L’Organizzazione mondiale della sanità e la Co- munità Europea sostengono l’adozione di stra- tegie volte ad assicurare l’accesso all’assistenza per tutti, un elevato grado di qualità e la soste- nibilità finanziaria del sistema e, inoltre, la va- lorizzazione del ruolo della famiglia e della co- munità nell’ambito delle politiche di long term care. In diverse regioni italiane sono stati recentemen- te sviluppati alcuni modelli organizzativi con lo scopo di facilitare l’accesso ai servizi territoriali di persone con bisogni sociosanitari complessi e di garantirne la continuità nell’assistenza. Il Pun- to Unico d’Accesso o la Porta Sanitaria di Ac- cesso alla rete dei servizi territoriali, le Unità ter- ritoriali di assistenza primaria, sono esempi di spe- rimentazioni condotte in alcune regioni (ad esem- pio FriuliVenezia Giulia, Puglia,Toscana,Veneto, Sardegna). Risulta necessario e inderogabile il ricorso tanto alla funzione di programmazione quale strumen- to per governare, per decidere, per gestire il siste- ma sanitario ai vari livelli istituzionali, quanto al- la funzione di monitoraggio attraverso un siste- ma unico riproducibile di indicatori che controlli e verifichi i risultati in termini di produzione di salute, salvaguardando in tal modo la garanzia del- la tutela della salute dei cittadini, l’uniformità ed equità di accesso ai servizi che ne consegue. L’obiettivo generale della ricerca è stato definire e sperimentare un sistema di indicatori per mo-nitorare il processo organizzativo di presa in ca- rico di persone di età pari o superiore a 65 anni con bisogno sociosanitario complesso, ossia di per- sone anziane con condizione di non autosuffi- cienza4 rilevata da una valutazione multidimen- sionale5, attraverso l’utilizzo integrato di flussi in- formativi correnti afferenti al Nuovo Sistema In- formativo Sanitario (NSIS), da quelli più tradi- zionali e consolidati (scheda di dimissione ospe- daliera - SDO, pronto soccorso - PS) a quelli di più recente attivazione, in particolare il flusso del- l’assistenza domiciliare (SIAD) e il flusso dell’as- sistenza residenziale e semiresidenziale (FAR). La popolazione oggetto di studio risulta distri- buita in territori diversi: di tipo metropolitano per la Asl di Milano e la Società della Salute di Firenze, prevalentemente urbano per la Società della Salute Pisana e per la Ulss di Vicenza, di ti- po extraurbano per l’Ulss Alto-Vicentino (ta- bella 5). Gli anziani ultra sessantaquattrenni rappresenta- no il 17% circa nelle Ulss Venete, il 26,8% nella Società della Salute di Firenze, il 24,3% nella So- cietà della salute Pisana e il 23,4% nella Asl di Mi- lano (tabella 5). Nel periodo di riferimento, sono stati identifica- ti 7.759 record nei flussi FAR e SIAD, corri- spondenti a 7.237 persone prese in carico di età ≥65 anni e residenti nelle realtà locali delle tre re- gioni coinvolte. Il 47% dei soggetti ha una età ≥85 anni e il 65% circa sono donne. Nel flusso FAR i soggetti con età ≥85 anni so- no il 53,0% con valori che oscillano dal 42,5% nelle Ulss Venete al 56,3% della Asl di Milano (tabella 6). In tutte le realtà studiate le donne hanno un’età media superiore a quella degli uomini. NelflussoSIADisoggetticonetà ≥85anniso- no il 39,9% con valori che variano dal 24,9% nel- le UlssVenete al 49,1% delle Società della Salute Toscane (tabella 7). Come per il flusso FAR in tuttelerealtàstudiateledonnehannoun’etàme- dia superiore a quella degli uomini.
