L’aumento dei tassi di interesse non ha determinato significativi impatti avversi sulla stabilità complessiva del sistema assicurativo europeo e, più specificamente, italiano; La principale motivazione di questa conclusione è da ricondurre, in generale, all’ottima strutturazione del sistema di regolamentazione prudenziale (Solvency II) e, in particolare: o al sistema di valorizzazione delle risorse patrimoniali delle compagnie di assicurazione basate su logiche correnti a fair value; esse determinano una elevata volatilità dei fondi propri che impone alle compagnie di operare continuativamente con livelli di Solvency Ratio molto elevati, ben superiori ai minimi regolamentari, e tali da permettere di fronteggiare adeguatamente shocks anche estremi; o all’incorporazione nel requisito patrimoniale di solvibilità di tutti i rischi quantificabili e alla loro misurazione con un approccio value-at-risk, in grado di anticipare sui requisiti patrimoniali le effettive esposizioni ai rischi e dunque di disporre di adeguate risorse patrimoniali atti a fronteggiarne le eventuali perdite; o all’incentivo ad adottare adeguate strategie di asset-liability-management value-driven che limitano l’esposizione al rischio di tasso di interesse grazie ad un allineamento delle duration degli attivi alla duration delle passività assicurative. • Un livello dei tassi di interesse di mercato positivo, non più distorto dalle politiche monetarie espansive del passato, rappresenta un “ritorno alla normalità” di cui il mercato assicurativo non può che beneficiarne; Infatti: o in un contesto a tassi negativi alcuni prodotti assicurativi, tra l’altro con una spiccata valenza sociale, erano estremamente penalizzati (prodotti previdenziali, assicurazioni di rendita, long-term-care, prodotti di investimento assicurativo a basso profilo di rischio rendimento) ; o uno dei principali driver di redditività del settore assicurativo è storicamente rappresentato dai proventi finanziari degli investimenti obbligazionari high-grade derivanti dall’ inversione del ciclo monetario (incasso anticipato dei premi e pagamento solo successivo dei sinistri); in un contesto di tassi negativi era venuta meno questo driver “naturale” di redditività, spingendo alcune compagnie a strategie di investimento più rischiose e volte alla ricerca del “rendimento”. Il ritorno a condizioni di tassi di interesse positivi rimuove i due elementi di distorsione sopra evidenziati riportando il mercato assicurativo ad operare in condizioni di normalità. • L’entità e la rapidità dell’incremento dei tassi risk free a cui si è assistito nel 2022 (associato a negativi andamenti dei mercati azionari e, più limitatamente, degli spread creditizi sui titoli corporate e governativi) hanno determinato problemi su alcuni segmenti di mercato, isolate tensioni per alcune compagnie e potrebbero determinare nel prossimo futuro ulteriori elementi di criticità: eccessivi investimenti in attivi illiquidi e complessi; duration mismatch tra attivi e passivi; il rischio di spread creditizio sui titoli corporate e governativi periferici; il rischio mass-lapse sui prodotti with-profit; la persistenza di sistemi contabili, quali il bilancio di esercizio italiano, non allineati con i criteri di valutazione propri della regolamentazione prudenziale e dei principi contabili internazionali.
Floreani, A., Rialzo dei tassi di interesse e stabilità del sistema assicurativo, <<OSSERVATORIO MONETARIO>>, 2023; (2): 47-66 [https://hdl.handle.net/10807/306566]
Rialzo dei tassi di interesse e stabilità del sistema assicurativo
Floreani, AlbertoPrimo
2023
Abstract
L’aumento dei tassi di interesse non ha determinato significativi impatti avversi sulla stabilità complessiva del sistema assicurativo europeo e, più specificamente, italiano; La principale motivazione di questa conclusione è da ricondurre, in generale, all’ottima strutturazione del sistema di regolamentazione prudenziale (Solvency II) e, in particolare: o al sistema di valorizzazione delle risorse patrimoniali delle compagnie di assicurazione basate su logiche correnti a fair value; esse determinano una elevata volatilità dei fondi propri che impone alle compagnie di operare continuativamente con livelli di Solvency Ratio molto elevati, ben superiori ai minimi regolamentari, e tali da permettere di fronteggiare adeguatamente shocks anche estremi; o all’incorporazione nel requisito patrimoniale di solvibilità di tutti i rischi quantificabili e alla loro misurazione con un approccio value-at-risk, in grado di anticipare sui requisiti patrimoniali le effettive esposizioni ai rischi e dunque di disporre di adeguate risorse patrimoniali atti a fronteggiarne le eventuali perdite; o all’incentivo ad adottare adeguate strategie di asset-liability-management value-driven che limitano l’esposizione al rischio di tasso di interesse grazie ad un allineamento delle duration degli attivi alla duration delle passività assicurative. • Un livello dei tassi di interesse di mercato positivo, non più distorto dalle politiche monetarie espansive del passato, rappresenta un “ritorno alla normalità” di cui il mercato assicurativo non può che beneficiarne; Infatti: o in un contesto a tassi negativi alcuni prodotti assicurativi, tra l’altro con una spiccata valenza sociale, erano estremamente penalizzati (prodotti previdenziali, assicurazioni di rendita, long-term-care, prodotti di investimento assicurativo a basso profilo di rischio rendimento) ; o uno dei principali driver di redditività del settore assicurativo è storicamente rappresentato dai proventi finanziari degli investimenti obbligazionari high-grade derivanti dall’ inversione del ciclo monetario (incasso anticipato dei premi e pagamento solo successivo dei sinistri); in un contesto di tassi negativi era venuta meno questo driver “naturale” di redditività, spingendo alcune compagnie a strategie di investimento più rischiose e volte alla ricerca del “rendimento”. Il ritorno a condizioni di tassi di interesse positivi rimuove i due elementi di distorsione sopra evidenziati riportando il mercato assicurativo ad operare in condizioni di normalità. • L’entità e la rapidità dell’incremento dei tassi risk free a cui si è assistito nel 2022 (associato a negativi andamenti dei mercati azionari e, più limitatamente, degli spread creditizi sui titoli corporate e governativi) hanno determinato problemi su alcuni segmenti di mercato, isolate tensioni per alcune compagnie e potrebbero determinare nel prossimo futuro ulteriori elementi di criticità: eccessivi investimenti in attivi illiquidi e complessi; duration mismatch tra attivi e passivi; il rischio di spread creditizio sui titoli corporate e governativi periferici; il rischio mass-lapse sui prodotti with-profit; la persistenza di sistemi contabili, quali il bilancio di esercizio italiano, non allineati con i criteri di valutazione propri della regolamentazione prudenziale e dei principi contabili internazionali.File | Dimensione | Formato | |
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