Il contributo approfondisce il dialogo fra Toti Scialoja (1914-1998) e Pino Pascali (1935-1968) nato nella aule dell'accademia di Roma, dove Scialoja insegnava e Pascali si iscrive nel 1955-56. A questa altezza cronologica Pascali è poco più che ventenne e Scialoja è un pittore già noto e apprezzato sulla scena artistica internazionale, con la quale instaura rapporti diretti in occasione della sua mostra personale alla Cathrine Viviano Gallery di New York, rivelatasi fondamentale per condurre alla maturità la propria pittura. La febbrile ricerca sulla materia pittorica di questi anni persuade i giovani allievi dell’accademia e, nello specifico, il giovane Pascali che, fin da subito, si confronta con tecniche e materiali inusuali, da cui derivano visioni inaspettate e cariche di vitalità. Se per Scialoja i viaggi americani sono indispensabili per emancipare la propria ricerca, per Pascali gli Stati Uniti d’America restano un miraggio, restituito nella fascinazione per le ambientazioni urbane d’oltreoceano, i film dei gangster e soprattutto l’opera di Jasper Johns che ha modo di vedere alla Biennale di Venezia del 1964. Alla luce della distanza generazionale e delle attitudini personali, il contributo restituisce il dialogo fra due artisti fra il 1955 e il 1964, evidenziando confluenze e differenze di temi, processi e immaginari.
Boragina, F., Toti Scialoja e Pino Pascali: contrappunto, in Boragina, F., Morra, E. (ed.), Pino Pascali Toti Scialoja Confluenze, Electa, Milano 2024: 2024 128- 133 [https://hdl.handle.net/10807/298656]
Toti Scialoja e Pino Pascali: contrappunto
Boragina, Federica
Primo
2024
Abstract
Il contributo approfondisce il dialogo fra Toti Scialoja (1914-1998) e Pino Pascali (1935-1968) nato nella aule dell'accademia di Roma, dove Scialoja insegnava e Pascali si iscrive nel 1955-56. A questa altezza cronologica Pascali è poco più che ventenne e Scialoja è un pittore già noto e apprezzato sulla scena artistica internazionale, con la quale instaura rapporti diretti in occasione della sua mostra personale alla Cathrine Viviano Gallery di New York, rivelatasi fondamentale per condurre alla maturità la propria pittura. La febbrile ricerca sulla materia pittorica di questi anni persuade i giovani allievi dell’accademia e, nello specifico, il giovane Pascali che, fin da subito, si confronta con tecniche e materiali inusuali, da cui derivano visioni inaspettate e cariche di vitalità. Se per Scialoja i viaggi americani sono indispensabili per emancipare la propria ricerca, per Pascali gli Stati Uniti d’America restano un miraggio, restituito nella fascinazione per le ambientazioni urbane d’oltreoceano, i film dei gangster e soprattutto l’opera di Jasper Johns che ha modo di vedere alla Biennale di Venezia del 1964. Alla luce della distanza generazionale e delle attitudini personali, il contributo restituisce il dialogo fra due artisti fra il 1955 e il 1964, evidenziando confluenze e differenze di temi, processi e immaginari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.