Le ragazze e i ragazzi con background di migrazione si confrontano con la sfida di elaborare un’identità plurale, che sappia intenzionalmente intrecciare molteplici appartenenze. È questo un compito con cui ogni persona si interfaccia nel proprio percorso di crescita, ma che acquisisce tratti di peculiarità in relazione all’esperienza migratoria, sia essa vissuta in prima persona oppure ereditata dalla famiglia. In tale processo di elaborazione della soggettività e di costruzione del proprio divenire, le memorie e le radici rappresentano elementi significativi. La ricerca di dottorato “Nutrire le radici: memoria e responsabilità intergenerazionale in prospettiva interculturale” ha approfondito tali nuclei semantici, con particolare riferimento al ruolo che le relazioni intergenerazionali possono assumere in simili percorsi. Infatti, nonne e nonni rappresentano ed incarnano, per i più giovani, le radici di una biografia personale che si dispiega proprio a partire dai legami e dalla storia familiare. Sono un “ponte” che tiene allacciati al Paese di provenienza e che nutre l’appartenenza a tali origini. Al contempo sembrano assumere una funzione di ancoraggio, divenendo una sorta di “base sicura”, dalla quale potersi poi aprire ad altre appartenenze. Il rapporto intergenerazionale e l’accesso alle radici appaiono dunque come uno dei fattori che possono concorrere all’elaborazione di appartenenze plurali: un fattore che, in prospettiva sistemica, si colloca entro una più ampia cornice interpretativa. Uno sguardo complesso risulta infatti strategico e rilevante al fine di cogliere gli intrecci e le interazioni tra e con i molteplici sistemi di relazione di cui la persona è parte. La ricerca in oggetto ha portato dunque a delineare alcune traiettorie pedagogiche che intendono riconoscere, restituire e avvalorare la complessità dei processi di costruzione di senso di appartenenza, ma anche delle relazioni che li accompagnano. Tali prospettive si muovono nell’orizzonte della promozione di pratiche educative trasformative e di processi emancipativi: approcci che interpellano non solo i professionisti dell’educazione, ma anche le famiglie e la comunità educante. Si vengono in tal modo a delineare percorsi di accompagnamento educativo che, a vari livelli ed entro diversi sistemi relazionali, si prendono cura delle radici da cui il cammino delle nuove generazioni della migrazione scaturisce e procede. Tanto delle radici del là quanto di quelle del qui.
Damiola, S., Radici e traiettorie identitarie interculturali: una prospettiva sistemica, in Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipativeJunior Conference, (Siena, 22-23 February 2024), Pensa Multimedia Editore S.r.l., Lecce 2025: 76-81 [https://hdl.handle.net/10807/317619]
Radici e traiettorie identitarie interculturali: una prospettiva sistemica
Damiola, Sara
2025
Abstract
Le ragazze e i ragazzi con background di migrazione si confrontano con la sfida di elaborare un’identità plurale, che sappia intenzionalmente intrecciare molteplici appartenenze. È questo un compito con cui ogni persona si interfaccia nel proprio percorso di crescita, ma che acquisisce tratti di peculiarità in relazione all’esperienza migratoria, sia essa vissuta in prima persona oppure ereditata dalla famiglia. In tale processo di elaborazione della soggettività e di costruzione del proprio divenire, le memorie e le radici rappresentano elementi significativi. La ricerca di dottorato “Nutrire le radici: memoria e responsabilità intergenerazionale in prospettiva interculturale” ha approfondito tali nuclei semantici, con particolare riferimento al ruolo che le relazioni intergenerazionali possono assumere in simili percorsi. Infatti, nonne e nonni rappresentano ed incarnano, per i più giovani, le radici di una biografia personale che si dispiega proprio a partire dai legami e dalla storia familiare. Sono un “ponte” che tiene allacciati al Paese di provenienza e che nutre l’appartenenza a tali origini. Al contempo sembrano assumere una funzione di ancoraggio, divenendo una sorta di “base sicura”, dalla quale potersi poi aprire ad altre appartenenze. Il rapporto intergenerazionale e l’accesso alle radici appaiono dunque come uno dei fattori che possono concorrere all’elaborazione di appartenenze plurali: un fattore che, in prospettiva sistemica, si colloca entro una più ampia cornice interpretativa. Uno sguardo complesso risulta infatti strategico e rilevante al fine di cogliere gli intrecci e le interazioni tra e con i molteplici sistemi di relazione di cui la persona è parte. La ricerca in oggetto ha portato dunque a delineare alcune traiettorie pedagogiche che intendono riconoscere, restituire e avvalorare la complessità dei processi di costruzione di senso di appartenenza, ma anche delle relazioni che li accompagnano. Tali prospettive si muovono nell’orizzonte della promozione di pratiche educative trasformative e di processi emancipativi: approcci che interpellano non solo i professionisti dell’educazione, ma anche le famiglie e la comunità educante. Si vengono in tal modo a delineare percorsi di accompagnamento educativo che, a vari livelli ed entro diversi sistemi relazionali, si prendono cura delle radici da cui il cammino delle nuove generazioni della migrazione scaturisce e procede. Tanto delle radici del là quanto di quelle del qui.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



