinetic richiedono di rispettare le 5 fasi di riabilitazione e progressione del carico e precisamente: • controllo del dolore e dell’infiammazione; • ripristino della mobilità e della flessibilità; • ripristino di forza e resistenza; • ripristino della coordinazione e della propriocezione; • ripristino dei gesti tecnici specifici. Proporre un approccio riabilitativo multidisciplinare usando diversi ambienti come piscina, palestra e campo e rispettando sempre i risultati di ogni fase. Tutto ciò ricordando sempre il giuramento d’Ippocrate e la definizione di salute data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia che la salute non è la semplice assenza di malattia, ma è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Esercizi per la forza in regime eccentrico e di pliometria risultano efficaci nella prevenzione di nuovi infortuni così come la correzione di squilibri muscolari e l’effettuazione di test da campo per valutare il completo recupero. Il giusto approccio All’interno di un contesto di medicina preventiva si inseriscono i contributi di numerose interessanti sessioni di lavoro presentate sul corretto approccio diagnostico alle lesioni di muscoli e tendini. L’obiettivo comune è preservare il processo di guarigione nel tempo, rinforzando la “catena terapeutica” per ottenere la prevenzione delle recidive e il mantenimento dello stato di salute dell’atleta. Hans Muller-Wohlfahrt, responsabile medico dei calciatori professionisti della Bundesliga tedesca sin dalla metà degli anni settanta, ha portato i contributi della sua esperienza nella gestione delle lesioni muscolari. Il medico tedesco ha, inoltre, presentato la recente proposta di un nuovo sistema di classificazione per gli infortuni muscolari grazie alla dichiarazione di consenso di un gruppo internazionale di esperti (lavoro recentemente pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, http://bjsm.bmj.com). La divisione tra infortuni muscolari classificati come “strutturali” con danno alle fibre e ai tessuti e presenza di ematoma e “funzionali” con dolore simile a quello di un crampo e una contrattura muscolare circondata da edema, permette di classificare in maniera precisa i traumi muscolari di tipo indiretto e le loro caratteristiche. I due tipi di lesioni richiedono per la risoluzione rispettivamente da 12 a 14 giorni i primi e circa 5 i secondi. Il gruppo di Nicola Maffulli, chirurgo ortopedico della Queen Mary University di Londra, indica, tuttavia, una diversa classificazione basata prevalentemente sulla localizzazione (differenziando tra lesioni alla giunzione miotendinea o in sede prossimale-media-distale del ventre muscolare interessato) e sul coinvolgimento strutturale della lesione (intramuscolare, miofasciale, perifasciale, muscolotendineo, combinato). Anche Francesco Oliva, chirurgo ortopedico di Roma e socio fondatore di ISMu.LT (Italian Society of Muscles, Ligaments and Tendons) sostiene che vi sarà ancora da discutere per trovare un definitivo accordo, ma un grosso contributo è stato dato per apportare un linguaggio condiviso e una classificazione comprensiva che permetteranno di aiutare la fase diagnostica e il clinico nella pratica medica quotidiana. Nikos Malliaropulos, medico dello sport e segretario generale di ECOSEP (European College of Sports and Exercise Physicians) ha parlato di valutazione prognostica e si è espresso sulle lesioni muscolari degli hamstrings. La valutazione, a circa 48 ore dal trauma, del ROM attivo di ginocchio nell’arto infortunato rispetto al controlaterale può diventare un utile indice di valutazione del danno. Secondo Malliaropulos la differenza in gradi tra i due arti correla con i tempi di recupero dall’infortunio permettendo di indirizzare il clinico nel percorso di cura. Le lesioni tendinee Le problematiche legate alle lesioni tendinee sono state affrontate soprattutto durante il Simposio dell’UCL (University College London). Diversi esperti, tra cui Steve Harridge e Marco Cardinale hanno evidenziato le attuali possibilità terapeutiche attraverso cellule staminali e vibrazioni. Anche Lorenzo Boldrini (Isokinetic Milano) e Lluis Til i Perez, medico consulente del Barcellona, hanno messo in luce aspetti legati alle problematiche tendinee. Boldrini ricorda che sono ben noti gli effetti benefici dell’esercizio eccentrico, già