Well-being and work in prison: an indispensable link A pilot survey in the female sections of the prisons of Lecce, Taranto and Trani

The Italian prison system is distinguished by a re-educative conception of punishment, as delineated by Article 27 of the Italian Constitution. Within this paradigm, it is imperative to offer work activities to inmates and female prisoners. The research presented here, conducted in the women's sections of three prisons in Southern Italy through the administration of a questionnaire, examines the relationship between work and well-being at the psycho-physical, relational and work levels. The majority of respondents expresses very positive evaluations of the usefulness of prison work, as being able to improve both prison life and future social reintegration. However, this undoubtedly relevant finding clashes with the lack of suitable occupations for all female inmates, who representing a small percentage compared to the entire Italian prison population, risk being even more marginalized and excluded from any form of re-educational opportunity. One of the notable outcomes of this study is the development of a family incarceration index, a tool that provides insights into the social context of female inmates and their vulnerability to criminal behaviour.

Il sistema carcerario italiano è caratterizzato da una concezione rieducativa della pena - secondo quanto proclamato dall’articolo 27 della Costituzione italiana - ed è proprio in questa prospettiva che dovrebbero essere offerte attività lavorative ai detenuti e alle detenute. La ricerca qui presentata, svolta nelle sezioni femminili di tre carceri del Sud Italia mediante la somministrazione di un questionario, ha consentito di esplorare la relazione fra lavoro e benessere a livello psico-fisico, relazionale, lavorativo. La maggior parte delle intervistate ha espresso valutazioni molto positive sulla utilità del lavoro in carcere in quanto in grado di migliorare sia la vita detentiva sia il futuro reinserimento sociale. Un dato indubbiamente rimarchevole che, tuttavia si scontra con la carenza di occupazioni adeguate per tutte le recluse, che fra l’altro, rappresentando un’esigua percentuale rispetto all’intera popolazione detenuta italiana, rischia di essere ancor più marginalizzata ed esclusa da qualunque forma di opportunità rieducativa Tra i risultati raggiunti merita segnalare la misurazione dell’indice di carcerazione familiare che getta luce sul background sociale delle detenute e sulla loro elevata socializzazione ai comportamenti criminosi.