Scopo del lavoro Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare i risultati ottenuti nella diagnosi differenziale tra condizione di ostruzione e di non ostruzione in casi di dilatazione dell’alta via urinaria, confrontando il metodo della scintigrafia renale con paziente in clinostatismo ed iniezione di furosemide 15 minuti prima del radiofarmaco (test F-15 classico) e un nuovo protocollo con paziente in posizione seduta (SP=Sitting Position) ed iniezione di furosemide 10 minuti dopo quella del radiofarmaco (test F+10 SP). Materiali e metodi 34 pazienti con diagnosi ecografica di idronefrosi (in 7 casi bilaterale) sono stati sottoposti, con una settimana di intervallo, ai due esami angiofotoscintigrafici a confronto (F-5 classico ed F+10 SP). I tracciati sono stati analizzati tutti dallo stesso medico, non a conoscenza della storia clinica dei pazienti. I risultati sono stati classificati come: “normale”, “dilatazione non ostruttiva” (solo per test F+10 SP), “ostruzione”, “equivoco” e “non applicabile”. Risultati Nelle 68 unità renali arruolate nello studio, il test F+10 SP ha documentato condizione di normalità nel 30,8% dei casi (n=21), dilatazione senza ostruzione nel 30,8% (n=21) ed ostruzione nel 36,8% (n=25); un caso è risultato equivoco. Il test tradizionale F-15 ha documentato invece condizione di nomalità nel 51,5% dei casi (n=35), ostruzione nel 29,4% (n=20); non è stato applicabile nel 2,8% (n=2) ed è risultato equivoco nel 16,3% dei casi (n=11). Non sono state registrate complicanze con utilizzo del test F+10 SP mentre, durante il test F-15, 13 pazienti hanno lamentato senso di forte replezione vescicale, 1 ipotensione, 3 colica renale e 4 hanno abbandonato lo studio per il forte stimolo minzionale. Tutti i 20 renogrammi risultati “ostruiti” al test F-15 lo sono stati anche al test F+10 SP. Discussione Il metodo che proponiamo sembra risultare particolarmente vantaggioso nell’individuare l’eventuale ostruzione associata alla pielocalicectasia. Grazie infatti alla combinazione tra posizione seduta ed un ottimizzato utilizzo del Lasix, si è riusciti a diminuire sensibilmente la percentuale di esami refertati come “equivoci”, dal 16% del test classico a meno dell’1,5% del nuovo test (F+10 SP). Messaggio conclusivo Il test F+10 SP risulta ben tollerato dai pazienti e rappresenta uno degli strumenti più promettenti nella diagnosi differenziale tra ostruzione e non ostruzione nei casi di dilatazione delle alte vie urinarie.
D'Addessi, A., Vittori, M., Tartaglione, G., D'Agostino, D., Bassi, P., Test F+10 SP: un nuovo metodo angioscintigrafico per la diagnosi dell'uropatia ostruttiva, Poster, in Libro abstract dell'84° congresso SIU, (Roma, 23-26 October 2011), SOCIETA' ITALIANA UROLGIA, Roma 2011: 85-85 [http://hdl.handle.net/10807/2772]
Test F+10 SP: un nuovo metodo angioscintigrafico per la diagnosi dell'uropatia ostruttiva
D'Addessi, Alessandro;Vittori, Matteo;D'Agostino, Daniele;Bassi, Pierfrancesco
2011
Abstract
Scopo del lavoro Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare i risultati ottenuti nella diagnosi differenziale tra condizione di ostruzione e di non ostruzione in casi di dilatazione dell’alta via urinaria, confrontando il metodo della scintigrafia renale con paziente in clinostatismo ed iniezione di furosemide 15 minuti prima del radiofarmaco (test F-15 classico) e un nuovo protocollo con paziente in posizione seduta (SP=Sitting Position) ed iniezione di furosemide 10 minuti dopo quella del radiofarmaco (test F+10 SP). Materiali e metodi 34 pazienti con diagnosi ecografica di idronefrosi (in 7 casi bilaterale) sono stati sottoposti, con una settimana di intervallo, ai due esami angiofotoscintigrafici a confronto (F-5 classico ed F+10 SP). I tracciati sono stati analizzati tutti dallo stesso medico, non a conoscenza della storia clinica dei pazienti. I risultati sono stati classificati come: “normale”, “dilatazione non ostruttiva” (solo per test F+10 SP), “ostruzione”, “equivoco” e “non applicabile”. Risultati Nelle 68 unità renali arruolate nello studio, il test F+10 SP ha documentato condizione di normalità nel 30,8% dei casi (n=21), dilatazione senza ostruzione nel 30,8% (n=21) ed ostruzione nel 36,8% (n=25); un caso è risultato equivoco. Il test tradizionale F-15 ha documentato invece condizione di nomalità nel 51,5% dei casi (n=35), ostruzione nel 29,4% (n=20); non è stato applicabile nel 2,8% (n=2) ed è risultato equivoco nel 16,3% dei casi (n=11). Non sono state registrate complicanze con utilizzo del test F+10 SP mentre, durante il test F-15, 13 pazienti hanno lamentato senso di forte replezione vescicale, 1 ipotensione, 3 colica renale e 4 hanno abbandonato lo studio per il forte stimolo minzionale. Tutti i 20 renogrammi risultati “ostruiti” al test F-15 lo sono stati anche al test F+10 SP. Discussione Il metodo che proponiamo sembra risultare particolarmente vantaggioso nell’individuare l’eventuale ostruzione associata alla pielocalicectasia. Grazie infatti alla combinazione tra posizione seduta ed un ottimizzato utilizzo del Lasix, si è riusciti a diminuire sensibilmente la percentuale di esami refertati come “equivoci”, dal 16% del test classico a meno dell’1,5% del nuovo test (F+10 SP). Messaggio conclusivo Il test F+10 SP risulta ben tollerato dai pazienti e rappresenta uno degli strumenti più promettenti nella diagnosi differenziale tra ostruzione e non ostruzione nei casi di dilatazione delle alte vie urinarie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.