Il principio di leale collaborazione che governa il rapporto Stati Membri ed Unione Europea ed il principio di effettività del diritto europeo hanno sono stati recentemente valorizzati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea quali criteri d’ordine generale volti a salvaguardare, nella fattispecie oggetto del giudizio, il diritto al rimborso dell’IVA erroneamente versata in eccedenza. Nel recente approdo interpretativo della Corte, i due canoni in parola trovano applicazione quali strumenti di tutela della corretta, piena e certa applicazione delle norme europee all’interno di uno Stato Membro – nel caso di specie, il Belgio – che abbia protratto l’applicazione di una norma interna già dichiarata contrastante con il diritto eurounionale. L’approccio argomentativo ed interpretativo adottato dalla Corte di Giustizia consentirà, altresì, di evidenziare come il canone di certezza del diritto, tra le sue diverse declinazioni, si atteggi quale corollario del principio di effettività. In chiave conclusiva, si evidenzieranno alcuni punti di connessione tra la vicenda giurisprudenziale commentata e la stasi che ancor’oggi caratterizza l’ordinamento giuridico italiano in materia di trattamento ai fini IVA dei contratti di distacco di personale; ciò malgrado la Corte di Giustizia dell’Unione Europea abbia dichiarato, già tempo addietro, la norma italiana che disciplina la richiamata fattispecie (ovvero l’art. 8, comma 35, l. n. 67 del 1998) contrastante con il diritto eurounionale.
Purpura, A., Il principio di leale collaborazione e di effettività quali presidi del rimborso dell'eccedenza IVA, <<DIRITTO E PRATICA TRIBUTARIA INTERNAZIONALE>>, 2024; 2024 (1): 273-293 [https://hdl.handle.net/10807/301137]
Il principio di leale collaborazione e di effettività quali presidi del rimborso dell'eccedenza IVA
Purpura, Andrea
2024
Abstract
Il principio di leale collaborazione che governa il rapporto Stati Membri ed Unione Europea ed il principio di effettività del diritto europeo hanno sono stati recentemente valorizzati dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea quali criteri d’ordine generale volti a salvaguardare, nella fattispecie oggetto del giudizio, il diritto al rimborso dell’IVA erroneamente versata in eccedenza. Nel recente approdo interpretativo della Corte, i due canoni in parola trovano applicazione quali strumenti di tutela della corretta, piena e certa applicazione delle norme europee all’interno di uno Stato Membro – nel caso di specie, il Belgio – che abbia protratto l’applicazione di una norma interna già dichiarata contrastante con il diritto eurounionale. L’approccio argomentativo ed interpretativo adottato dalla Corte di Giustizia consentirà, altresì, di evidenziare come il canone di certezza del diritto, tra le sue diverse declinazioni, si atteggi quale corollario del principio di effettività. In chiave conclusiva, si evidenzieranno alcuni punti di connessione tra la vicenda giurisprudenziale commentata e la stasi che ancor’oggi caratterizza l’ordinamento giuridico italiano in materia di trattamento ai fini IVA dei contratti di distacco di personale; ciò malgrado la Corte di Giustizia dell’Unione Europea abbia dichiarato, già tempo addietro, la norma italiana che disciplina la richiamata fattispecie (ovvero l’art. 8, comma 35, l. n. 67 del 1998) contrastante con il diritto eurounionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.