La crisi che ha investito il mondo globalizzato a partire dall’estate del 2007, in primo luogo nei suoi risvolti di carattere finanziario e successivamente in quelli attinenti all’economia reale, ha sortito l’effetto di mettere a nudo i molti limiti che caratterizzano l’economia di mercato, in particolare nel contesto anglosassone. Se l’economia e la finanza mostrano, a prima vista, una loro natura apparentemente asettica, è necessario ricordare che «i valori sono nell’impianto», ovvero nella loro dimensione tecnica. A dispetto del loro apparente aspetto tecnico, le discipline economiche sono infatti fortemente intessute di una dimensione relazionale nella quale alberga una dimensione di giustizia, che gli economisti definiscono equità. A proposito di questo aspetto di giustizia nelle relazioni economiche la Scrittura vigila con molta attenzione. Questa riflessione intende giustapporre due piani metodologici fra loro apparentemente distanti. Dopo avere infatti messo in luce quali siano la natura e le funzioni di un intermediario creditizio, si ripercorrono brevemente i tratti salienti della recente crisi economica e finanziaria, enfatizzando, in modo particolare, il legame fra la genesi della crisi e la presenza di attività reali e finanziarie non correttamente valutate dal mercato. Tutto questo comporta la presenza sui mercati reali e finanziari di attività che non hanno prezzi di equilibrio per i noti motivi connessi con le diverse tipologie di fallimenti del mercato che sono stati ampiamente trattati dagli studi di Economia e di Finanza. Ogni volta che si è in presenza di un fallimento di mercato, un soggetto guadagna senza merito e un altro perde senza colpe. La necessità di una giustizia nelle transazioni economiche, che rappresenta un’esigenza non solo di carattere morale, ma anche di natura tecnica, trova una sua precisa esposizione direttamente nella Scrittura che, attraverso uno sguardo più ampio, vigila con attenzione sulla natura relazionale e di giustizia degli scambi economici, fornendo chiare implicazioni di carattere valoriale e considerazioni di significato. La Scrittura volge infatti la propria attenzione al significato e alle finalità di tutte le attività reali e finanziarie, alla loro appartenenza e all’atteggiamento che gli uomini di fede devono avere verso i beni.
Bellavite Pellegrini, C., Crisi finanziaria, economia reale e Scrittura, <<MUNERA>>, 2012; (3): 59-73 [http://hdl.handle.net/10807/39899]
Crisi finanziaria, economia reale e Scrittura
Bellavite Pellegrini, Carlo
2012
Abstract
La crisi che ha investito il mondo globalizzato a partire dall’estate del 2007, in primo luogo nei suoi risvolti di carattere finanziario e successivamente in quelli attinenti all’economia reale, ha sortito l’effetto di mettere a nudo i molti limiti che caratterizzano l’economia di mercato, in particolare nel contesto anglosassone. Se l’economia e la finanza mostrano, a prima vista, una loro natura apparentemente asettica, è necessario ricordare che «i valori sono nell’impianto», ovvero nella loro dimensione tecnica. A dispetto del loro apparente aspetto tecnico, le discipline economiche sono infatti fortemente intessute di una dimensione relazionale nella quale alberga una dimensione di giustizia, che gli economisti definiscono equità. A proposito di questo aspetto di giustizia nelle relazioni economiche la Scrittura vigila con molta attenzione. Questa riflessione intende giustapporre due piani metodologici fra loro apparentemente distanti. Dopo avere infatti messo in luce quali siano la natura e le funzioni di un intermediario creditizio, si ripercorrono brevemente i tratti salienti della recente crisi economica e finanziaria, enfatizzando, in modo particolare, il legame fra la genesi della crisi e la presenza di attività reali e finanziarie non correttamente valutate dal mercato. Tutto questo comporta la presenza sui mercati reali e finanziari di attività che non hanno prezzi di equilibrio per i noti motivi connessi con le diverse tipologie di fallimenti del mercato che sono stati ampiamente trattati dagli studi di Economia e di Finanza. Ogni volta che si è in presenza di un fallimento di mercato, un soggetto guadagna senza merito e un altro perde senza colpe. La necessità di una giustizia nelle transazioni economiche, che rappresenta un’esigenza non solo di carattere morale, ma anche di natura tecnica, trova una sua precisa esposizione direttamente nella Scrittura che, attraverso uno sguardo più ampio, vigila con attenzione sulla natura relazionale e di giustizia degli scambi economici, fornendo chiare implicazioni di carattere valoriale e considerazioni di significato. La Scrittura volge infatti la propria attenzione al significato e alle finalità di tutte le attività reali e finanziarie, alla loro appartenenza e all’atteggiamento che gli uomini di fede devono avere verso i beni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.