The international literature suggests that spirituality is a significant aspect of social work practice. It can strengthen the quality of relationships in interventions, support help relationships, and contribute to the construction of meaning in situations of suffering and marginalisation. Mathews (2009) emphasises the importance of social workers developing cultural and spiritual sensitivity, while Nash (2006) and Lee (2007) demonstrate how spirituality can foster dedication to social justice. Furthermore, Gardner (2020) advocates for the recognition of this dimension in training programmes. A broad and pluralistic reflection on this issue has taken hold in the Anglo-Saxon world, providing conceptual, operational and ethical tools for integrating spirituality into professional practices. In the Italian context, however, this issue is still largely neglected. This appears to be linked, at least in part, to the long process of the secularisation of social work seeking legitimacy through a clear separation from the historically dominant religious matrix. In this scenario, spirituality is often perceived as ambiguous, inappropriate or unprofessional. However, ignoring it risks overlooking a significant aspect of human experience, even among non-religious individu

La letteratura scientifica internazionale suggerisce che la spiritualità rappresenti una dimensione significativa per la pratica del lavoro sociale, capace di rafforzare la qualità relazionale dell’intervento, sostenere i percorsi di aiuto e contribuire alla costruzione di senso nelle situazioni di sofferenza e marginalità. Mathews (2009) evidenzia la necessità per gli operatori sociali di sviluppare sensibilità culturale e spirituale; Nash (2006) e Lee (2007) mostrano come la spiritualità possa alimentare l’impegno per la giustizia sociale; Gardner (2020) invita a riconoscere questa dimensione anche nei percorsi formativi. In ambito anglosassone, in particolare, si è consolidata una riflessione ampia e plurale, con strumenti concettuali, operativi e deontologici capaci di integrare la spiritualità nelle pratiche professionali. Nel contesto italiano, al contrario, questo tema è ancora ampiamente trascurato. L’assenza di una riflessione esplicita appare legata, almeno in parte, al lungo processo di laicizzazione del lavoro sociale, che ha cercato legittimazione attraverso una separazione netta dalla matrice religiosa storicamente dominante. In questo scenario, la spiritualità è spesso percepita come un tema ambiguo, improprio o non professionale. Tuttavia, questa rimozione rischia di eludere una componente rilevante dell’esperienza umana, condivisa anche da persone non religiose. A partire da una distinzione chiara tra religione e spiritualità (Crisp, 2010; Senreich, 2013), questo contributo intende esplorare, in chiave critica e interdisciplinare, le possibilità di integrare la dimensione spirituale nei percorsi di accompagnamento e recovery, valorizzando anche il ruolo dei volontari e delle reti di prossimità. Dopo un’analisi comparativa del dibattito internazionale, il saggio propone una riflessione sulle competenze necessarie, sulle implicazioni etiche e sui rischi connessi all’uso non critico della spiritualità nei servizi sociali. L’obiettivo è quello di avviare una riflessione situata, capace di riconnettere spiritualità, relazione d’aiuto e costruzione comunitaria nel lavoro sociale contemporaneo.

Gollini, A., Esplorare l’intreccio fra spiritualità e lavoro sociale. Riconnettere spiritualità, relazione d’aiuto e costruzione comunitaria, <<STUDI E RICERCHE DI LAVORO SOCIALE>>, 2025; 2025 (1\2025): 7-28. [doi:DOI: 10.14605/SrLS212501] [https://hdl.handle.net/10807/323336]

Esplorare l’intreccio fra spiritualità e lavoro sociale. Riconnettere spiritualità, relazione d’aiuto e costruzione comunitaria

Gollini, Andrea
Primo
2025

Abstract

The international literature suggests that spirituality is a significant aspect of social work practice. It can strengthen the quality of relationships in interventions, support help relationships, and contribute to the construction of meaning in situations of suffering and marginalisation. Mathews (2009) emphasises the importance of social workers developing cultural and spiritual sensitivity, while Nash (2006) and Lee (2007) demonstrate how spirituality can foster dedication to social justice. Furthermore, Gardner (2020) advocates for the recognition of this dimension in training programmes. A broad and pluralistic reflection on this issue has taken hold in the Anglo-Saxon world, providing conceptual, operational and ethical tools for integrating spirituality into professional practices. In the Italian context, however, this issue is still largely neglected. This appears to be linked, at least in part, to the long process of the secularisation of social work seeking legitimacy through a clear separation from the historically dominant religious matrix. In this scenario, spirituality is often perceived as ambiguous, inappropriate or unprofessional. However, ignoring it risks overlooking a significant aspect of human experience, even among non-religious individu
2025
Italiano
Gollini, A., Esplorare l’intreccio fra spiritualità e lavoro sociale. Riconnettere spiritualità, relazione d’aiuto e costruzione comunitaria, <<STUDI E RICERCHE DI LAVORO SOCIALE>>, 2025; 2025 (1\2025): 7-28. [doi:DOI: 10.14605/SrLS212501] [https://hdl.handle.net/10807/323336]
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