Si intende mostrare che, se correttamente inteso, l’ilemorfismo non è un costrutto arbitrario della neoscolastica ma espressione efficace e sintetica di istanze fondamentali del pensiero di Aristotele. Il termine fu coniato nell’alveo della neoscolastica alla fine del XIX sec. con l’intento di denominare una teoria in grado di contrastare il meccanicismo e il soggettivismo gnoseologico. Contro il primo essa mette in luce che il mutamento sostanziale non è riducibile a movimento meccanico, contro il secondo che i mutamenti qualitativi e sostanziali sono reali e non proiezioni del soggetto. La valenza primaria dei concetti di hyle e di morphe è metafisica, e dunque la loro applicazione è analogica, come dimostra il fatto che sul piano logico si può parlare di materia come soggetto-sostrato, mentre su quello cosmologico si parla di prote hyle come principio di potenzialità in base al quale è impossibile intendere generazione e corruzione come creazione e annichilimento assoluti. Viene discusso anche il corollario della materia signata quantitate, come principio di individuazione, tesi respinta da molti aristotelisti contemporanei che attribuiscono questo ruolo esclusivamente alla forma. La convinta ripresa dell’ilemorfismo da parte di Sofia Vanni Rovighi negli Elementi di filosofia è motivata da una sua corretta comprensione della teoria di Aristotele e delle sue implicanze.

Scotti, N., Scopo e giustificazione dell'ilemorfismo negli "Elementi di Filosofia" di Sofia Vanni Rovighi, <<RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA>>, 2008; 100 (Ottobre): 385-395 [http://hdl.handle.net/10807/34343]

Scopo e giustificazione dell'ilemorfismo negli "Elementi di Filosofia" di Sofia Vanni Rovighi

Scotti, Nicoletta
2008

Abstract

Si intende mostrare che, se correttamente inteso, l’ilemorfismo non è un costrutto arbitrario della neoscolastica ma espressione efficace e sintetica di istanze fondamentali del pensiero di Aristotele. Il termine fu coniato nell’alveo della neoscolastica alla fine del XIX sec. con l’intento di denominare una teoria in grado di contrastare il meccanicismo e il soggettivismo gnoseologico. Contro il primo essa mette in luce che il mutamento sostanziale non è riducibile a movimento meccanico, contro il secondo che i mutamenti qualitativi e sostanziali sono reali e non proiezioni del soggetto. La valenza primaria dei concetti di hyle e di morphe è metafisica, e dunque la loro applicazione è analogica, come dimostra il fatto che sul piano logico si può parlare di materia come soggetto-sostrato, mentre su quello cosmologico si parla di prote hyle come principio di potenzialità in base al quale è impossibile intendere generazione e corruzione come creazione e annichilimento assoluti. Viene discusso anche il corollario della materia signata quantitate, come principio di individuazione, tesi respinta da molti aristotelisti contemporanei che attribuiscono questo ruolo esclusivamente alla forma. La convinta ripresa dell’ilemorfismo da parte di Sofia Vanni Rovighi negli Elementi di filosofia è motivata da una sua corretta comprensione della teoria di Aristotele e delle sue implicanze.
2008
Italiano
Scotti, N., Scopo e giustificazione dell'ilemorfismo negli "Elementi di Filosofia" di Sofia Vanni Rovighi, <<RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA>>, 2008; 100 (Ottobre): 385-395 [http://hdl.handle.net/10807/34343]
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