L’articolo mette a confronto due teorici rinascimentali della poetica e della tragedia, Giovan Battista Giraldi Cinzio e Antonio Sebastiani Minturno, con particolare attenzione alle modalità con cui il secondo critica e rielabora le posizioni del primo. L'analisi mostra come Minturno, pur prendendo spunto dalle teorie di Giraldi, adotti un approccio più vicino al classicismo aristotelico, sottolineando i limiti della concezione giraldiana della tragedia e cercando di recuperare la funzione etico-morale e catartica del teatro. L’autore evidenzia anche il ruolo degli “aristarchi nuovi” (i critici moderni) che, attraverso il dibattito teorico, hanno contribuito a ridefinire la poetica rinascimentale, oscillante tra innovazione e ritorno ai modelli antichi. In sintesi, l’articolo ricostruisce il dialogo critico tra Giraldi e Minturno, inserendolo nel più ampio quadro della riflessione cinquecentesca sulla tragedia e mostrando come le loro divergenze abbiano avuto un impatto duraturo sulla storia della critica letteraria italiana.
Colombo, D., Nuovi Aristarchi ripresi. Giraldi, Minturno e il riuso dell’antico nella trattatistica del Cinquecento, in Gioseffi, G. M. (ed.), Uso, riuso e abuso dei testi classici, LED, MILANO 2010: 153- 182 [https://hdl.handle.net/10807/321156]
Nuovi Aristarchi ripresi. Giraldi, Minturno e il riuso dell’antico nella trattatistica del Cinquecento
Colombo, Davide
2010
Abstract
L’articolo mette a confronto due teorici rinascimentali della poetica e della tragedia, Giovan Battista Giraldi Cinzio e Antonio Sebastiani Minturno, con particolare attenzione alle modalità con cui il secondo critica e rielabora le posizioni del primo. L'analisi mostra come Minturno, pur prendendo spunto dalle teorie di Giraldi, adotti un approccio più vicino al classicismo aristotelico, sottolineando i limiti della concezione giraldiana della tragedia e cercando di recuperare la funzione etico-morale e catartica del teatro. L’autore evidenzia anche il ruolo degli “aristarchi nuovi” (i critici moderni) che, attraverso il dibattito teorico, hanno contribuito a ridefinire la poetica rinascimentale, oscillante tra innovazione e ritorno ai modelli antichi. In sintesi, l’articolo ricostruisce il dialogo critico tra Giraldi e Minturno, inserendolo nel più ampio quadro della riflessione cinquecentesca sulla tragedia e mostrando come le loro divergenze abbiano avuto un impatto duraturo sulla storia della critica letteraria italiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