Visca, M., Profili, F., Federico, B., Damiani, G., Francesconi, P., Fortuna, P., Maestroni, A., Bellentani, M. D., Con La Collaborazione Del Gruppo Della, R., La Ricerca AGENAS. La presa in carico degli anziani non autosufficienti, <<I QUADERNI DI MONITOR>>, 2012; 30 (Supplemento 10) (N/A): 145-183 [http://hdl.handle.net/10807/39951]
La Ricerca AGENAS. La presa in carico degli anziani non autosufficienti
Visca, Modesta;Federico, Bruno;Damiani, Gianfranco;Bellentani, Maria Donata;
2012
Abstract
L’Organizzazione mondiale della sanità e la Co- munità Europea sostengono l’adozione di stra- tegie volte ad assicurare l’accesso all’assistenza per tutti, un elevato grado di qualità e la soste- nibilità finanziaria del sistema e, inoltre, la va- lorizzazione del ruolo della famiglia e della co- munità nell’ambito delle politiche di long term care. In diverse regioni italiane sono stati recentemen- te sviluppati alcuni modelli organizzativi con lo scopo di facilitare l’accesso ai servizi territoriali di persone con bisogni sociosanitari complessi e di garantirne la continuità nell’assistenza. Il Pun- to Unico d’Accesso o la Porta Sanitaria di Ac- cesso alla rete dei servizi territoriali, le Unità ter- ritoriali di assistenza primaria, sono esempi di spe- rimentazioni condotte in alcune regioni (ad esem- pio FriuliVenezia Giulia, Puglia,Toscana,Veneto, Sardegna). Risulta necessario e inderogabile il ricorso tanto alla funzione di programmazione quale strumen- to per governare, per decidere, per gestire il siste- ma sanitario ai vari livelli istituzionali, quanto al- la funzione di monitoraggio attraverso un siste- ma unico riproducibile di indicatori che controlli e verifichi i risultati in termini di produzione di salute, salvaguardando in tal modo la garanzia del- la tutela della salute dei cittadini, l’uniformità ed equità di accesso ai servizi che ne consegue. L’obiettivo generale della ricerca è stato definire e sperimentare un sistema di indicatori per mo-nitorare il processo organizzativo di presa in ca- rico di persone di età pari o superiore a 65 anni con bisogno sociosanitario complesso, ossia di per- sone anziane con condizione di non autosuffi- cienza4 rilevata da una valutazione multidimen- sionale5, attraverso l’utilizzo integrato di flussi in- formativi correnti afferenti al Nuovo Sistema In- formativo Sanitario (NSIS), da quelli più tradi- zionali e consolidati (scheda di dimissione ospe- daliera - SDO, pronto soccorso - PS) a quelli di più recente attivazione, in particolare il flusso del- l’assistenza domiciliare (SIAD) e il flusso dell’as- sistenza residenziale e semiresidenziale (FAR). La popolazione oggetto di studio risulta distri- buita in territori diversi: di tipo metropolitano per la Asl di Milano e la Società della Salute di Firenze, prevalentemente urbano per la Società della Salute Pisana e per la Ulss di Vicenza, di ti- po extraurbano per l’Ulss Alto-Vicentino (ta- bella 5). Gli anziani ultra sessantaquattrenni rappresenta- no il 17% circa nelle Ulss Venete, il 26,8% nella Società della Salute di Firenze, il 24,3% nella So- cietà della salute Pisana e il 23,4% nella Asl di Mi- lano (tabella 5). Nel periodo di riferimento, sono stati identifica- ti 7.759 record nei flussi FAR e SIAD, corri- spondenti a 7.237 persone prese in carico di età ≥65 anni e residenti nelle realtà locali delle tre re- gioni coinvolte. Il 47% dei soggetti ha una età ≥85 anni e il 65% circa sono donne. Nel flusso FAR i soggetti con età ≥85 anni so- no il 53,0% con valori che oscillano dal 42,5% nelle Ulss Venete al 56,3% della Asl di Milano (tabella 6). In tutte le realtà studiate le donne hanno un’età media superiore a quella degli uomini. NelflussoSIADisoggetticonetà ≥85anniso- no il 39,9% con valori che variano dal 24,9% nel- le UlssVenete al 49,1% delle Società della Salute Toscane (tabella 7). Come per il flusso FAR in tuttelerealtàstudiateledonnehannoun’etàme- dia superiore a quella degli uomini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.