Incastonata nella complessa stratificazione urbanistico-architettonica del centro storico, la chiesa di San Satiro rimane l’unica testimonianza monumentale di epoca carolingia in territorio milanese: conserva infatti un originario impianto architettonico e un ciclo pittorico in gran parte coevo alla fondazione, avvenuta per volere di Ansperto da Biassono (arcivescovo di Milano dall’868 all’881) all’interno della cosiddetta insula Ansperti. Nonostante la lacunosità e il critico stato di conservazione delle pitture, è possibile tentare una ricostruzione del programma originario, a tutt’oggi mai proposta con sufficiente organicità, secondo una lettura che individua ‘coppie’ di figure collocate ai quattro angoli dell’edificio. Tale chiave interpretativa apre nuove ipotesi identificative dei personaggi rappresentati e pone in rilievo la presenza di alcuni soggetti iconografici come la croce fiorita - che risulta fortemente connessa alla pittura funeraria di IX secolo -, o la decorazione a racemi vegetali delle volte - che rimanda a confronti con cicli carolingi d’oltralpe, alcuni già noti alla critica ed altri inediti come quello del westwerk di Corvey. Tutti i dati raccolti, di natura compositiva, iconografica, tecnica e stilistica, sono messi in relazione con la politica di committenza di Ansperto, episcopale ma anche privata e familiare, e con la realtà artistico-culturale di Milano alla fine del IX secolo: ciò permette di rinvigorire l’ipotesi, non condivisa da tutta la critica, di un ciclo unitario e carolingio. L’obbiettivo del contributo non è comunque quello di definire e risolvere le problematicità del ciclo pittorico milanese, ma quello di porle per la prima volta in una prospettiva critica, di restituire il cantiere decorativo nella sua complessità e stratificazione, obbligatoriamente anche attraverso compromessi forniti dalle ipotesi, al fine di aprire nuovi percorsi interpretativi, fornire terreni più ampi di confronti, inserire finalmente la committenza di San Satiro in un contesto milanese, europeo.
Beretta, M., Un ciclo carolingio a Milano. Nuove ipotesi sulle pitture murali in San Satiro, <<ARTE LOMBARDA>>, 2012; (Settembre): N/A-N/A [http://hdl.handle.net/10807/30908]
Un ciclo carolingio a Milano. Nuove ipotesi sulle pitture murali in San Satiro
Beretta, Manuela
2012
Abstract
Incastonata nella complessa stratificazione urbanistico-architettonica del centro storico, la chiesa di San Satiro rimane l’unica testimonianza monumentale di epoca carolingia in territorio milanese: conserva infatti un originario impianto architettonico e un ciclo pittorico in gran parte coevo alla fondazione, avvenuta per volere di Ansperto da Biassono (arcivescovo di Milano dall’868 all’881) all’interno della cosiddetta insula Ansperti. Nonostante la lacunosità e il critico stato di conservazione delle pitture, è possibile tentare una ricostruzione del programma originario, a tutt’oggi mai proposta con sufficiente organicità, secondo una lettura che individua ‘coppie’ di figure collocate ai quattro angoli dell’edificio. Tale chiave interpretativa apre nuove ipotesi identificative dei personaggi rappresentati e pone in rilievo la presenza di alcuni soggetti iconografici come la croce fiorita - che risulta fortemente connessa alla pittura funeraria di IX secolo -, o la decorazione a racemi vegetali delle volte - che rimanda a confronti con cicli carolingi d’oltralpe, alcuni già noti alla critica ed altri inediti come quello del westwerk di Corvey. Tutti i dati raccolti, di natura compositiva, iconografica, tecnica e stilistica, sono messi in relazione con la politica di committenza di Ansperto, episcopale ma anche privata e familiare, e con la realtà artistico-culturale di Milano alla fine del IX secolo: ciò permette di rinvigorire l’ipotesi, non condivisa da tutta la critica, di un ciclo unitario e carolingio. L’obbiettivo del contributo non è comunque quello di definire e risolvere le problematicità del ciclo pittorico milanese, ma quello di porle per la prima volta in una prospettiva critica, di restituire il cantiere decorativo nella sua complessità e stratificazione, obbligatoriamente anche attraverso compromessi forniti dalle ipotesi, al fine di aprire nuovi percorsi interpretativi, fornire terreni più ampi di confronti, inserire finalmente la committenza di San Satiro in un contesto milanese, europeo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.