Il “Giulio Cesare” del Bardo nella traduzione integrale del premio Nobel italiano rispunta dagli archivi del Piccolo Teatro: nacque nel 1953 su richiesta di Grassi e di Strehler. Il Grande Maestro del Rifacimento (come lo stesso Montale definì la sua versione di tre sonetti shakespeariani) si muove su un terreno rispettoso, senza servilismi, delle pressanti necessità performative del suo committente milanese, ma autonomo nella sua osservanza delle priorità imposte dal “testo poetico” (sì, per Montale è “poetico” anche il testo della drammaturgia shakespeariana).
Reggiani, E., Montale-Shakespeare: la tragedia fatta poesia, <<AVVENIRE>>, 2023-09-19 [https://hdl.handle.net/10807/276277]
Montale-Shakespeare: la tragedia fatta poesia
Reggiani, Enrico
2023
Abstract
Il “Giulio Cesare” del Bardo nella traduzione integrale del premio Nobel italiano rispunta dagli archivi del Piccolo Teatro: nacque nel 1953 su richiesta di Grassi e di Strehler. Il Grande Maestro del Rifacimento (come lo stesso Montale definì la sua versione di tre sonetti shakespeariani) si muove su un terreno rispettoso, senza servilismi, delle pressanti necessità performative del suo committente milanese, ma autonomo nella sua osservanza delle priorità imposte dal “testo poetico” (sì, per Montale è “poetico” anche il testo della drammaturgia shakespeariana).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.