Il saggio affronta alcune questioni attuali emerse nella giurisprudenza costituzionale in relazione all’esercizio della potestà normativa regionale, sia primaria che secondaria. Nato dal dialogo con le istituzioni regionali, il lavoro intende restituire la complessità di un quadro ancora segnato da incertezze, proponendosi di offrire al contempo strumenti interpretativi e soluzioni operative che si auspicano utili a rafforzare la legittimità dell’attività normativa delle Regioni, nel rispetto dei vincoli costituzionali e sovranazionali. L’indagine si apre con l’analisi delle condizioni in cui le fonti statali di rango secondario possono vincolare l’attività legislativa regionale, soffermandosi in particolare sul ruolo del principio di leale collaborazione. Questo viene poi approfondito nelle sue diverse declinazioni in ambito normativo secondario e nella sua incidenza sulla funzione legislativa statale, con particolare riferimento alla prassi emergente di subordinare l’adozione di decreti legislativi all’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, in ambiti segnati da un intreccio inscindibile di competenze statali e regionali. Ulteriore oggetto di riflessione è il rapporto tra diritto dell’Unione europea e fonti regionali, tanto nella fase fisiologica dell’attuazione quanto in quella patologica dell’eventuale difformità. Il saggio dedica poi attenzione ai fenomeni della delegificazione e della rilegificazione e vengono analizzati due effetti peculiari delle sentenze costituzionali di accoglimento, potenzialmente idonei a compromettere la certezza delle regole anche a livello regionale: l’incostituzionalità consequenziale e la reviviscenza.
Berti, N., La potestà normativa regionale: questioni attuali, <<QUESTE ISTITUZIONI>>, 2025; (3): 34-64 [https://hdl.handle.net/10807/323290]
La potestà normativa regionale: questioni attuali
Berti, Nicola
2025
Abstract
Il saggio affronta alcune questioni attuali emerse nella giurisprudenza costituzionale in relazione all’esercizio della potestà normativa regionale, sia primaria che secondaria. Nato dal dialogo con le istituzioni regionali, il lavoro intende restituire la complessità di un quadro ancora segnato da incertezze, proponendosi di offrire al contempo strumenti interpretativi e soluzioni operative che si auspicano utili a rafforzare la legittimità dell’attività normativa delle Regioni, nel rispetto dei vincoli costituzionali e sovranazionali. L’indagine si apre con l’analisi delle condizioni in cui le fonti statali di rango secondario possono vincolare l’attività legislativa regionale, soffermandosi in particolare sul ruolo del principio di leale collaborazione. Questo viene poi approfondito nelle sue diverse declinazioni in ambito normativo secondario e nella sua incidenza sulla funzione legislativa statale, con particolare riferimento alla prassi emergente di subordinare l’adozione di decreti legislativi all’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, in ambiti segnati da un intreccio inscindibile di competenze statali e regionali. Ulteriore oggetto di riflessione è il rapporto tra diritto dell’Unione europea e fonti regionali, tanto nella fase fisiologica dell’attuazione quanto in quella patologica dell’eventuale difformità. Il saggio dedica poi attenzione ai fenomeni della delegificazione e della rilegificazione e vengono analizzati due effetti peculiari delle sentenze costituzionali di accoglimento, potenzialmente idonei a compromettere la certezza delle regole anche a livello regionale: l’incostituzionalità consequenziale e la reviviscenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



