SCOPO: Le Cure Palliative possono svolgere un ruolo cruciale durante una pandemia. Le ripercussioni della pandemia da COVID-19 sono state avvertite non solo sui pazienti COVID suscettibili di Cure Palliative, ma anche su tutti gli altri pazienti complessi che non hanno contratto l’infezione. La popolazione di pazienti suscettibili di Cure Palliative è cambiata in relazione al tempo considerato (pre-lockdown, lockdown e post-lockdown). Questo studio ha l’obiettivo di analizzare se e in che misura sia variata l’erogazione delle Cure Palliative a pazienti non COVID durante la pandemia da COVID-19, nel contesto di un Policlinico Universitario. METODO: Per studiare come la pandemia da COVID-19 ha influenzato l’attività delle Cure Palliative intraospedaliere, si sono presi in esame i pazienti ricoverati dal 1° ottobre 2019 al 30 settembre 2020 valutati dal team di Cure Palliative. Questo periodo è stato così ripartito: - Pre-lockdown (periodo 1): dal 1° ottobre 2019 al 31 gennaio 2020 - Lockdown (periodo 2): dal 1° febbraio 2020 al 31 maggio 2020 - Post-lockdown (periodo 3): dal 1° giugno 2020 al 30 settembre 2020. Per ognuno di questi periodi sono stati studiati: - numero di pazienti ricoverati - età - genere - diagnosi (oncologica versus non oncologica) - durata della degenza - numero di pazienti deceduti durante il ricovero - tempo di latenza per attivazione delle Cure Palliative: - durata della degenza dopo la consulenza di Cure Palliative - numero medio di consulenze di Cure Palliative per paziente. - dimissione a domicilio vs dimissione in hospice. RISULTATI: Si è analizzato l’andamento del numero dei pazienti ricoverati per cui è stata richiesta una valutazione di Cure Palliative, con evidenza di un trend lineare positivo statisticamente significativo. Il numero di pazienti studiati è stato pari a 1168. Il numero di consulenze di Cure Palliative è stato pari a 1482. Dei 1168 pazienti, 264 sono deceduti. Per 883 pazienti è nota la modalità di dimissione: 454 a in Cure Palliative domiciliari (53,22%) e 399 in hospice (46,78%). Stratificando il dato nei tre periodi si ottengono i seguenti risultati. Nel pre-lockdown: 110 pazienti in Cure Palliative domiciliari (55,47%) vs 147 pazienti in hospice (44,53%). Nel lockdown: 160 pazienti in Cure Palliative domiciliari (43,26%) vs 122 pazienti in hospice (56,74%). Nel post-lockdown: 184 pazienti in Cure Palliative domiciliari (41,40%) vs 130 pazienti in hospice (58,60%). L’attività del team di Cure Palliative è aumentata nel periodo considerato. Durante il lockdown, la popolazione valutata dal team di Cure Palliative è stata più anziana rispetto al pre-lockdown. Ciò potrebbe essere attribuito ad un “effetto selezione” dei pazienti giovani, che sono rimasti a casa, evitando il rischio di contagio al quale si sarebbero sottoposti recandosi in ospedale. La durata della degenza si è ridotta sia durante lockdown sia durante il post-lockdown. Questa variabile è determinata dalla latenza per l’attivazione delle Cure Palliative (che dipende dall’efficienza dei medici dei reparti ospedalieri) e dal tempo che decorre dall’attivazione delle Cure Palliative alla dimissione o al decesso del paziente (che dipende dall’efficienza del team di Cure Palliative e dalla disponibilità del territorio). Il tempo di latenza per l’attivazione delle Cure Palliative è diminuito nel