proposto da Stanish negli anni ‘80 e poi ripreso da Alfredson nel 1998-2002. Essendo la percentuale di successo con il solo esercizio quasi esclusivamente limitata alle tendinopatie cronicizzate, in particolare negli sportivi di resistenza, Hakan Alfredson, dell’Università di Umea in Svezia, ha presentato anche i dati della sua prolungata esperienza con trattamento infiltrativo sclerosante e chirurgia minivasiva con “scraping tendineo” (raschiatura). Una volta di più è stato rimarcato il concetto del trattamento della parte che circonda il tendine, cioè quella dove si verifica il processo di neovascolarizzazione e dove è la maggior innervazione. Altri trattamenti promettenti, ma sui quali devono essere ancora acquisiti dati univoci di validità, sono le applicazioni dei preparati di plasma piastrinici concentrati (PRP) e di cellule staminali nella direzione di una medicina sempre più rigenerativa. Furio Danelon, medico del gruppo milanese di Isokinetic, ha portato la propria esperienza di anni di positivo utilizzo delle onde d’urto extracorporee nel trattamento di tendiniti rotulee, quadricipitali e achillee, nonché nelle fasciti plantari. Casi clinici e altri contributi innovativi sono stati aggiunti da diversi partecipanti ai lavori congressuali, alimentando la discussione e la crescita della comunità scientifica per la medicina applicata al calcio. Contorno del congresso sono state una serie di selezionate aziende del settore. Tra queste l’italiana Technogym, che ha presentato la nuova Leg Press MED. È stato Fabrizio Cecchinelli, a spiegare l’utilizzo di questa macchina a combinazione di resistenza gravitazionale ed elastica che, riproducendo il movimento base dello squat, offre diverse possibilità di intervento preventivo o di recupero funzionale a carico degli arti inferiori. (Foto nr.4) Verso il campo A completamento dell’interessante programma congressuale si è poi svolto il giorno seguente – a Wembley – una terza giornata di lavori sulle “esperienze dal campo” nella gestione dell’infortunio del calciatore: numerosi i contributi di importanti esponenti del mondo della medicina del calcio. Hanno aperto i lavori Ian Beasley, Football Association Inglese e Roy Hodgson, che hanno moderato un’interessante sessione sulla distribuzione dei carichi d’allenamento. Sessione in cui Giuseppe Banfi (Università di Milano) ha parlato di overtraining e overreaching accompagnato dagli interventi di Roberto Sassi e Brian English, rispettivamente responsabile del Training Check della Juventus il primo e direttore medico responsabile del centro Isokinetic di Londra il secondo. A seguire il focus sulla fatica come fattore di rischio negli infortuni con interventi di Jens Bangsbo, Ermanno Rampinini moderati dai Marco Narici e Barry Drust delle Università inglesi di Nottingham e Liverpool. Interessanti anche le relazioni sulle modalità di esercizio terapeutico, sui criteri di ritorno allo sport e sulle valutazioni delle caratteristiche funzionali e prestative dopo l’infortunio. Si è ribadito che il perfezionamento della fase di ritorno al gioco potrà essere raggiunto solo con la stretta collaborazione di più figure professionali nel processo di cura (dall’ortopedico, al fisiatra, medico dello sport, fisioterapista, preparatore atletico, chiropratico…) In chiusura di mattinata, una tavola rotonda ha visto ancora la partecipazione di Roy Hodgson e altri personaggi del calcio intervenuti al simposio per portare la propria esperienza. Nel pomeriggio, diverse sessioni video, introdotte da Stefano Della Villa, hanno completato il programma del summit, aggiungendo suggerimenti pratici e modelli di esercitazioni per un efficace recupero funzionale. In definitiva, una tre giorni di lavori intensa e di qualità in ambito ortopedico, riabilitativo e sportivo applicato al calcio, arricchita da uno spettacolare Gala Dinner svoltosi il venerdì sera al Victoria & Albert Museum. Questo importante appuntamento annuale troverà la sua continuità nell’evento del prossimo anno previsto a Milano (22-24 marzo 2014) dal tema Football Medicine Strategies for Joint and Ligament Injuries.
2013
Italiano
Vago, P., LA MEDICINA DELLO SPORT ITALIANA SBARCA A LONDRA, <<SCIENZA & SPORT>>, 2013; (Luglio - SETTEMBRE): 13-20 [http://hdl.handle.net/10807/45471]
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