Il numero monografico “Rom e sinti: identità dinamiche e scenari interculturali. Ricerche pedagogiche e pratiche educative tra passato e presente” della Rivista Educazione Interculturale. Teorie, Ricerche, Pratiche vuole proporre ricerche e riflessioni elaborate di recente, da una prospettiva pedagogica, rispetto al lavoro educativo, alla storia dell’educazione, alla didattica e alla ricerca educativa con i gruppi rom e sinti. Sebbene lo scenario di riferimento sia quello italiano, il numero è aperto anche a significative esperienze provenienti dall’estero ed a contributi di carattere interdisciplinare. La presenza dei gruppi rom e sinti e le loro relazioni con la società maggioritaria sono interpretate, secondo la prospettiva interculturale (Pasta, 2019), sottolineando i caratteri dinamici e trasformativi delle appartenenze identitarie a seguito di differenti processi, come l’incontro/scontro con altre persone, gruppi e forme di appartenenze, gli effetti delle pratiche educative (formali, informali e non formali), delle politiche, delle trasformazioni intergenerazionali e della storia, delle rappresentazioni e narrazioni diffuse sui gruppi stessi. Il numero monografico vuole dunque fare il punto su recenti ricerche e riflessioni (di natura teorica, storica, empirica) dedicate al rapporto tra rom e sinti e teorie pedagogiche, contesti educativi, prassi didattiche ed educative. La presente proposta si inserisce in un momento storico nodale per i percorsi teorizzati o intrapresi a livello di politiche pubbliche, discorsi mediatici e attivismo rom e/o a favore dei rom e dei sinti, e che ha avuto delle conseguenze anche sugli studi legati a questa tematica in Italia. Nei primi anni Duemila si è avuto un periodo di forte esposizione nel discorso pubblico, caratterizzato dal regime strutturato di “ignoranza organizzata” (Vitale, 2008) e di invisibilizzazione reificante (Van Baar e Vermeersch, 2017) e culminato nella proclamazione dello Stato di Emergenza Nomadi (2008), poi dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato nel 2011 (Daniele, Pasta e Persico, 2017). Quel periodo è coinciso con una stagione ricca di studi in Italia e in Europa (Bonetti, Simoni e Vitale, 2011), che è progressivamente diminuita negli anni successivi caratterizzati, a livello di inquadramento nazionale, dalla prima Strategia nazionale di inclusione di Rom, Sinti e Caminanti (RSC) 2012-2020.. Nella fase attuale, con un decreto del direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del 2022, è in vigore la Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti (2021-2030). Il documento fa proprio un approccio intersezionale e di sinergia con le altre strategie nazionali esistenti, come auspicato a livello europeo. Inoltre, l'implementazione pluriennale del PON inclusione, Progetto Nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom sinti e caminanti in servizi educativi (Pasta, 2021), così come ricerche più recenti condotte a livello europeo forniscono interessanti spunti di riflessione rispetto alle traiettorie formative di giovani rom e sinti, a costi e benefici di tali percorsi (Persico, Daniele e Ottaviano, 2020), nonché alle dinamiche migratorie transnazionali (Pontrandolfo e Piasere, 2016; Legros et al., 2024). Dal punto di vista della dimensione storica e della costruzione di memoria nel contesto europeo e nazionale, la conoscenza dei processi di stigmatizzazione, pregiudizio, deportazione e sterminio che hanno segnato la metà del Novecento (Bravi, 2023; Bravi e Rizzin, 2024; Pasta, 2020) si sono arricchiti di analisi scientifiche, ma anche di un segno di forte partecipazione al racconto pubblico da parte di giovani generazioni delle comunità (Bravi e Pasta, 2022; Pasta, 2023). Per offrire un panorama degli ultimi studi dedicati a questi temi, sono benvenuti contributi teorici, storici o empirici in riferimento alle seguenti tematiche, sebbene non limitati alle stesse: 1. Il lavoro educativo con rom e sinti in contesti formali, non formali ed informali 2. I rapporti tra lavoro sociale, gruppi rom e sinti, e contesti locali 3. I percorsi di formazione e crescita di giovani rom e sinti, riletti secondo un approccio interculturale e/o intersezionale 4. La dimensione legislativa e il mondo della scuola 5. La storia dei processi di scolarizzazione di rom e sinti e delle pratiche didattiche attuate 6. La memoria, la didattica della memoria e la storia nei suoi processi di decostruzione di pregiudizi e di costruzione di partecipazione alla memoria pubblica 7. Il contrasto all’antiziganismo 8. I percorsi di attivismo romanì e il loro impatto a livello locale e nazionale 9. Le novità e gli elementi di continuità rispetto alle tematiche precedenti, collegati all’affermarsi del web sociale

Pasta, S., Persico, G., Bravi, L. (eds.), Roma and Sinti: dynamic identities and intercultural scenarios. Pedagogical research and educational practices between past and present, <<EDUCAZIONE INTERCULTURALE>>, 2025; 2025: (1): 185 [https://hdl.handle.net/10807/318016]

Roma and Sinti: dynamic identities and intercultural scenarios. Pedagogical research and educational practices between past and present

