Questo lavoro si propone di analizzare l’evoluzione della struttura delle aziende attraverso due distinte metodologie. In primo luogo, vengono studiate le transizioni delle aziende da una classe dimensionale all’altra mediante il modello di Markov, utilizzando i dati delle ultime sei campagne, dalla campagna 1995/96 alla campagna 2000/01. Sulla base di queste analisi, vengono elaborate proiezioni sulle transizioni delle aziende nelle diverse classi per i prossimi quattro-otto anni. In alternativa, è stato impiegato un processo di estrapolazione matematica su un periodo più lungo, che copre l’arco temporale dal 1988/89 al 2000/01. Per tale periodo, infatti, non sono disponibili dati individuali che permettano di seguire l’evoluzione delle singole imprese, ma solo dati parzialmente aggregati. Questo metodo consente quindi di lavorare su serie temporali più estese e di formulare previsioni a medio-lungo termine, potenzialmente più stabili, sebbene imponga ipotesi più rigide. In particolare, esso presuppone una costanza dei tassi di variazione per ciascuna classe dimensionale e area territoriale, mentre il metodo delle matrici di transizione assume una costanza delle probabilità di transizione tra coppie di classi, le quali, opportunamente combinate, possono determinare andamenti evolutivi differenziati. Rispetto all’estrapolazione matematica, il metodo basato sulle matrici di transizione offre uno strumento interpretativo più potente per spiegare le tendenze evolutive della struttura aziendale e ha il vantaggio di generare un assetto produttivo che tende verso uno stato di equilibrio. In base ai risultati, lo scenario che da qui ad otto anni si delineerà prevedrà una separazione tra aree vocate, destinate alle grosse aziende, e aree secondarie dove si concentreranno quelle di dimensioni più piccole. Il confronto della stima ottenuta attraverso le matrici di transizione, con quella ottenuta con la semplice estrapolazione matematica per la struttura aggregata a livello nazionale proiettata al 2008-09 mette in evidenza risultati molto vicini per quanto attiene il numero di aziende che rimarranno in produzione, 43,3 mila in base alle matrici di transizione contro 45,4 mila suggerite dall’estrapolazione matematica, ma le differenze sussistono invece all’interno dell’evoluzione delle singole classi dimensionali.
Lanciotti, C., Mambriani, D., I cambiamenti in atto e le proiezioni al 2001 e 2008 della struttura delle aziende da latte in Italia, in R. Pieri E D. Ram, R. P. E. D. R. (ed.), La struttura della zootecnia da latte in Italia e in Europa, Franco Angeli, Milano 2002: 2002 15- 54 [https://hdl.handle.net/10807/306758]
I cambiamenti in atto e le proiezioni al 2001 e 2008 della struttura delle aziende da latte in Italia
Lanciotti, Claudia;Mambriani, Davide
2002
Abstract
Questo lavoro si propone di analizzare l’evoluzione della struttura delle aziende attraverso due distinte metodologie. In primo luogo, vengono studiate le transizioni delle aziende da una classe dimensionale all’altra mediante il modello di Markov, utilizzando i dati delle ultime sei campagne, dalla campagna 1995/96 alla campagna 2000/01. Sulla base di queste analisi, vengono elaborate proiezioni sulle transizioni delle aziende nelle diverse classi per i prossimi quattro-otto anni. In alternativa, è stato impiegato un processo di estrapolazione matematica su un periodo più lungo, che copre l’arco temporale dal 1988/89 al 2000/01. Per tale periodo, infatti, non sono disponibili dati individuali che permettano di seguire l’evoluzione delle singole imprese, ma solo dati parzialmente aggregati. Questo metodo consente quindi di lavorare su serie temporali più estese e di formulare previsioni a medio-lungo termine, potenzialmente più stabili, sebbene imponga ipotesi più rigide. In particolare, esso presuppone una costanza dei tassi di variazione per ciascuna classe dimensionale e area territoriale, mentre il metodo delle matrici di transizione assume una costanza delle probabilità di transizione tra coppie di classi, le quali, opportunamente combinate, possono determinare andamenti evolutivi differenziati. Rispetto all’estrapolazione matematica, il metodo basato sulle matrici di transizione offre uno strumento interpretativo più potente per spiegare le tendenze evolutive della struttura aziendale e ha il vantaggio di generare un assetto produttivo che tende verso uno stato di equilibrio. In base ai risultati, lo scenario che da qui ad otto anni si delineerà prevedrà una separazione tra aree vocate, destinate alle grosse aziende, e aree secondarie dove si concentreranno quelle di dimensioni più piccole. Il confronto della stima ottenuta attraverso le matrici di transizione, con quella ottenuta con la semplice estrapolazione matematica per la struttura aggregata a livello nazionale proiettata al 2008-09 mette in evidenza risultati molto vicini per quanto attiene il numero di aziende che rimarranno in produzione, 43,3 mila in base alle matrici di transizione contro 45,4 mila suggerite dall’estrapolazione matematica, ma le differenze sussistono invece all’interno dell’evoluzione delle singole classi dimensionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.