Il motto dell’UE « Uniti nella diversità » rinvia alla ricchezza di tradizioni, culture e lingue presenti in Europa, ma per far sì che esso non rimanga confinato nel libro delle buone intenzioni, è tempo di considerare la formazione dell’educatore (pluri)linguistico come il punto di partenza della riqualificazione del mestiere di insegnante. Una professione che esige non solo l’acquisizione di competenze, ma anche di sollecitazioni alla mobilità (lavorare e studiare nei paesi dell’UE e non solo in patria) e al partenariato (formazione in alternanza, in collaborazione con scuole, enti e università). Così, se il plurilinguismo è il nuovo quadro strategico in seno al quale va costruita la professionalità dell’educatore (pluri)linguistico di oggi/domani, abbiamo ritenuto necessario, con il presente contributo, sintetizzare un lavoro di ricerca-azione durato quasi quattro anni, che ha visto il coinvolgimento di attori diversi (Università, scuola, neo-diplomati della SSIS). Sono state così ripercorse non solo le tappe della formazione dei docenti italiani negli ultimi trent’anni, ma si è riflettuto sulla necessità di pervenire a delineare il profilo del docente di lingue attraverso l’acronimo A.N.D.R.O.M.E.D.A. (Aggiornamento, Nuove tecnologie, Didattica delle lingue, Ricerca-azione, Organizzazione, Mentore, Esperienze europee, Diversità di lingue e culture, Autovalutazione), come di colui che si fa educatore (pluri)linguistico nel contesto culturale sempre più eterogeneo e dinamico che caratterizza la nostra società della conoscenza.
Bosisio, C., Gabrinetti, M. M., Vers des enseignants éducateurs plurilinguistiques, <<LES CAHIERS DE L'ASDIFLE>>, 2010; (21): 134-143 [http://hdl.handle.net/10807/4434]
Vers des enseignants éducateurs plurilinguistiques
Bosisio, Cristina;Gabrinetti, Marelia Marina
2010
Abstract
Il motto dell’UE « Uniti nella diversità » rinvia alla ricchezza di tradizioni, culture e lingue presenti in Europa, ma per far sì che esso non rimanga confinato nel libro delle buone intenzioni, è tempo di considerare la formazione dell’educatore (pluri)linguistico come il punto di partenza della riqualificazione del mestiere di insegnante. Una professione che esige non solo l’acquisizione di competenze, ma anche di sollecitazioni alla mobilità (lavorare e studiare nei paesi dell’UE e non solo in patria) e al partenariato (formazione in alternanza, in collaborazione con scuole, enti e università). Così, se il plurilinguismo è il nuovo quadro strategico in seno al quale va costruita la professionalità dell’educatore (pluri)linguistico di oggi/domani, abbiamo ritenuto necessario, con il presente contributo, sintetizzare un lavoro di ricerca-azione durato quasi quattro anni, che ha visto il coinvolgimento di attori diversi (Università, scuola, neo-diplomati della SSIS). Sono state così ripercorse non solo le tappe della formazione dei docenti italiani negli ultimi trent’anni, ma si è riflettuto sulla necessità di pervenire a delineare il profilo del docente di lingue attraverso l’acronimo A.N.D.R.O.M.E.D.A. (Aggiornamento, Nuove tecnologie, Didattica delle lingue, Ricerca-azione, Organizzazione, Mentore, Esperienze europee, Diversità di lingue e culture, Autovalutazione), come di colui che si fa educatore (pluri)linguistico nel contesto culturale sempre più eterogeneo e dinamico che caratterizza la nostra società della conoscenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.