Pasta, Stefano
;
2025

Abstract

Il numero monografico “Rom e sinti: identità dinamiche e scenari interculturali. Ricerche pedagogiche e pratiche educative tra passato e presente” della Rivista Educazione Interculturale. Teorie, Ricerche, Pratiche vuole proporre ricerche e riflessioni elaborate di recente, da una prospettiva pedagogica, rispetto al lavoro educativo, alla storia dell’educazione, alla didattica e alla ricerca educativa con i gruppi rom e sinti. Sebbene lo scenario di riferimento sia quello italiano, il numero è aperto anche a significative esperienze provenienti dall’estero ed a contributi di carattere interdisciplinare. La presenza dei gruppi rom e sinti e le loro relazioni con la società maggioritaria sono interpretate, secondo la prospettiva interculturale (Pasta, 2019), sottolineando i caratteri dinamici e trasformativi delle appartenenze identitarie a seguito di differenti processi, come l’incontro/scontro con altre persone, gruppi e forme di appartenenze, gli effetti delle pratiche educative (formali, informali e non formali), delle politiche, delle trasformazioni intergenerazionali e della storia, delle rappresentazioni e narrazioni diffuse sui gruppi stessi. Il numero monografico vuole dunque fare il punto su recenti ricerche e riflessioni (di natura teorica, storica, empirica) dedicate al rapporto tra rom e sinti e teorie pedagogiche, contesti educativi, prassi didattiche ed educative. La presente proposta si inserisce in un momento storico nodale per i percorsi teorizzati o intrapresi a livello di politiche pubbliche, discorsi mediatici e attivismo rom e/o a favore dei rom e dei sinti, e che ha avuto delle conseguenze anche sugli studi legati a questa tematica in Italia. Nei primi anni Duemila si è avuto un periodo di forte esposizione nel discorso pubblico, caratterizzato dal regime strutturato di “ignoranza organizzata” (Vitale, 2008) e di invisibilizzazione reificante (Van Baar e Vermeersch, 2017) e culminato nella proclamazione dello Stato di Emergenza Nomadi (2008), poi dichiarato illegittimo dal Consiglio di Stato nel 2011 (Daniele, Pasta e Persico, 2017). Quel periodo è coinciso con una stagione ricca di studi in Italia e in Europa (Bonetti, Simoni e Vitale, 2011), che è progressivamente diminuita negli anni successivi caratterizzati, a livello di inquadramento nazionale, dalla prima Strategia nazionale di inclusione di Rom, Sinti e Caminanti (RSC) 2012-2020.. Nella fase attuale, con un decreto del direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) del 2022, è in vigore la Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti (2021-2030). Il documento fa proprio un approccio intersezionale e di sinergia con le altre strategie nazionali esistenti, come auspicato a livello europeo. Inoltre, l'implementazione pluriennale del PON inclusione, Progetto Nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini rom sinti e caminanti in servizi educativi (Pasta, 2021), così come ricerche più recenti condotte a livello europeo forniscono interessanti spunti di riflessione rispetto alle traiettorie formative di giovani rom e sinti, a costi e benefici di tali percorsi (Persico, Daniele e Ottaviano, 2020), nonché alle dinamiche migratorie transnazionali (Pontrandolfo e Piasere, 2016; Legros et al., 2024). Dal punto di vista della dimensione storica e della costruzione di memoria nel contesto europeo e nazionale, la conoscenza dei processi di stigmatizzazione, pregiudizio, deportazione e sterminio che hanno segnato la metà del Novecento (Bravi, 2023; Bravi e Rizzin, 2024; Pasta, 2020) si sono arricchiti di analisi scientifiche, ma anche di un segno di forte partecipazione al racconto pubblico da parte di giovani generazioni delle comunità (Bravi e Pasta, 2022; Pasta, 2023). Per offrire un panorama degli ultimi studi dedicati a questi temi, sono benvenuti contributi teorici, storici o empirici in riferimento alle seguenti tematiche, sebbene non limitati alle stesse: 1. Il lavoro educativo con rom e sinti in contesti formali, non formali ed informali 2. I rapporti tra lavoro sociale, gruppi rom e sinti, e contesti locali 3. I percorsi di formazione e crescita di giovani rom e sinti, riletti secondo un approccio interculturale e/o intersezionale 4. La dimensione legislativa e il mondo della scuola 5. La storia dei processi di scolarizzazione di rom e sinti e delle pratiche didattiche attuate 6. La memoria, la didattica della memoria e la storia nei suoi processi di decostruzione di pregiudizi e di costruzione di partecipazione alla memoria pubblica 7. Il contrasto all’antiziganismo 8. I percorsi di attivismo romanì e il loro impatto a livello locale e nazionale 9. Le novità e gli elementi di continuità rispetto alle tematiche precedenti, collegati all’affermarsi del web sociale
2025
Italiano
Inglese
Pasta, S., Persico, G., Bravi, L. (eds.), Roma and Sinti: dynamic identities and intercultural scenarios. Pedagogical research and educational practices between past and present, <<EDUCAZIONE INTERCULTURALE>>, 2025; 2025: (1): 185 [https://hdl.handle.net/10807/318016]
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