Il lavoro si propone di evidenziare alcuni profili della decretazione d’urgenza che continuano a suscitare perplessità e preoccupazioni nella dottrina e, al tempo stesso, di verificare il ruolo ricoperto dalla giurisprudenza costituzionale in questo delicato settore. L’attenzione è stata rivolta in particolare alla sentenza n. 171/2007, con la quale la Corte, portando a conclusione un percorso non sempre lineare, avviato già con la nota sentenza n. 29/1995, ha dichiarato l’incostituzionalità di un decreto-legge già convertito in legge, per mancanza dei presupposti di necessità e urgenza. Le argomentazioni utilizzate dalla Corte – soprattutto quelle relative alla distribuzione delle competenze tra Parlamento e Governo in tema di fonti primarie, ma anche il discorso sulla differenza tra la legge di conversione e la legge ordinaria di cui all’art. 70 Cost. – appaiono suscettibili di ulteriori applicazioni. Da un lato si potrebbe ritenere che anche il vizio da illegittima reiterazione possa trasferirsi alla legge di conversione; dall’altro si potrebbe riconsiderare il rapporto tra decreto-legge e legge di regolazione dei rapporti sorti nella vigenza del decreto-legge poi decaduto, ipotizzando un trasferimento della questione di costituzionalità alla legge di cui all’art. 77 u.c., anche nel caso di vizi propri del decreto.
Monaco, G., Decreto-legge, legge di conversione e legge di sanatoria di fronte al sindacato della Corte costituzionale, <<DIRITTO PUBBLICO>>, 2007; 2007 (2): 581-606 [http://hdl.handle.net/10807/32983]
Decreto-legge, legge di conversione e legge di sanatoria di fronte al sindacato della Corte costituzionale
Monaco, Giuseppe
2007
Abstract
Il lavoro si propone di evidenziare alcuni profili della decretazione d’urgenza che continuano a suscitare perplessità e preoccupazioni nella dottrina e, al tempo stesso, di verificare il ruolo ricoperto dalla giurisprudenza costituzionale in questo delicato settore. L’attenzione è stata rivolta in particolare alla sentenza n. 171/2007, con la quale la Corte, portando a conclusione un percorso non sempre lineare, avviato già con la nota sentenza n. 29/1995, ha dichiarato l’incostituzionalità di un decreto-legge già convertito in legge, per mancanza dei presupposti di necessità e urgenza. Le argomentazioni utilizzate dalla Corte – soprattutto quelle relative alla distribuzione delle competenze tra Parlamento e Governo in tema di fonti primarie, ma anche il discorso sulla differenza tra la legge di conversione e la legge ordinaria di cui all’art. 70 Cost. – appaiono suscettibili di ulteriori applicazioni. Da un lato si potrebbe ritenere che anche il vizio da illegittima reiterazione possa trasferirsi alla legge di conversione; dall’altro si potrebbe riconsiderare il rapporto tra decreto-legge e legge di regolazione dei rapporti sorti nella vigenza del decreto-legge poi decaduto, ipotizzando un trasferimento della questione di costituzionalità alla legge di cui all’art. 77 u.c., anche nel caso di vizi propri del decreto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.