italiano
Nel 1966, Primo Levi, in collaborazione con l’attore Pieralberto Marchè (pseudonimo di Pieralberto Marchesini) pubblica il copione teatrale di Se questo è un uomo (preceduto da una versione radiofonica andata in onda il 24 aprile del 1964). Nello stesso anno il regista Gianfranco de Bosio avvalendosi della collaborazione della moglie Marta Egri e di Giovanna Bruno, cura la messinscena dello spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino (diretto in quegli anni dallo stesso regista veronese). La prima nazionale, prevista al Teatro Metastasio di Prato il 5 novembre del 1966, in occasione della seconda Rassegna Internazionale dei Teatri Stabili, viene annullata a causa dell’alluvione di Firenze del 4 novembre. Lo spettacolo debutta il 19 novembre al teatro Carignano di Torino. Più di cinquanta attori di nazionalità diversa (italiana, austriaca, francese, israeliana, polacca e ungherese) fanno rivivere sulla scena il dramma dei deportati nel campo di concentramento. La particolarità della versione teatrale consiste proprio nella mescolanza delle diverse lingue come in una nuova Babele e nell’aver dato voce alla dimensione corale della tragedia dello sterminio. L’intervento intende esaminare, da una parte, il lavoro di scrittura per il teatro di Se questo è un uomo (dal romanzo-memoria al testo teatrale, passando attraverso la versione radiofonica) e, dall’altra, i tratti salienti della messinscena diretta da de Bosio, indagando, il rapporto con i destinatari: lettori, ascoltatori e spettatori.
Simone, M. R., 1966. Se questo è un uomo di Primo Levi: la versione drammatica diretta da Gianfranco de Bosio, in Testo, autore, pubblico. Forme di ricezione dall'antichità alla modernità, (Verona, 24-26 December 2024), TXT spa a socio unico, Limena (PD) 2024: 1-334 [https://hdl.handle.net/10807/301518]
1966. Se questo è un uomo di Primo Levi: la versione drammatica diretta da Gianfranco de Bosio
Simone, Maria Rita
2024
Abstract
Nel 1966, Primo Levi, in collaborazione con l’attore Pieralberto Marchè (pseudonimo di Pieralberto Marchesini) pubblica il copione teatrale di Se questo è un uomo (preceduto da una versione radiofonica andata in onda il 24 aprile del 1964). Nello stesso anno il regista Gianfranco de Bosio avvalendosi della collaborazione della moglie Marta Egri e di Giovanna Bruno, cura la messinscena dello spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino (diretto in quegli anni dallo stesso regista veronese). La prima nazionale, prevista al Teatro Metastasio di Prato il 5 novembre del 1966, in occasione della seconda Rassegna Internazionale dei Teatri Stabili, viene annullata a causa dell’alluvione di Firenze del 4 novembre. Lo spettacolo debutta il 19 novembre al teatro Carignano di Torino. Più di cinquanta attori di nazionalità diversa (italiana, austriaca, francese, israeliana, polacca e ungherese) fanno rivivere sulla scena il dramma dei deportati nel campo di concentramento. La particolarità della versione teatrale consiste proprio nella mescolanza delle diverse lingue come in una nuova Babele e nell’aver dato voce alla dimensione corale della tragedia dello sterminio. L’intervento intende esaminare, da una parte, il lavoro di scrittura per il teatro di Se questo è un uomo (dal romanzo-memoria al testo teatrale, passando attraverso la versione radiofonica) e, dall’altra, i tratti salienti della messinscena diretta da de Bosio, indagando, il rapporto con i destinatari: lettori, ascoltatori e spettatori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.