Nelle fonti sui due colpi di stato del 411 e del 404 si insiste sul fatto che il popolo fu “costretto” dall’emergenza a rinunciare consapevolmente alla democrazia. Per poter ottenere la ratifica popolare, i rivoluzionari misero in atto una serie di tecniche, che presentano, nei due casi, elementi di continuità e di discontinuità legati alla diversa situazione, ma mirano tutte a paralizzare l’azione del popolo: 1)azione clandestina delle eterie, che ottiene il controllo delle istituzioni democratiche; 2)forme di intimidazione, di violenza, di terrorismo, che creano un clima di diffidenza e di scoramento e portano il popolo all’inerzia; 3)complotti giudiziari, che eliminano i punti di riferimento del demos. L’efficacia di queste tecniche appare legata all’assenza di una valida leadership democratica; laddove invece tale leadership è in grado di operare, come nella controrivoluzione di Samo, la reazione popolare non manca. Le vicende dei due colpi di stato confermano il giudizio di Tucidide, che insiste sul problema di leadership che investì Atene dopo la morte di Pericle e sottolinea come l’affermazione delle ambizioni di potere dei singoli a danno del bene comune spezzi l’unità della comunità cittadina, stravolga valori e rapporti di convivenza civica e si traduca in grave fragilità istituzionale.

Bearzot, C. S., Atene nel 411 e nel 404 a.C. Tecniche del colpo di stato, Relazione, in Terror et pavor. Violenza, intimidazione, clandestinità nel mondo antico (Atti del Convegno, Cividale del Friuli 22-24 settembre 2005), (Cividale del Friuli, 22-24 September 2005), ETS, Pisa 2006:<<I convegni della Fondazione Niccolò Canussio 5>>, 21-64 [http://hdl.handle.net/10807/4045]

Atene nel 411 e nel 404 a.C. Tecniche del colpo di stato

Bearzot, Cinzia Susanna
2006

Abstract

Nelle fonti sui due colpi di stato del 411 e del 404 si insiste sul fatto che il popolo fu “costretto” dall’emergenza a rinunciare consapevolmente alla democrazia. Per poter ottenere la ratifica popolare, i rivoluzionari misero in atto una serie di tecniche, che presentano, nei due casi, elementi di continuità e di discontinuità legati alla diversa situazione, ma mirano tutte a paralizzare l’azione del popolo: 1)azione clandestina delle eterie, che ottiene il controllo delle istituzioni democratiche; 2)forme di intimidazione, di violenza, di terrorismo, che creano un clima di diffidenza e di scoramento e portano il popolo all’inerzia; 3)complotti giudiziari, che eliminano i punti di riferimento del demos. L’efficacia di queste tecniche appare legata all’assenza di una valida leadership democratica; laddove invece tale leadership è in grado di operare, come nella controrivoluzione di Samo, la reazione popolare non manca. Le vicende dei due colpi di stato confermano il giudizio di Tucidide, che insiste sul problema di leadership che investì Atene dopo la morte di Pericle e sottolinea come l’affermazione delle ambizioni di potere dei singoli a danno del bene comune spezzi l’unità della comunità cittadina, stravolga valori e rapporti di convivenza civica e si traduca in grave fragilità istituzionale.
2006
Italiano
Terror et pavor. Violenza, intimidazione, clandestinità nel mondo antico (Atti del Convegno, Cividale del Friuli 22-24 settembre 2005)
Terror et pavor. Violenza, intimidazione, clandestinità nel mondo antico
Cividale del Friuli
Relazione
22-set-2005
24-set-2005
8846715519
Bearzot, C. S., Atene nel 411 e nel 404 a.C. Tecniche del colpo di stato, Relazione, in Terror et pavor. Violenza, intimidazione, clandestinità nel mondo antico (Atti del Convegno, Cividale del Friuli 22-24 settembre 2005), (Cividale del Friuli, 22-24 September 2005), ETS, Pisa 2006:<<I convegni della Fondazione Niccolò Canussio 5>>, 21-64 [http://hdl.handle.net/10807/4045]
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