post-lockdown, rispetto al pre-lockdown. Ciò potrebbe essere dovuto ad una maggiore efficienza dei medici dei reparti ospedalieri, dovuto al maggior carico di pazienti degenti. Il tempo di degenza dopo l’attivazione delle Cure Palliative è diminuito sia nel lockdown sia nel post-lockdown. Questo potrebbe essere imputabile ad una maggiore disponibilità, in termini di posti letto liberi, del territorio ad accogliere pazienti, e ad una maggiore “spinta dimissiva” da parte dei reparti ospedalieri, a causa dell’aumento di ricoveri in questi due periodi. Il tasso di mortalità intraospedaliera è rimasto invariato. Ciò potrebbe essere indice di un’ottima qualità dell’assistenza a pazienti fragili in un contesto pandemico in cui la mortalità è generalmente aumentata. Il numero medio di consulenze di Cure Palliative per paziente è aumentato durante lockdown e post-lockdown. Questo potrebbe essere dovuto all’aumento di complessità dei pazienti ricoverati durante questi due periodi. La maggiore complessità dei pazienti ricoverati durante il lockdown è imputabile al fatto che durante quel periodo si sono recati presso l’ospedale maggiormente i pazienti in condizioni cliniche generali più gravi, che non hanno potuto evitare il rischio di contagio restando presso la propria abitazione. Nel post-lockdown, la complessità maggiore dei pazienti potrebbe essere imputabile al fatto che essi, non essendosi recati in ospedale durante il lockdown, hanno poi presentato un peggioramento delle condizioni cliniche tale per cui, una volta fatto l’accesso in ospedale, hanno presentato subito bisogni complessi suscettibili di Cure Palliative. L’analisi ha messo in evidenza una differenza significativa tra la percentuale di pazienti dimessi in hospice versus pazienti dimessi in Cure Palliative domiciliari. Durante il lockdown ed il post-lockdown sono aumentati i pazienti dimessi in Cure Palliative domiciliari rispetto ai pazienti dimessi in hospice. Ciò potrebbe essere imputabile a diversi fattori. In primis, durante il lockdown e il post-lockdown si sono verificate chiusure di alcuni hospice, dovute a presenza di casi di SARS-CoV-2 all’interno del presidio sanitario. Ciò ha fatto sì che la dimissione dei pazienti fosse dirottata sulle Cure Palliative domiciliari. Inoltre, le visite dei parenti ai pazienti degenti negli hospice sono state bloccate durante il lockdown, e limitate durante il post-lockdown. Questo potrebbe essere stato un fattore contribuente all’aumento della percentuale di pazienti dimessi in Cure Palliative domiciliari. La preferenza dei familiari nei confronti del setting domiciliare è stata dovuta anche al timore che i pazienti contraessero l’infezione da SARS-CoV-2 essendo ricoverati in un presidio sanitario, piuttosto che proseguendo le cure presso il proprio domicilio. CONCLUSIONI: Questo studio ha analizzato l’impatto della pandemia da COVID-19 sull’erogazione delle Cure Palliative. Le modifiche si sono sostanziate soprattutto sulla dimissione dei pazienti, essendo variata la destinazione di dimissione in base alla diversa “ricettività” del territorio durante il lockdown e il post-lockdown. Sono necessari ulteriori studi per verificare se la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto anche su altri aspetti del sistema delle Cure Palliative, sia all’interno dell’ospedale sia a livello del territorio.

