Italia e Santa Sede di fronte ai disordini palestinesi del 1929

The Arab Revolt of August 1929 constituted a turning point in the history of mandatory Palestine. This revolt is interesting if one considers it in order to evaluate the attitude of Catholicism towards Zionism. In Italy, where these facts were widely reported, there was an attempt to revive a national role in the region by exploiting the religious factor. This kind of attempt, even if it was upheld by the Government and by important Catholic circles, did not find support in the Vatican. The Arab Revolt was seen by the Holy See trough a different lens, Barlassina and Valeri, major Vatican officials in the region, developed different evaluation. Barlassina understood the Pogrom to be a reaction of the Arabs against the arrogance of the Zionists. Valeri, though he was against the goals of Zionism, believed that any resumption of radical Arab nationalism was dangerous for Catholic interests. The 1929 the revolt became a crucial event that showed the differences in understanding inside national fringes of Italian Catholicism and the politics of Holy See; even more it was helpful in order to evaluate the different positions towards the ‘Question of Palestine’ that was held by Catholic Church’s Hierarchy

La rivolta araba dell’agosto 1929 costituì una svolta nella storia della Palestina mandataria. Essa, però, appare interessante anche per valutare l’atteggiamento cattolico nei confronti del sionismo. In Italia, dove quei fatti ebbero grande eco, si cercò di riproporre un ruolo nazionale nella regione, sfruttando il fattore religioso. Simili tentativi, che raccolsero il consenso di importanti ambienti cattolici e del governo, non riuscirono a far breccia presso la S. Sede ove altri e diversi erano i timori generati dalla rivolta del 1929, attorno a cui i principali rappresentanti vaticani nella regione, Barlassina e Valeri, elaborarono valutazioni diverse. Barlassina vide nel pogrom la reazione degli arabi alle prepotenze dei sionisti; Valeri, pur contrario agli obiettivi del sionismo, ritenne che ogni radicale ripresa del nazionalismo arabo fosse pericolosa per gli interessi cattolici. La rivolta del 1929, così, appare un avvenimento attraverso cui leggere le diverse sensibilità esistenti tra le frange più nazionali del cattolicesimo italiano e la politica della S. Sede e, al tempo stesso, per valutare le differenti posizioni presenti all’interno della gerarchia cattolica rispetto alla questione della Palestina