Dopo una manifestazione di apprezzamento per il volume di Ferrer Beltrán su “La valutazione razionale della prova”, di cui sono condivisibili molte considerazioni, l’attenzione si sofferma anzitutto sull’affermato legame tra la tradizione razionalista processuale e la teoria corrispondentista della verità, presentata come se vi aderisse pure Tarski. Viene così individuato un fraintendimento nell’interpretazione della concezione semantica della verità sostenuta da Tarski; si sostiene infatti che essa può essere applicata al processo in una società multiculturale proprio perché neutrale rispetto alle diverse convinzioni epistemologiche. Si chiarisce infine che il canone dell’“oltre ogni ragionevole dubbio”, riguardando lo standard del convincimento del giudice, va considerato alla stregua non di un criterio per l’ottenimento di una ricostruzione fattuale sulla base delle prove esperite, ma di un canone di decisione per poter ritenere che quest’ultima, ormai raggiunta, sia idonea a fungere da fondamento per una condanna.

Ubertis, G., Razionalismo processuale e verità, <<IL GIUSTO PROCESSO CIVILE>>, 2013; (1): 325-333 [http://hdl.handle.net/10807/42885]

Razionalismo processuale e verità

Ubertis, Giulio
2013

Abstract

Dopo una manifestazione di apprezzamento per il volume di Ferrer Beltrán su “La valutazione razionale della prova”, di cui sono condivisibili molte considerazioni, l’attenzione si sofferma anzitutto sull’affermato legame tra la tradizione razionalista processuale e la teoria corrispondentista della verità, presentata come se vi aderisse pure Tarski. Viene così individuato un fraintendimento nell’interpretazione della concezione semantica della verità sostenuta da Tarski; si sostiene infatti che essa può essere applicata al processo in una società multiculturale proprio perché neutrale rispetto alle diverse convinzioni epistemologiche. Si chiarisce infine che il canone dell’“oltre ogni ragionevole dubbio”, riguardando lo standard del convincimento del giudice, va considerato alla stregua non di un criterio per l’ottenimento di una ricostruzione fattuale sulla base delle prove esperite, ma di un canone di decisione per poter ritenere che quest’ultima, ormai raggiunta, sia idonea a fungere da fondamento per una condanna.
2013
Italiano
Ubertis, G., Razionalismo processuale e verità, <<IL GIUSTO PROCESSO CIVILE>>, 2013; (1): 325-333 [http://hdl.handle.net/10807/42885]
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