Il saggio discute la documentazione numismatica di età bizantina venuta alla luce a Luni (SP), a partire dalle esplorazioni condotte fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, fino alle indagini condotte dapprima dalla Soprintendenza alle Antichità della Liguria (1965-1970) e poi dall'Istituto di Archeologia dell'Università Cattolica di Milano e dal Centro Studi Lunensi (1970-1974; 1983-1990). Lo spoglio bibliografico ha consentito il censimento di 60 esemplari di certa provenienza dal territorio cittadino, con un excursus cronologico da Giustiniano I a Costante II. L'analisi della modalità di formazione delle collezioni numismatiche Remedi e Fabbricotti, nelle quali confluì certamente la documentazione monetale venuta alla luce nel corso delle esplorazioni condotte a Luni dai loro proprietari, ha invece indotto ad espungere gli esemplari bizantini della prima raccolta, perché il Remedi la implementò con scambi attuati con collezionisti di tutta Italia. La sezione bizantina della raccolta Fabbricotti, oggi conservata presso il Museo Civico di La Spezia, risulta infine composta da 45 esemplari (da Giustiniano II a tetartera di XIII secolo). Vengono poi discussi i dieci pesi monetali bizantini in bronzo e metallo utilizzati per la verifica ponderale delle monete: la ricerca ha consentito di riconoscere come tali anche sei manufatti in bronzo di forma quadrata e circolare, rinvenuti dal Remedi nel 1885, che li pubblicò descrivendoli come "marchi o sigilli". Le considerazioni sul quadro monetale segnalano un arrivo di moneta bizantina a Luni fra il 552 e il 643 pressoché regolare, con una buona presenza di nominali in oro e in argento. Numerario bizantino continua comunque ad affluire in città anche dopo la presa di Rotari. La documentazione relativa al IX secolo trova interessanti confronti con il quadro delineato da Michael McCormick per l'Europa carolingia fra 700 e 900. Pur nella scarsezza di dati stratigrafici, il posizionamento in pianta delle monete e dei pesi rinvenuti permette di appurare una netta concentrazione nell'area del Foro e del Capitolium.
Perassi, C., Aspetti di Luni bizantina. La documentazione numismatica, in Ai confini dell'Impero. Insediamenti e fortificazioni bizantine nel Mediterraneo occidentale (VI-VIII sec.), (GENOVA, BORDIGHERA, 14-17 March 2002), Istituto internazionale di studi liguri, Bordighera 2011: 294-321 [http://hdl.handle.net/10807/36424]
Aspetti di Luni bizantina. La documentazione numismatica
Perassi, Claudia
2011
Abstract
Il saggio discute la documentazione numismatica di età bizantina venuta alla luce a Luni (SP), a partire dalle esplorazioni condotte fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, fino alle indagini condotte dapprima dalla Soprintendenza alle Antichità della Liguria (1965-1970) e poi dall'Istituto di Archeologia dell'Università Cattolica di Milano e dal Centro Studi Lunensi (1970-1974; 1983-1990). Lo spoglio bibliografico ha consentito il censimento di 60 esemplari di certa provenienza dal territorio cittadino, con un excursus cronologico da Giustiniano I a Costante II. L'analisi della modalità di formazione delle collezioni numismatiche Remedi e Fabbricotti, nelle quali confluì certamente la documentazione monetale venuta alla luce nel corso delle esplorazioni condotte a Luni dai loro proprietari, ha invece indotto ad espungere gli esemplari bizantini della prima raccolta, perché il Remedi la implementò con scambi attuati con collezionisti di tutta Italia. La sezione bizantina della raccolta Fabbricotti, oggi conservata presso il Museo Civico di La Spezia, risulta infine composta da 45 esemplari (da Giustiniano II a tetartera di XIII secolo). Vengono poi discussi i dieci pesi monetali bizantini in bronzo e metallo utilizzati per la verifica ponderale delle monete: la ricerca ha consentito di riconoscere come tali anche sei manufatti in bronzo di forma quadrata e circolare, rinvenuti dal Remedi nel 1885, che li pubblicò descrivendoli come "marchi o sigilli". Le considerazioni sul quadro monetale segnalano un arrivo di moneta bizantina a Luni fra il 552 e il 643 pressoché regolare, con una buona presenza di nominali in oro e in argento. Numerario bizantino continua comunque ad affluire in città anche dopo la presa di Rotari. La documentazione relativa al IX secolo trova interessanti confronti con il quadro delineato da Michael McCormick per l'Europa carolingia fra 700 e 900. Pur nella scarsezza di dati stratigrafici, il posizionamento in pianta delle monete e dei pesi rinvenuti permette di appurare una netta concentrazione nell'area del Foro e del Capitolium.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.