L’articolo esplora il pensiero di Agostino sul desiderio universale di felicità, intesa non come semplice benessere terreno, ma come compimento dell’uomo nell’ordine del cuore, nella verità e nella comunione con Dio. Nei dialoghi giovanili, Agostino distingue una felicità “debole”, legata alla vita ordinata e razionale, e una “forte”, identificata con la conoscenza e il godimento di Dio, summus modus di verità, bene e bellezza. La via della ragione e quella della fede non si oppongono, ma si integrano; la filosofia prepara e illumina la fede, mentre la fede rende possibile la beatitudine piena. Con il maturare del pensiero, soprattutto dopo le Quaestiones ad Simplicianum e nel De civitate Dei, la felicità viene collocata nell’orizzonte escatologico: segnata dal peccato, l’umanità non può salvarsi da sola; la beatitudine è dono esclusivo della grazia divina, concesso secondo disegni misteriosi. Agostino propone così un’idea di felicità realistica e controcorrente: non possesso di tutto, ma cammino verso il tutto; non illusione di assenza di problemi, ma presenza di senso; non conquista autonoma, ma vocazione e grazia accessibile a chi cerca e spera. Nel presente frenetico e performativo, questa visione invita a riscoprire una felicità inquieta ma solida, radicata nell’attesa fiduciosa dell’eterno.

Muller, P. A. M., Che cos'è la felicità? Una promessa (che sa attendere) nella ricerca, <<AVVENIRE>>, 2025-08-13 [https://hdl.handle.net/10807/320418]

Che cos'è la felicità? Una promessa (che sa attendere) nella ricerca

Muller, Paola Anna Maria
2025

Abstract

L’articolo esplora il pensiero di Agostino sul desiderio universale di felicità, intesa non come semplice benessere terreno, ma come compimento dell’uomo nell’ordine del cuore, nella verità e nella comunione con Dio. Nei dialoghi giovanili, Agostino distingue una felicità “debole”, legata alla vita ordinata e razionale, e una “forte”, identificata con la conoscenza e il godimento di Dio, summus modus di verità, bene e bellezza. La via della ragione e quella della fede non si oppongono, ma si integrano; la filosofia prepara e illumina la fede, mentre la fede rende possibile la beatitudine piena. Con il maturare del pensiero, soprattutto dopo le Quaestiones ad Simplicianum e nel De civitate Dei, la felicità viene collocata nell’orizzonte escatologico: segnata dal peccato, l’umanità non può salvarsi da sola; la beatitudine è dono esclusivo della grazia divina, concesso secondo disegni misteriosi. Agostino propone così un’idea di felicità realistica e controcorrente: non possesso di tutto, ma cammino verso il tutto; non illusione di assenza di problemi, ma presenza di senso; non conquista autonoma, ma vocazione e grazia accessibile a chi cerca e spera. Nel presente frenetico e performativo, questa visione invita a riscoprire una felicità inquieta ma solida, radicata nell’attesa fiduciosa dell’eterno.
Italiano
13-ago-2025
Muller, P. A. M., Che cos'è la felicità? Una promessa (che sa attendere) nella ricerca, <<AVVENIRE>>, 2025-08-13 [https://hdl.handle.net/10807/320418]
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