Il saggio si propone di analizzare lo sviluppo della pittura astratta di Valentino Vago (Barlassina, 1931- Milano, 2018) attraverso lo studio di alcune mostre dedicategli al Salone e alla Galleria Annunciata di Milano. La sua prima personale, infatti, si tiene nel 1960 proprio presso il Salone Annunciata, gestito da Carlo Grossetti, figlio di Bruno, storico direttore della Galleria Annunciata. A questa altezza il Salone occupa un salotto – da qui il nome – e poche stanze di un vecchio appartamento al secondo piano dello stesso palazzo della Galleria, in via Manzoni 46. Architettonicamente, si tratta del classico spazio espositivo borghese di impronta tradizionale, ma l’approccio è innovativo: Carlo la presenta come una nuova galleria rispetto alla storica e decide di concentrarsi sui pittori astratti della sua stessa generazione, tra cui Rodolfo Aricò, Claudio Olivieri e appunto lo stesso Vago. Vago, dal canto suo, matura proprio in questo periodo il suo linguaggio già totalmente svincolato dalla figurazione, dove il tema dello spazio è centrale e i volumi sono fatti di luce ed energia spirituale. Queste tele trovano una ancora migliore collocazione quando nel 1963 il Salone si trasferisce al pianterreno, nello spazio del padre, dove la metratura più generosa e le ampie vetrine permettono un respiro maggiore. Una importante personale gli viene dedicata dalla Galleria Annunciata nel 1969 – dunque, di nuovo, nell’appartamento al piano di sopra – ora diretta da Sergio Grossetti, il fratello, che affianca l’anziano padre. Nei primi Settanta si susseguono diverse mostre nei vari spazi, mentre si infittisce il dialogo con Sergio. Insoddisfatto di «rompere le superfici con la sola pittura», approda ad esiti murari, il cui risultato estremo è la Camera Picta realizzata per lo Studio Annunciata nel 1987, un lavoro completamente installativo e ambientale.
Trevisan, B., Valentino Vago e l'Annunciata: rompendo la superficie, Spazi Astratti. Interferenze fra architettura e arti a Milano 1945-1970, Electa, Mondadori Electa S.p.A., Milano 2024: 102-113 [https://hdl.handle.net/10807/275974]
Valentino Vago e l'Annunciata: rompendo la superficie
Trevisan, Bianca
2024
Abstract
Il saggio si propone di analizzare lo sviluppo della pittura astratta di Valentino Vago (Barlassina, 1931- Milano, 2018) attraverso lo studio di alcune mostre dedicategli al Salone e alla Galleria Annunciata di Milano. La sua prima personale, infatti, si tiene nel 1960 proprio presso il Salone Annunciata, gestito da Carlo Grossetti, figlio di Bruno, storico direttore della Galleria Annunciata. A questa altezza il Salone occupa un salotto – da qui il nome – e poche stanze di un vecchio appartamento al secondo piano dello stesso palazzo della Galleria, in via Manzoni 46. Architettonicamente, si tratta del classico spazio espositivo borghese di impronta tradizionale, ma l’approccio è innovativo: Carlo la presenta come una nuova galleria rispetto alla storica e decide di concentrarsi sui pittori astratti della sua stessa generazione, tra cui Rodolfo Aricò, Claudio Olivieri e appunto lo stesso Vago. Vago, dal canto suo, matura proprio in questo periodo il suo linguaggio già totalmente svincolato dalla figurazione, dove il tema dello spazio è centrale e i volumi sono fatti di luce ed energia spirituale. Queste tele trovano una ancora migliore collocazione quando nel 1963 il Salone si trasferisce al pianterreno, nello spazio del padre, dove la metratura più generosa e le ampie vetrine permettono un respiro maggiore. Una importante personale gli viene dedicata dalla Galleria Annunciata nel 1969 – dunque, di nuovo, nell’appartamento al piano di sopra – ora diretta da Sergio Grossetti, il fratello, che affianca l’anziano padre. Nei primi Settanta si susseguono diverse mostre nei vari spazi, mentre si infittisce il dialogo con Sergio. Insoddisfatto di «rompere le superfici con la sola pittura», approda ad esiti murari, il cui risultato estremo è la Camera Picta realizzata per lo Studio Annunciata nel 1987, un lavoro completamente installativo e ambientale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.