Congiuntamente al "prodotto" musicale in sé, anche lo strumento della sua codifica e trasmissione, ossia la notazione, ha conosciuto negli anni Sessanta un'evoluzione profonda e repentina, specchio di una temperie magmatica e fertile contrassegnata per un verso dall'eteronomia e dalla politicizzazione in funzione antiborghese dell'operare estetico, per l'altro dall'esplosione di una pluralità dei linguaggi in cui ci troviamo ancor oggi immersi. Le partiture musicali hanno così acquisito una componente iconica e visuale talmente forte da poter essere studiate come opere d'arte a prescindere dalla loro qualità di "spartiti".
Bolpagni, P., Le "partiture visive" degli anni Sessanta tra utopia e pluralità, <<MUSICA/REALTA'>>, 2011; (Novembre): 11-16 [http://hdl.handle.net/10807/32469]
Le "partiture visive" degli anni Sessanta tra utopia e pluralità
Bolpagni, Paolo
2011
Abstract
Congiuntamente al "prodotto" musicale in sé, anche lo strumento della sua codifica e trasmissione, ossia la notazione, ha conosciuto negli anni Sessanta un'evoluzione profonda e repentina, specchio di una temperie magmatica e fertile contrassegnata per un verso dall'eteronomia e dalla politicizzazione in funzione antiborghese dell'operare estetico, per l'altro dall'esplosione di una pluralità dei linguaggi in cui ci troviamo ancor oggi immersi. Le partiture musicali hanno così acquisito una componente iconica e visuale talmente forte da poter essere studiate come opere d'arte a prescindere dalla loro qualità di "spartiti".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.