Maria Tummolo, A., Dispenza, S., Meloni, E., Ricciotti, M. A., Di Pumpo, M., Damiani, G., Barillaro, C., COVID-19 e cure palliative: l'impatto della pandemia sull'erogazione delle cure palliative a pazienti non COVID, Abstract de <<SI CURA MEGLIO DOVE SI FA RETE - XXVII Congresso Nazionale SICP - Riccione, 18-20 novembre 2021>>, (Riccione (RN), 18-20 November 2021 ), N/A, N/A 2021: 75-76 [https://hdl.handle.net/10807/275007]

COVID-19 e cure palliative: l'impatto della pandemia sull'erogazione delle cure palliative a pazienti non COVID

Dispenza, Sabrina;Ricciotti, Maria Adelaide;Di Pumpo, Marcello;Damiani, Gianfranco;Barillaro, Christian
2021

Abstract

SCOPO: Le Cure Palliative possono svolgere un ruolo cruciale durante una pandemia. Le ripercussioni della pandemia da COVID-19 sono state avvertite non solo sui pazienti COVID suscettibili di Cure Palliative, ma anche su tutti gli altri pazienti complessi che non hanno contratto l’infezione. La popolazione di pazienti suscettibili di Cure Palliative è cambiata in relazione al tempo considerato (pre-lockdown, lockdown e post-lockdown). Questo studio ha l’obiettivo di analizzare se e in che misura sia variata l’erogazione delle Cure Palliative a pazienti non COVID durante la pandemia da COVID-19, nel contesto di un Policlinico Universitario. METODO: Per studiare come la pandemia da COVID-19 ha influenzato l’attività delle Cure Palliative intraospedaliere, si sono presi in esame i pazienti ricoverati dal 1° ottobre 2019 al 30 settembre 2020 valutati dal team di Cure Palliative. Questo periodo è stato così ripartito: - Pre-lockdown (periodo 1): dal 1° ottobre 2019 al 31 gennaio 2020 - Lockdown (periodo 2): dal 1° febbraio 2020 al 31 maggio 2020 - Post-lockdown (periodo 3): dal 1° giugno 2020 al 30 settembre 2020. Per ognuno di questi periodi sono stati studiati: - numero di pazienti ricoverati - età - genere - diagnosi (oncologica versus non oncologica) - durata della degenza - numero di pazienti deceduti durante il ricovero - tempo di latenza per attivazione delle Cure Palliative: - durata della degenza dopo la consulenza di Cure Palliative - numero medio di consulenze di Cure Palliative per paziente. - dimissione a domicilio vs dimissione in hospice. RISULTATI: Si è analizzato l’andamento del numero dei pazienti ricoverati per cui è stata richiesta una valutazione di Cure Palliative, con evidenza di un trend lineare positivo statisticamente significativo. Il numero di pazienti studiati è stato pari a 1168. Il numero di consulenze di Cure Palliative è stato pari a 1482. Dei 1168 pazienti, 264 sono deceduti. Per 883 pazienti è nota la modalità di dimissione: 454 a in Cure Palliative domiciliari (53,22%) e 399 in hospice (46,78%). Stratificando il dato nei tre periodi si ottengono i seguenti risultati. Nel pre-lockdown: 110 pazienti in Cure Palliative domiciliari (55,47%) vs 147 pazienti in hospice (44,53%). Nel lockdown: 160 pazienti in Cure Palliative domiciliari (43,26%) vs 122 pazienti in hospice (56,74%). Nel post-lockdown: 184 pazienti in Cure Palliative domiciliari (41,40%) vs 130 pazienti in hospice (58,60%). L’attività del team di Cure Palliative è aumentata nel periodo considerato. Durante il lockdown, la popolazione valutata dal team di Cure Palliative è stata più anziana rispetto al pre-lockdown. Ciò potrebbe essere attribuito ad un “effetto selezione” dei pazienti giovani, che sono rimasti a casa, evitando il rischio di contagio al quale si sarebbero sottoposti recandosi in ospedale. La durata della degenza si è ridotta sia durante lockdown sia durante il post-lockdown. Questa variabile è determinata dalla latenza per l’attivazione delle Cure Palliative (che dipende dall’efficienza dei medici dei reparti ospedalieri) e dal tempo che decorre dall’attivazione delle Cure Palliative alla dimissione o al decesso del paziente (che dipende dall’efficienza del team di Cure Palliative e dalla disponibilità del territorio). Il tempo di latenza per l’attivazione delle Cure Palliative è diminuito nel post-lockdown, rispetto al pre-lockdown. Ciò potrebbe essere dovuto ad una