A oltre un secolo di distanza dalla formazione della moderna sintesi statuale irachena e a venti anni dal varo dell’operazione Iraqi Freedom, la “terra dei due fiumi” continua a rappresentare un campo di analisi fecondo e ricco di spunti di riflessione ben lungi dall’essere stato esaminato in tutta la sua straordinaria complessità. L’esperienza irachena assume particolare significato poiché la costruzione dello stato moderno in questo Paese comportò la profonda riscrittura dei rapporti tra i vari centri e le molteplici periferie che si alternavano lungo il vasto territorio che dal sud-est della Turchia contemporanea si dipana fino alle aree di confine tra gli odierni Iraq e Iran. La breve epoca mandataria (1920-1931), a cui fece seguito la lunga e travagliata stagione monarchica conclusasi con il colpo di stato del 1958, ha rappresentato in questo senso un primo laboratorio nel quale si sono scontrate e influenzate visioni diverse, e sovente alternative, di Iraq. La stagione successiva, dominata dall’alternanza di regimi nazionalistici di stampo autoritario, ha registrato tanto il tentativo del centro di dominare le periferie, quanto il rinnovarsi delle sfide lanciate da queste ultime all’imposizione di confini fisici e immaginati destinati a plasmare lo stato iracheno. Il consolidarsi del dominio ba‘thista e l’emergere della leadership di Saddam Hussein avrebbero finito col confinare ai margini tali dinamiche, senza però cancellarne la rilevanza o riuscire a imporre sintesi condivise e accettate. Per quanto distante nel tempo, tale storia presenta peculiarità e dinamiche tali da influenzare, seppur con modalità e intensità diverse, la difficile fase che il Paese si trova ad affrontare in questi giorni. In questo senso, la partita geopolitica per la definizione della moderna sintesi statuale irachena ha rappresentato, e continua a rappresentare, una questione che interseca il piano locale, quello regionale e internazionale. Muovendo da queste premesse, il presente volume intende ricorrere alle categorie analitiche di “spazi contesi” e “aree liminali”, alle possibilità offerte dall’approccio della microstoria e allo studio delle tensioni esistenti tra piano locale e internazionale per incrementare la conoscenza di un territorio che si presenta come uno spazio liminale per eccellenza
Maggiolini, P. M. L. C., Plebani, A., Spazi contesi e liminalità nella storia dell’Iraq: un’introduzione, <<STORIA URBANA>>, 2023; (Numero 174): 5-9 [https://hdl.handle.net/10807/296979]
Spazi contesi e liminalità nella storia dell’Iraq: un’introduzione
Maggiolini, Paolo Maria Leo Cesare;Plebani, Andrea
2023
Abstract
A oltre un secolo di distanza dalla formazione della moderna sintesi statuale irachena e a venti anni dal varo dell’operazione Iraqi Freedom, la “terra dei due fiumi” continua a rappresentare un campo di analisi fecondo e ricco di spunti di riflessione ben lungi dall’essere stato esaminato in tutta la sua straordinaria complessità. L’esperienza irachena assume particolare significato poiché la costruzione dello stato moderno in questo Paese comportò la profonda riscrittura dei rapporti tra i vari centri e le molteplici periferie che si alternavano lungo il vasto territorio che dal sud-est della Turchia contemporanea si dipana fino alle aree di confine tra gli odierni Iraq e Iran. La breve epoca mandataria (1920-1931), a cui fece seguito la lunga e travagliata stagione monarchica conclusasi con il colpo di stato del 1958, ha rappresentato in questo senso un primo laboratorio nel quale si sono scontrate e influenzate visioni diverse, e sovente alternative, di Iraq. La stagione successiva, dominata dall’alternanza di regimi nazionalistici di stampo autoritario, ha registrato tanto il tentativo del centro di dominare le periferie, quanto il rinnovarsi delle sfide lanciate da queste ultime all’imposizione di confini fisici e immaginati destinati a plasmare lo stato iracheno. Il consolidarsi del dominio ba‘thista e l’emergere della leadership di Saddam Hussein avrebbero finito col confinare ai margini tali dinamiche, senza però cancellarne la rilevanza o riuscire a imporre sintesi condivise e accettate. Per quanto distante nel tempo, tale storia presenta peculiarità e dinamiche tali da influenzare, seppur con modalità e intensità diverse, la difficile fase che il Paese si trova ad affrontare in questi giorni. In questo senso, la partita geopolitica per la definizione della moderna sintesi statuale irachena ha rappresentato, e continua a rappresentare, una questione che interseca il piano locale, quello regionale e internazionale. Muovendo da queste premesse, il presente volume intende ricorrere alle categorie analitiche di “spazi contesi” e “aree liminali”, alle possibilità offerte dall’approccio della microstoria e allo studio delle tensioni esistenti tra piano locale e internazionale per incrementare la conoscenza di un territorio che si presenta come uno spazio liminale per eccellenzaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.