Il saggio si propone di qualificare in termini civilistici e ricostruire la disciplina dei rapporti, sempre più diffusi, in cui gli utenti accedono a servizi digitali fornendo i loro dati, anziché versare un prezzo. La recente affermazione del modello pay-or-consent («acconsenti al trattamento dei dati o paga»), avallato dalla Corte di giustizia – ma messo in discussione dal Comitato europeo di protezione dei dati – conferma, da un lato, la natura contrattuale corrispettiva di tali rapporti e, dall’altro, contribuisce a chiarire le ricadute sul contratto della revoca e dell’invalidità del consenso al trattamento. L’indagine, basata su un quadro normativo che include le discipline di protezione dei dati personali e dei consumatori, oltre al diritto delle obbligazioni e dei contratti, dimostra come superare le tradizionali riserve sulla liceità degli scambi di “dati contro servizi” possa assicurare agli utenti tutele ulteriori e più efficaci rispetto alla mera tutela aquiliana, storicamente a presidio dei diritti della personalità. Il contratto sinallagmatico, con taluni adattamenti, riafferma così la propria centralità nel governo delle nuove forme di scambio, ponendosi quale istituto privilegiato per contemperare la tutela dei diritti fondamentali alla protezione dei dati personali e alla libertà d’impresa, in un contesto di crescente innovazione tecnologica.
Bachelet, V., Il contratto di scambio di “servizi contro dati” (o contro prezzo), <<RIVISTA DI DIRITTO CIVILE>>, 2024; Rivista diritto civile (6): 1130-1158 [https://hdl.handle.net/10807/314475]
Il contratto di scambio di “servizi contro dati” (o contro prezzo)
Bachelet, Vittorio
2024
Abstract
Il saggio si propone di qualificare in termini civilistici e ricostruire la disciplina dei rapporti, sempre più diffusi, in cui gli utenti accedono a servizi digitali fornendo i loro dati, anziché versare un prezzo. La recente affermazione del modello pay-or-consent («acconsenti al trattamento dei dati o paga»), avallato dalla Corte di giustizia – ma messo in discussione dal Comitato europeo di protezione dei dati – conferma, da un lato, la natura contrattuale corrispettiva di tali rapporti e, dall’altro, contribuisce a chiarire le ricadute sul contratto della revoca e dell’invalidità del consenso al trattamento. L’indagine, basata su un quadro normativo che include le discipline di protezione dei dati personali e dei consumatori, oltre al diritto delle obbligazioni e dei contratti, dimostra come superare le tradizionali riserve sulla liceità degli scambi di “dati contro servizi” possa assicurare agli utenti tutele ulteriori e più efficaci rispetto alla mera tutela aquiliana, storicamente a presidio dei diritti della personalità. Il contratto sinallagmatico, con taluni adattamenti, riafferma così la propria centralità nel governo delle nuove forme di scambio, ponendosi quale istituto privilegiato per contemperare la tutela dei diritti fondamentali alla protezione dei dati personali e alla libertà d’impresa, in un contesto di crescente innovazione tecnologica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.