L’obbligazione di tradizione europeo-continentale non è pensabile senza la buona fede e la correttezza. Ciò è vero anzitutto sul piano storico, ma l’impossibilità di pensare un’obbligazione amputata della buona fede si evince anche con riferimento alla modernità e alla contemporaneità giuridica, ove si è riconosciuto nella buona fede sia un parametro di conformazione del rapporto, sia una fonte di integrazione dello stesso, nonché l’elemento in grado di qualificare quel contatto sociale che, altrimenti lasciato nell’indifferenziato, sarebbe destinato o all’irrilevanza oppure, ma solo ove ne ricorrano i presupposti, alla tutela aquiliana. Con ciò, peraltro, si mette allo scoperto non solo la ricchezza del contenuto dell’obbligazione, ma anche una pluralità dell’obbligazione stessa in riferimento alle sue fonti. La neo-dogmatica che si esprime nell’elaborazione della categoria degli obblighi di protezione integrativi o autonomi (obbligazione senza prestazione) mira appunto a dar senso e concretezza alle potenzialità della clausola generale della buona fede e correttezza, proponendo un modello di tipizzazione che ricerca l’integrazione sistematica, anziché rifiutarla, e che si propone pertanto come sviluppo della dogmatica giuridica. Queste sono, in estrema sintesi, le coordinate che hanno segnato la redazione delle seguenti pagine, destinate alla pubblicazione in uno dei volumi del Trattato del Diritto Privato diretto da Salvatore Mazzamuto e che si presentano in forma di estratto al fine di garantirne una più agevole consultazione. In generale, il discorso è condotto in riferimento a opere di studiosi e alla giurisprudenza con frequenti esempi di casi concreti in modo che «problema» e «sistema» si schiariscano reciprocamente evidenziando luoghi e topoi argomentativi in cui tale sviluppo giuridico si concretizza e si svolge. Ciò consente anche di rimarcare l’importanza di un confronto tra dottrina e giurisprudenza, che, se condotto nella consapevolezza dei rispetti ruoli e limiti, fornisce l’occasione per uno sviluppo armonico e sistematicamente coerente del diritto.
Nicolussi, A., Portonera, G., Buona fede e correttezza nel rapporto obbligatorio, Giappichelli Editore, Torino 2023: 120 [https://hdl.handle.net/10807/253035]
Buona fede e correttezza nel rapporto obbligatorio
Nicolussi, AndreaCo-primo
;Portonera, GiuseppeCo-primo
2023
Abstract
L’obbligazione di tradizione europeo-continentale non è pensabile senza la buona fede e la correttezza. Ciò è vero anzitutto sul piano storico, ma l’impossibilità di pensare un’obbligazione amputata della buona fede si evince anche con riferimento alla modernità e alla contemporaneità giuridica, ove si è riconosciuto nella buona fede sia un parametro di conformazione del rapporto, sia una fonte di integrazione dello stesso, nonché l’elemento in grado di qualificare quel contatto sociale che, altrimenti lasciato nell’indifferenziato, sarebbe destinato o all’irrilevanza oppure, ma solo ove ne ricorrano i presupposti, alla tutela aquiliana. Con ciò, peraltro, si mette allo scoperto non solo la ricchezza del contenuto dell’obbligazione, ma anche una pluralità dell’obbligazione stessa in riferimento alle sue fonti. La neo-dogmatica che si esprime nell’elaborazione della categoria degli obblighi di protezione integrativi o autonomi (obbligazione senza prestazione) mira appunto a dar senso e concretezza alle potenzialità della clausola generale della buona fede e correttezza, proponendo un modello di tipizzazione che ricerca l’integrazione sistematica, anziché rifiutarla, e che si propone pertanto come sviluppo della dogmatica giuridica. Queste sono, in estrema sintesi, le coordinate che hanno segnato la redazione delle seguenti pagine, destinate alla pubblicazione in uno dei volumi del Trattato del Diritto Privato diretto da Salvatore Mazzamuto e che si presentano in forma di estratto al fine di garantirne una più agevole consultazione. In generale, il discorso è condotto in riferimento a opere di studiosi e alla giurisprudenza con frequenti esempi di casi concreti in modo che «problema» e «sistema» si schiariscano reciprocamente evidenziando luoghi e topoi argomentativi in cui tale sviluppo giuridico si concretizza e si svolge. Ciò consente anche di rimarcare l’importanza di un confronto tra dottrina e giurisprudenza, che, se condotto nella consapevolezza dei rispetti ruoli e limiti, fornisce l’occasione per uno sviluppo armonico e sistematicamente coerente del diritto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.