L'articolo si propone di fornire un'analisi e un'interpretazione della raccolta poetica "La materia del contendere" (2025) di Giancarlo Pontiggia. In particolare, il libro è descritto come un punto di rottura nella vicenda poetica di Pontiggia, che passa da una tonalità evocativa (tipica delle sue altre raccolte) a una postura meditativa, cercando di fare una poesia che sia soprattutto ragionamento. Pontiggia cerca di leggere attraverso i suoi versi la realtà culturale contemporanea, un mondo in mutazione, i cui semi germoglieranno in qualcosa che ancora non ha forma. Non a caso, un modello presente in quest'opera è T. S. Eliot e la sua "Waste Land"; un autore, tra l'altro, mai prima d'ora entrato nella poesia di Pontiggia.
Biscaldi, A., La voce eterna delle cose: "La materia del contendere" di Giancarlo Pontiggia, <<ATELIER>>, 2025; (118): 9-15 [https://hdl.handle.net/10807/316089]
La voce eterna delle cose: "La materia del contendere" di Giancarlo Pontiggia
Biscaldi, Alberto
2025
Abstract
L'articolo si propone di fornire un'analisi e un'interpretazione della raccolta poetica "La materia del contendere" (2025) di Giancarlo Pontiggia. In particolare, il libro è descritto come un punto di rottura nella vicenda poetica di Pontiggia, che passa da una tonalità evocativa (tipica delle sue altre raccolte) a una postura meditativa, cercando di fare una poesia che sia soprattutto ragionamento. Pontiggia cerca di leggere attraverso i suoi versi la realtà culturale contemporanea, un mondo in mutazione, i cui semi germoglieranno in qualcosa che ancora non ha forma. Non a caso, un modello presente in quest'opera è T. S. Eliot e la sua "Waste Land"; un autore, tra l'altro, mai prima d'ora entrato nella poesia di Pontiggia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



