Le attuali sfide in materia di ambiente, coesione sociale e divari economici rendono urgente la collaborazione tra contesti educativi per comprendere appieno l’importanza dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 del 2015, in continuità con i 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e il ruolo che individuo e comunità -e soprattutto individuo in relazione alla comunità di appartenenza- hanno nella loro realizzazione. In particolare, le organizzazioni che si occupano di sviluppo sostenibile e diritti umani devono mostrare la loro capacità di coniugare motivazioni personali e forme di “cittadinanza attiva”, mediando tra i giovani e il mondo esterno, tra i loro valori e l’impegno per il sociale. Per raggiungere gli obiettivi di Agenda 2030 è necessario adottare una postura valoriale, definire gli atteggiamenti e direzionare i propri obiettivi in modo tale da mettere in atto delle azioni a livello individuale, ma anche organizzativo e comunitario, riferendosi così implicitamente al concetto di “corresponsabilità”. Attraverso la presentazione delle attività formative che vengono realizzate nello spazio delle Murate di Firenze e in particolare di progetti di educAzione ai diritti umani e alla sostenibilità, che vedono la collaborazione tra mondo della scuola, istituzioni locali e terzo settore, si analizzerà la ricaduta sul territorio e l’impatto che la collaborazione tra contesti educativi ha nella realizzazione di un “mondo più giusto e pacifico” (Robert Francis Kennedy, 1968). Lo spazio delle Murate, prima convento, poi carcere cittadino oggi restituito alla città, ospita enti del terzo settore, edilizia popolare, uffici del Comune e spazi espositivi e rappresenta un punto nevralgico della vita comunitaria fiorentina, nel quale scuole, università, cittadinanza, istituzioni si incontrano e toccano con mano il concetto di generatività, scambio di buone pratiche e sostenibilità sociale e ambientale. L’esempio delle Murate mostra che solo lavorando sull’interrelazione tra esseri umani e natura, tra diritti e doveri, cura e responsabilità sarà possibile costruire una comunità veramente democratica e basata sulla solidarietà. Tale rapporto, che l’Agenda 2030 esplica attraverso le sue cinque dimensioni (persone, pianeta, pace, prosperità e partenariato) afferma i principi della Comunità Europea entro i quali si muove l’agire educativo in una dimensione che va dal globale al locale. Fare memoria, promuovere forme di economia civile è prassi consolidata nel rapporto costante e reciproco tra le scuole e i territori di appartenenza, in quell’ottica di generatività e scambio tra i contesti educativi imprescindibile per costruire la comunità e dare il senso di cittadinanza.
Pagliai, V., Fare comunità: l’esempio delle Murate di Firenze come contesto formativo, in Dare la parola: professionalità pedagogiche, educative e formative a 100 anni dalla nascita di Don Milani, (FIRENZE -- ITA, 15-17 June 2023), Pensa Multimedia Editore S.r.l., Lecce Brescia 2024:2024 1-10 [https://hdl.handle.net/10807/272111]
Fare comunità: l’esempio delle Murate di Firenze come contesto formativo
Pagliai, Valentina
Writing – Original Draft Preparation
2024
Abstract
Le attuali sfide in materia di ambiente, coesione sociale e divari economici rendono urgente la collaborazione tra contesti educativi per comprendere appieno l’importanza dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 del 2015, in continuità con i 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 e il ruolo che individuo e comunità -e soprattutto individuo in relazione alla comunità di appartenenza- hanno nella loro realizzazione. In particolare, le organizzazioni che si occupano di sviluppo sostenibile e diritti umani devono mostrare la loro capacità di coniugare motivazioni personali e forme di “cittadinanza attiva”, mediando tra i giovani e il mondo esterno, tra i loro valori e l’impegno per il sociale. Per raggiungere gli obiettivi di Agenda 2030 è necessario adottare una postura valoriale, definire gli atteggiamenti e direzionare i propri obiettivi in modo tale da mettere in atto delle azioni a livello individuale, ma anche organizzativo e comunitario, riferendosi così implicitamente al concetto di “corresponsabilità”. Attraverso la presentazione delle attività formative che vengono realizzate nello spazio delle Murate di Firenze e in particolare di progetti di educAzione ai diritti umani e alla sostenibilità, che vedono la collaborazione tra mondo della scuola, istituzioni locali e terzo settore, si analizzerà la ricaduta sul territorio e l’impatto che la collaborazione tra contesti educativi ha nella realizzazione di un “mondo più giusto e pacifico” (Robert Francis Kennedy, 1968). Lo spazio delle Murate, prima convento, poi carcere cittadino oggi restituito alla città, ospita enti del terzo settore, edilizia popolare, uffici del Comune e spazi espositivi e rappresenta un punto nevralgico della vita comunitaria fiorentina, nel quale scuole, università, cittadinanza, istituzioni si incontrano e toccano con mano il concetto di generatività, scambio di buone pratiche e sostenibilità sociale e ambientale. L’esempio delle Murate mostra che solo lavorando sull’interrelazione tra esseri umani e natura, tra diritti e doveri, cura e responsabilità sarà possibile costruire una comunità veramente democratica e basata sulla solidarietà. Tale rapporto, che l’Agenda 2030 esplica attraverso le sue cinque dimensioni (persone, pianeta, pace, prosperità e partenariato) afferma i principi della Comunità Europea entro i quali si muove l’agire educativo in una dimensione che va dal globale al locale. Fare memoria, promuovere forme di economia civile è prassi consolidata nel rapporto costante e reciproco tra le scuole e i territori di appartenenza, in quell’ottica di generatività e scambio tra i contesti educativi imprescindibile per costruire la comunità e dare il senso di cittadinanza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.