Bruno e Campanella appaiono qui accomunati da un impiego del mito quale rimando ad una dottrina e ad una realtà morale, naturale o ontologica che sia. Bruno restituisce al mito una destinazione educativa nell'ambito più ampio della capacità di rivelare il senso del reale che gli attribuisce. In seno ad una visione metafisica differente, Campanella teorizza per il mito la medesima funzione, facendolo passare attraverso la lettura che ne fa la tradizione cristiana.
Bisi, M., Bruno e Campanella. L'ambigua Circe e l'umbratile Diana, in Cossutta, F. (ed.), Il mito nella letteratura italiana, vol. II, Dal Barocco all'Illuminismo, Morcelliana, Brescia 2006: 51- 68 [http://hdl.handle.net/10807/41922]
Bruno e Campanella. L'ambigua Circe e l'umbratile Diana
Bisi, Monica
2006
Abstract
Bruno e Campanella appaiono qui accomunati da un impiego del mito quale rimando ad una dottrina e ad una realtà morale, naturale o ontologica che sia. Bruno restituisce al mito una destinazione educativa nell'ambito più ampio della capacità di rivelare il senso del reale che gli attribuisce. In seno ad una visione metafisica differente, Campanella teorizza per il mito la medesima funzione, facendolo passare attraverso la lettura che ne fa la tradizione cristiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.