Il filosofo Aristotele, nella Politica, afferma: «la parola è fatta per esprimere ciò che è giovevole e ciò che è nocivo e, di conseguenza, il giusto e l’ingiusto». Di fronte alle nefandezze del «secolo breve», così come Hobsbawm definisce il Novecento, il potere della parola acquista un valore fondamentale per poter giudicare quanto è accaduto. In modo particolare la lezione di Primo Levi, deportato ad Auschwitz sotto il nazifacismo e quella di Eugenio Corti, sottotenente del 35° corpo d’armata che partecipò alla ritirata di Russia, in modo simile e al contempo diverso, mostrano, con le loro opere letterarie, quanto la parola sia la risposta al potere totalitario: un contropotere all’ideologia nazista e comunista. Si vogliono quindi confrontare queste due esperienze mettendo in luce quanto la letteratura riesca a far crollare poteri egemonici basati sulla distruzione della persona e sul convincimento di un mondo svincolato dalle libertà di pensiero.
Rondena, E., Eugenio Corti e Primo Levi a confronto: la parola come ribellione al sistema totalitario, in Mondello, E., Nisini, G., Venturini M, V. M. (ed.), Contronarrazioni. Il racconto del potere nella modernità letteraria, ETS, Pisa 2023: 2023 363- 370 [https://hdl.handle.net/10807/272861]
Eugenio Corti e Primo Levi a confronto: la parola come ribellione al sistema totalitario
Rondena, Elena
2023
Abstract
Il filosofo Aristotele, nella Politica, afferma: «la parola è fatta per esprimere ciò che è giovevole e ciò che è nocivo e, di conseguenza, il giusto e l’ingiusto». Di fronte alle nefandezze del «secolo breve», così come Hobsbawm definisce il Novecento, il potere della parola acquista un valore fondamentale per poter giudicare quanto è accaduto. In modo particolare la lezione di Primo Levi, deportato ad Auschwitz sotto il nazifacismo e quella di Eugenio Corti, sottotenente del 35° corpo d’armata che partecipò alla ritirata di Russia, in modo simile e al contempo diverso, mostrano, con le loro opere letterarie, quanto la parola sia la risposta al potere totalitario: un contropotere all’ideologia nazista e comunista. Si vogliono quindi confrontare queste due esperienze mettendo in luce quanto la letteratura riesca a far crollare poteri egemonici basati sulla distruzione della persona e sul convincimento di un mondo svincolato dalle libertà di pensiero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.