Quella che si aprì in Italia nel 1796 con la discesa delle armate francesi al comando di Napoleone non fu una mera epoca di conquista e di dominazione straniera. L’azione militare fu sempre accompagnata da una straordinaria ed efficace azione politica frutto dello scontro ma anche dell’incontro tra una nuova esperienza istituzionale come quella della Francia rivoluzionaria e la complessa e articolata struttura degli antichi Stati italiani. Da questo incontro/scontro – che poi la storiografia risorgimentale italiana spesso vorrà ignorare -- si svilupparono inediti laboratori politici, dove gli ‘italiani’ tutti, moderati e rivoluzionari, appresero i primi rudimenti della partecipazione politica attiva e di una nuova cittadinanza. Tutto ciò, pur se non condusse nell’immediato all’Unità politica della Nazione, ebbe obiettivamente il merito di portare alla ribalta la questione. Il cosiddetto Triennio rivoluzionario fu infatti il momento in cui per la prima volta la prospettiva dell’indipendenza e dell’unità della Penisola fu al centro del dibattito dalle élites politiche italiane. In questo contesto, va inquadrata una delle più interessanti esperienze che il Triennio rivoluzionario aprì nell’ambito della cultura politica e istituzionale: il celebre concorso di idee sul tema “Quali dei governi liberi meglio convenga alla felicità d’Italia” che il 27 settembre 1796 (il 6 vendemmiaio del V anno della Repubblica francese) l’Amministrazione Generale della Lombardia bandì, sembra su consiglio stesso di Napoleone Bonaparte, e che rappresentò un banco di prova significativo della causa democratica e un laboratorio della cittadinanza attiva.
Riva, E., Milano 1796: federalisti e unitari a confronto nel concorso di idee promosso dall'amministrazione napoleonica sul tema "Quali dei governi liberi meglio convenga alla felicità d'Italia", <<CONFRONTI>>, 2012; (vol. XI): 161-177 [http://hdl.handle.net/10807/42367]
Milano 1796: federalisti e unitari a confronto nel concorso di idee promosso dall'amministrazione napoleonica sul tema "Quali dei governi liberi meglio convenga alla felicità d'Italia"
Riva, Elena
2012
Abstract
Quella che si aprì in Italia nel 1796 con la discesa delle armate francesi al comando di Napoleone non fu una mera epoca di conquista e di dominazione straniera. L’azione militare fu sempre accompagnata da una straordinaria ed efficace azione politica frutto dello scontro ma anche dell’incontro tra una nuova esperienza istituzionale come quella della Francia rivoluzionaria e la complessa e articolata struttura degli antichi Stati italiani. Da questo incontro/scontro – che poi la storiografia risorgimentale italiana spesso vorrà ignorare -- si svilupparono inediti laboratori politici, dove gli ‘italiani’ tutti, moderati e rivoluzionari, appresero i primi rudimenti della partecipazione politica attiva e di una nuova cittadinanza. Tutto ciò, pur se non condusse nell’immediato all’Unità politica della Nazione, ebbe obiettivamente il merito di portare alla ribalta la questione. Il cosiddetto Triennio rivoluzionario fu infatti il momento in cui per la prima volta la prospettiva dell’indipendenza e dell’unità della Penisola fu al centro del dibattito dalle élites politiche italiane. In questo contesto, va inquadrata una delle più interessanti esperienze che il Triennio rivoluzionario aprì nell’ambito della cultura politica e istituzionale: il celebre concorso di idee sul tema “Quali dei governi liberi meglio convenga alla felicità d’Italia” che il 27 settembre 1796 (il 6 vendemmiaio del V anno della Repubblica francese) l’Amministrazione Generale della Lombardia bandì, sembra su consiglio stesso di Napoleone Bonaparte, e che rappresentò un banco di prova significativo della causa democratica e un laboratorio della cittadinanza attiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.