Abitare futuri possibili e sostenibili. Formazione, contemplazione, conversione ecologica

Reflecting on the uncertainty that hangs over the human condition, this paper explores the need to "inhabit" the future from an ecological perspective in light of the uncertainty generated by climate change and the complexity of so-called hyperobjects. Based on a survey conducted as part of the "UC-Village for the Earth" project - a service-learning experience that promotes civic responsibility and environmental awareness - the analysis invites the recognition of "fear" as a moral sentiment capable of prompting responsibility and action. How, then, can we respond to widespread anxiety and apparent helplessness in the face of global phenomena? The aim is to propose a pedagogical renewal for "ecological conversion" that strengthens the "inner temple" capable of transforming fear into a cognitive resource and generating possible futures based on care, responsibility and respect for the common home.

Il presente contributo, riflettendo sull’incertezza che grava sulla condizione umana, indaga la necessità di “abitare” il futuro in chiave ecologica, alla luce dell’incertezza generata dai cambiamenti climatici e dalla complessità dei cosiddetti hyperobjects. A partire da un’indagine condotta nell’ambito del progetto “UC-Villaggio per la Terra” – esperienza di apprendimento servizio che promuove la responsabilità civica e la sensibilità ambientale – l’analisi invita a riconoscere la “paura” come sentimento morale capace di sollecitare responsabilità e azione. Come rispondere, dunque, all’angoscia diffusa e all’apparente impotenza di fronte a fenomeni globali? Si vuole proporre un rinnovamento pedagogico per la “conversione ecologica”, che valorizzi il “templum interiore” in grado di trasformare la paura in risorsa cognitiva e di generare futuri possibili basati su cura, responsabilità e rispetto per la casa comune.