maggiore efficienza dei medici dei reparti ospedalieri, dovuto al maggior carico di pazienti degenti. Il tempo di degenza dopo l’attivazione delle Cure Palliative è diminuito sia nel lockdown sia nel post-lockdown. Questo potrebbe essere imputabile ad una maggiore disponibilità, in termini di posti letto liberi, del territorio ad accogliere pazienti, e ad una maggiore “spinta dimissiva” da parte dei reparti ospedalieri, a causa dell’aumento di ricoveri in questi due periodi. Il tasso di mortalità intraospedaliera è rimasto invariato. Ciò potrebbe essere indice di un’ottima qualità dell’assistenza a pazienti fragili in un contesto pandemico in cui la mortalità è generalmente aumentata. Il numero medio di consulenze di Cure Palliative per paziente è aumentato durante lockdown e post-lockdown. Questo potrebbe essere dovuto all’aumento di complessità dei pazienti ricoverati durante questi due periodi. La maggiore complessità dei pazienti ricoverati durante il lockdown è imputabile al fatto che durante quel periodo si sono recati presso l’ospedale maggiormente i pazienti in condizioni cliniche generali più gravi, che non hanno potuto evitare il rischio di contagio restando presso la propria abitazione. Nel post-lockdown, la complessità maggiore dei pazienti potrebbe essere imputabile al fatto che essi, non essendosi recati in ospedale durante il lockdown, hanno poi presentato un peggioramento delle condizioni cliniche tale per cui, una volta fatto l’accesso in ospedale, hanno presentato subito bisogni complessi suscettibili di Cure Palliative. L’analisi ha messo in evidenza una differenza significativa tra la percentuale di pazienti dimessi in hospice versus pazienti dimessi in Cure Palliative domiciliari. Durante il lockdown ed il post-lockdown sono aumentati i pazienti dimessi in Cure Palliative domiciliari rispetto ai pazienti dimessi in hospice. Ciò potrebbe essere imputabile a diversi fattori. In primis, durante il lockdown e il post-lockdown si sono verificate chiusure di alcuni hospice, dovute a presenza di casi di SARS-CoV-2 all’interno del presidio sanitario. Ciò ha fatto sì che la dimissione dei pazienti fosse dirottata sulle Cure Palliative domiciliari. Inoltre, le visite dei parenti ai pazienti degenti negli hospice sono state bloccate durante il lockdown, e limitate durante il post-lockdown. Questo potrebbe essere stato un fattore contribuente all’aumento della percentuale di pazienti dimessi in Cure Palliative domiciliari. La preferenza dei familiari nei confronti del setting domiciliare è stata dovuta anche al timore che i pazienti contraessero l’infezione da SARS-CoV-2 essendo ricoverati in un presidio sanitario, piuttosto che proseguendo le cure presso il proprio domicilio. CONCLUSIONI: Questo studio ha analizzato l’impatto della pandemia da COVID-19 sull’erogazione delle Cure Palliative. Le modifiche si sono sostanziate soprattutto sulla dimissione dei pazienti, essendo variata la destinazione di dimissione in base alla diversa “ricettività” del territorio durante il lockdown e il post-lockdown. Sono necessari ulteriori studi per verificare se la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto anche su altri aspetti del sistema delle Cure Palliative, sia all’interno dell’ospedale sia a livello del territorio.
2021
Italiano
SI CURA MEGLIO DOVE SI FA RETE - XXVII Congresso Nazionale SICP - Riccione, 18-20 novembre 2021 - ABSTRACT BOOK
SI CURA MEGLIO DOVE SI FA RETE - XXVII Congresso Nazionale SICP - Riccione, 18-20 novembre 2021
Riccione (RN)
18-nov-2021
20-nov-2021
N/A
Maria Tummolo, A., Dispenza, S., Meloni, E., Ricciotti, M. A., Di Pumpo, M., Damiani, G., Barillaro, C., COVID-19 e cure palliative: l'impatto della pandemia sull'erogazione delle cure palliative a pazienti non COVID, Abstract de <<SI CURA MEGLIO DOVE SI FA RETE - XXVII Congresso Nazionale SICP - Riccione, 18-20 novembre 2021>>, (Riccione (RN), 18-20 November 2021 ), N/A, N/A 2021: 75-76 [https://hdl.handle.net/10807/275007]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/275007
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact