Introduzione E’ ormai condiviso che, per le popolazioni in condizioni di emarginazione sociale, l’accessibilità e la continuità assistenziale ai servizi di primo livello, nonché la continuità terapeutica siano determinanti nel garantire un buono stato di salute. Perciò, la riduzione delle barriere di accesso ai servizi rappresenta una sfida se ci si rivolge a popolazioni in condizioni socio-economicamente svantaggiate. Il Poliambulatorio dell’Area Sanitaria della Caritas Diocesana di Roma lavora per garantire servizi sanitari a bassa soglia di accesso ai migranti in condizioni di irregolarità e ai senza dimora. Valorizzando i dati di oltre 20 anni di attività, al fine di studiare il comportamento dei pazienti che afferiscono al poliambulatorio e di comprendere il peso delle variabili che impattano sull’accesso e sulla continuità, è stata studiata la fidelizzazione alla struttura in relazione ad alcune caratteristiche socio-demografiche, in una popolazione temporalmente definita. Materiali e Metodi Sono stati selezionati i pazienti che hanno effettuato il loro primo accesso dal 1 gennaio al 31 dicembre 2009. Sulla base dei dati provenienti dalle cartelle ambulatoriali (variabili socio-demografiche e cliniche) è stato analizzato il comportamento in termini di utilizzo del servizio e di continuità nell’accesso, dal primo contatto fino al maggio 2012. Sono state condotte analisi descrittive suddividendo i pazienti per età, sesso e provenienza. Risultati Nel corso del 2009, 1680 pazienti hanno effettuato una prima visita, 64.17% di genere maschile. La cittadinanza Romena è la più rappresentata (21.50%). Il 13.17% dei pazienti proviene invece dall’Africa occidentale. Il 5.54% dei pazienti è Italiano. L’età media della popolazione studiata é 35.51 anni (DS +/- 14.00). il 14.69% dei pazienti risulta senza dimora e il 27.65% ospite di un centro di accoglienza al primo accesso. Per quanto riguarda il comportamento in termini di accesso, il 50% del campione ha effettuato almeno 2 visite, con una media di 3.37 visite (DS +/-5.02) nel periodo considerato. Le donne hanno effettuato in media 3.8 visite nel periodo di osservazione mentre gli uomini 3.1. Considerando le classi di età, i pazienti con più di 45 anni effettuano un numero medio di visite maggiore (4.8) rispetto ai pazienti più giovani (<25 anni: 2.5; 25-34: 2.9; 35-44: 3.3). Sulla base delle regioni di provenienza, i pazienti che effettuano un maggior numero di visite sono Romeni e Bulgari, in media 4.0, e pazienti provenienti dal Sud Est Asiatico (3.8). Mentre i valori più bassi sono rappresentati dai soggetti provenienti dall’Africa Orientale (2.6). Il tempo mediano che intercorre tra la prima e la seconda visita è di 15 giorni e di 52 tra la prima e la terza. Conclusioni Dai dati analizzati emerge come la continuità terapeutica per tale tipologia di pazienti rappresenti un’importante sfida e appare fondamentale lo studio delle variabili che influenzano tale situazione. Esse sono da ricercarsi nelle condizioni demografiche e sociali di queste popolazioni, nei provvedimenti legislativi che ne condizionano lo status, in ragioni culturali proprie di ciascun individuo. L’identificazione del peso di ciascuna variabile potrà suggerire indicazioni organizzative coerenti con l’obiettivo di una riduzione delle disuguaglianze nell’accesso e nella salute.

Bruno, S., Silvestrini, G., Federico, B., Morucci, L., Maisano, B., Geraci, S., Damiani, G., Accesso ai servizi di assistenza primaria e continuità assistenziale: dati preliminari di un campione di popolazione afferente al Poliambulatorio dell’Area Sanitaria della Caritas di Roma, Abstract de <<XII Congresso Nazionale SIMM>>, (Viterbo, 10-12 October 2012 ), Edizioni Pendragon, Bologna 2012: 233-233 [http://hdl.handle.net/10807/40439]

Accesso ai servizi di assistenza primaria e continuità assistenziale: dati preliminari di un campione di popolazione afferente al Poliambulatorio dell’Area Sanitaria della Caritas di Roma

Bruno, Stefania;Silvestrini, Giulia;Federico, Bruno;Damiani, Gianfranco
2012

Abstract

Introduzione E’ ormai condiviso che, per le popolazioni in condizioni di emarginazione sociale, l’accessibilità e la continuità assistenziale ai servizi di primo livello, nonché la continuità terapeutica siano determinanti nel garantire un buono stato di salute. Perciò, la riduzione delle barriere di accesso ai servizi rappresenta una sfida se ci si rivolge a popolazioni in condizioni socio-economicamente svantaggiate. Il Poliambulatorio dell’Area Sanitaria della Caritas Diocesana di Roma lavora per garantire servizi sanitari a bassa soglia di accesso ai migranti in condizioni di irregolarità e ai senza dimora. Valorizzando i dati di oltre 20 anni di attività, al fine di studiare il comportamento dei pazienti che afferiscono al poliambulatorio e di comprendere il peso delle variabili che impattano sull’accesso e sulla continuità, è stata studiata la fidelizzazione alla struttura in relazione ad alcune caratteristiche socio-demografiche, in una popolazione temporalmente definita. Materiali e Metodi Sono stati selezionati i pazienti che hanno effettuato il loro primo accesso dal 1 gennaio al 31 dicembre 2009. Sulla base dei dati provenienti dalle cartelle ambulatoriali (variabili socio-demografiche e cliniche) è stato analizzato il comportamento in termini di utilizzo del servizio e di continuità nell’accesso, dal primo contatto fino al maggio 2012. Sono state condotte analisi descrittive suddividendo i pazienti per età, sesso e provenienza. Risultati Nel corso del 2009, 1680 pazienti hanno effettuato una prima visita, 64.17% di genere maschile. La cittadinanza Romena è la più rappresentata (21.50%). Il 13.17% dei pazienti proviene invece dall’Africa occidentale. Il 5.54% dei pazienti è Italiano. L’età media della popolazione studiata é 35.51 anni (DS +/- 14.00). il 14.69% dei pazienti risulta senza dimora e il 27.65% ospite di un centro di accoglienza al primo accesso. Per quanto riguarda il comportamento in termini di accesso, il 50% del campione ha effettuato almeno 2 visite, con una media di 3.37 visite (DS +/-5.02) nel periodo considerato. Le donne hanno effettuato in media 3.8 visite nel periodo di osservazione mentre gli uomini 3.1. Considerando le classi di età, i pazienti con più di 45 anni effettuano un numero medio di visite maggiore (4.8) rispetto ai pazienti più giovani (<25 anni: 2.5; 25-34: 2.9; 35-44: 3.3). Sulla base delle regioni di provenienza, i pazienti che effettuano un maggior numero di visite sono Romeni e Bulgari, in media 4.0, e pazienti provenienti dal Sud Est Asiatico (3.8). Mentre i valori più bassi sono rappresentati dai soggetti provenienti dall’Africa Orientale (2.6). Il tempo mediano che intercorre tra la prima e la seconda visita è di 15 giorni e di 52 tra la prima e la terza. Conclusioni Dai dati analizzati emerge come la continuità terapeutica per tale tipologia di pazienti rappresenti un’importante sfida e appare fondamentale lo studio delle variabili che influenzano tale situazione. Esse sono da ricercarsi nelle condizioni demografiche e sociali di queste popolazioni, nei provvedimenti legislativi che ne condizionano lo status, in ragioni culturali proprie di ciascun individuo. L’identificazione del peso di ciascuna variabile potrà suggerire indicazioni organizzative coerenti con l’obiettivo di una riduzione delle disuguaglianze nell’accesso e nella salute.
2012
Italiano
Migrazioni, salute e crisi. Coesione sociale, partecipazione e reti per una salute senza esclusioni
XII Congresso Nazionale SIMM
Viterbo
10-ott-2012
12-ott-2012
978-8865982181
Bruno, S., Silvestrini, G., Federico, B., Morucci, L., Maisano, B., Geraci, S., Damiani, G., Accesso ai servizi di assistenza primaria e continuità assistenziale: dati preliminari di un campione di popolazione afferente al Poliambulatorio dell’Area Sanitaria della Caritas di Roma, Abstract de <<XII Congresso Nazionale SIMM>>, (Viterbo, 10-12 October 2012 ), Edizioni Pendragon, Bologna 2012: 233-233 [http://hdl.handle.net/10807/40439]
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