“Sette storie per sette ragazzi” e “Verso il domani” (1960). Narrazione e rappresentazione del lavoro in alcune pagine de “Il Vittorioso”

Nel presente contributo pongo l'attenzione su una serie di interventi pubblicati sulle pagine de “Il Vittorioso” tra il 1958 e il 1960. Il primo, dal titolo “Sette storie per sette ragazzi”, è un servizio incentrato sulle pratiche lavorative portate avanti da bambini minori di 14 anni, dunque al di sotto del limite di età imposto dalla legge, e sulla loro condizione. Due anni dopo, a partire da marzo del 1960, appare una rubrica a puntate intitolata “Verso il domani. Un esame per l’orientamento professionale” che si propone di aiutare i ragazzi prossimi a compiere 14 anni a orientarsi nella scelta lavorativa che li aspetta: chi l’ingresso diretto nel mondo del lavoro; chi la frequenza di un corso tecnico di specializzazione. L’obiettivo dell’analisi di questi articoli è soffermarsi su due aspetti legati alla relazione tra lavoro e infanzia: da un lato quello di denuncia, dall’altro quello di orientamento professionale. Verrà presa in analisi la dimensione educativa nella quale viene inserito il lavoro, rappresentato come mezzo di costruzione di sé e attività che garantisce un proprio posto nella società. In tal senso, vorrei soffermarmi sulle strategie retoriche e narrative utilizzate per proporre e rappresentare il lavoro ai ragazzi in una rivista di larga diffusione come era “Il Vittorioso” all’epoca. Infine, è mia intenzione mettere in luce la dimensione di genere sottostante a queste narrazioni, mostrando come esse venissero indirizzate a lettori maschi con la proposta di determinati mestieri e l’esclusione di altri.