Il lavoro si è incentrato sulla giurisprudenza costituzionale successiva alla storica sentenza n. 171/2007, con cui, per la prima volta, la Corte ha dichiarato l’incostituzionalità di un decreto-legge e della relativa legge di conversione per mancanza dei presupposti di necessità ed urgenza. Nella sentenza n. 128/2008 la Corte non si è limitata a verificare l’assenza di una motivazione sotto il profilo della necessità ed urgenza della norma contestata, ma è andata a scrutinare in concreto la motivazione fornita dal governo e poi dal legislatore in sede di conversione. Particolare attenzione è stata riposta nei confronti della sentenza n. 355/2010, con la quale la Corte ha individuato alcuni paletti per l’esame di costituzionalità dei decreti-legge e delle relative leggi di conversione. La Corte ha, infatti, affermato che la valutazione rispetto alla necessità ed urgenza non è richiesta per quelle norme aggiunte in sede di conversione, che siano eterogenee rispetto al contenuto della decretazione d’urgenza. In realtà, la prassi di inserire in sede di conversione norme del tutto estranee rispetto al testo del decreto-legge originario sembra comportare un’alterazione del corretto rapporto tra governo e Parlamento in tema di fonti del diritto, ed altresì una possibile limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica, che in diversi messaggi motivati alle Camere ha contestato la prassi medesima. Nessuna novità, invece, per quanto concerne la giurisprudenza ormai consolidatasi – ma non del tutto condivisa - sulla legge c.d. di sanatoria.
Monaco, G., "Necessità e urgenza" del decreto-legge: alcune precisazioni della Corte dopo la "storica" sentenza n. 171/2007, in Gli atti normativi del Governo tra Corte costituzionale e giudici, (Milano, 10-11 June 2011), Giappichelli Editore, Torino 2011: 387-396 [http://hdl.handle.net/10807/32992]
"Necessità e urgenza" del decreto-legge: alcune precisazioni della Corte dopo la "storica" sentenza n. 171/2007
Monaco, Giuseppe
2011
Abstract
Il lavoro si è incentrato sulla giurisprudenza costituzionale successiva alla storica sentenza n. 171/2007, con cui, per la prima volta, la Corte ha dichiarato l’incostituzionalità di un decreto-legge e della relativa legge di conversione per mancanza dei presupposti di necessità ed urgenza. Nella sentenza n. 128/2008 la Corte non si è limitata a verificare l’assenza di una motivazione sotto il profilo della necessità ed urgenza della norma contestata, ma è andata a scrutinare in concreto la motivazione fornita dal governo e poi dal legislatore in sede di conversione. Particolare attenzione è stata riposta nei confronti della sentenza n. 355/2010, con la quale la Corte ha individuato alcuni paletti per l’esame di costituzionalità dei decreti-legge e delle relative leggi di conversione. La Corte ha, infatti, affermato che la valutazione rispetto alla necessità ed urgenza non è richiesta per quelle norme aggiunte in sede di conversione, che siano eterogenee rispetto al contenuto della decretazione d’urgenza. In realtà, la prassi di inserire in sede di conversione norme del tutto estranee rispetto al testo del decreto-legge originario sembra comportare un’alterazione del corretto rapporto tra governo e Parlamento in tema di fonti del diritto, ed altresì una possibile limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica, che in diversi messaggi motivati alle Camere ha contestato la prassi medesima. Nessuna novità, invece, per quanto concerne la giurisprudenza ormai consolidatasi – ma non del tutto condivisa - sulla legge c.d. di sanatoria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.