I discorsi di Benedetto XVI a Regensburg, alla Sapienza e al Collège des Bernardins, ripercorrendo la questione dei rapporti tra ragione e fede, mostrano le tragedie che possono nascere là dove questi rapporti siano vissuti in maniera conflittuale e nello stesso tempo indicano nella storia del monachesimo l’esperienza di una loro fruttuosa armonizzazione. La tradizione russa offre un’identica documentazione, mostrando come la pretesa dell’uomo di emanciparsi da Dio danneggi innanzitutto l’uomo stesso. La verità dell’uomo è nel suo riscoprirsi ad immagine di Dio e nel suo riscoprire la via regale, quella che nel Cristo di Calcedonia non contrappone più il divino all’umano, ma li unisce senza confusione e senza separazione. In questa unità è possibile riscoprire un nuovo senso del lavoro e della bellezza: il lavoro dell’uomo cessa di essere un mero strumento e diventa la risposta all’eterno operare di Dio e la bellezza diventa il riflesso dell’immagine di Dio nelle cose.
Dell'Asta, A., Da Regensburg al Collège des Bernardins: la via regale della conoscenza e della vita, <<LA NUOVA EUROPA>>, 2010; (1): 17-26 [http://hdl.handle.net/10807/43255]
Da Regensburg al Collège des Bernardins: la via regale della conoscenza e della vita
Dell'Asta, Adriano
2010
Abstract
I discorsi di Benedetto XVI a Regensburg, alla Sapienza e al Collège des Bernardins, ripercorrendo la questione dei rapporti tra ragione e fede, mostrano le tragedie che possono nascere là dove questi rapporti siano vissuti in maniera conflittuale e nello stesso tempo indicano nella storia del monachesimo l’esperienza di una loro fruttuosa armonizzazione. La tradizione russa offre un’identica documentazione, mostrando come la pretesa dell’uomo di emanciparsi da Dio danneggi innanzitutto l’uomo stesso. La verità dell’uomo è nel suo riscoprirsi ad immagine di Dio e nel suo riscoprire la via regale, quella che nel Cristo di Calcedonia non contrappone più il divino all’umano, ma li unisce senza confusione e senza separazione. In questa unità è possibile riscoprire un nuovo senso del lavoro e della bellezza: il lavoro dell’uomo cessa di essere un mero strumento e diventa la risposta all’eterno operare di Dio e la bellezza diventa il riflesso dell’immagine di Dio nelle cose.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.